Cartoline oltre lo stretto: cosa sapere sul workshop di Giulia Cosentino, a Documentaria 2025

Cosa sapere su Cartoline oltre lo stretto per future migrazioni, il workshop gratuito di Giulia Cosentino, al X Documentaria il 31 ottobre 2025. .

Giulia Cosentino, autrice e regista, ha studiato cinema e arti visivi, portando nel suo cinema la grande passione che nutre per gli oggetti della memoria. In occasione del workshop che terrà al X Documentaria (il 31 ottobre a Palazzo Trigona, sede della Pro Loco di Noto, dalle 11.00 alle 13.00) in collaborazione con Cineteca dello Stretto l’abbiamo intervistata per conoscerla meglio e per saperne di più su questo incontro che ha tutte le carte in regola per essere magico.

Quando la raggiungiamo per telefono le chiediamo di raccontarci, innanzitutto, come e da dove è iniziato il suo viaggio nella settima arte. “Mi sono ritrovata a fare una magistrale internazionale alla Sorbonne di Parigi, dove ho partecipato come studentessa a un corso di cinema militante, ovvero lo studio di tutto quel cinema non di finzione che veniva fatto durante le manifestazioni del ’68 e degli anni ’70”.
Ed è proprio scavando nelle immagini che narrano di proteste femministe e operaie che, racconta, “mi si è acceso un link! Avevo già visto dei film d’archivio che mi erano piaciuti molto – tra cui, ovviamente, Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi – e il fatto che comunque si potessero costruire dei film partendo da materiali non di finzione, contenenti immagini di memoria collettiva, mi entusiasmava”.

Chi è Giulia Cosentino? La passione per gli “oggetti della memoria”, l’insegnamento al CSC e la ricerca perenne

giulia cosentino cinematographe.it

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Così, oltre a dedicare la sua tesi magistrale ai film d’archivio, ha iniziato a cercare di lavorare in quest’ambito, accostandosi a case di produzione come Avventurosa che, in qualche modo, lavoravano con questo tipo di materiale; dedicandosi quindi anche “allo sviluppo e alla ricerca, insieme a Saraf Gayer, a Pietro Marcello, a Aleksandr Sokurov e altri”.
“Da lì poi è nato tutto un percorso per cui ho iniziato a fare questo tipo di lavoro anche per altri autori e autrici, in una maniera sempre più delineata”, ci dice Giulia Cosentino, spiegandoci come alla sua carriera di ricerca avesse intanto accostato quella di assistente alla regia e sceneggiatrice e nel frattempo, in un accavallarsi di eventi e cose, ha avuto “la possibilità di partecipare alla residenza artistica Re-framing Home Movies, che parte dal cinema di famiglia per elaborarlo e per studiarlo come fonte di memoria storica e collettiva. Vincendo questa residenza nel 2018 ho avuto la possibilità di lavorare su un cortometraggio, che è stato il mio primo cortometraggio, che si intitola Lui e Io ed è stato presentato in prima internazionale al Torino Film Festival. Questo mi ha dato la possibilità di lavorare su questi materiali in qualità di autrice. Mi interessa il fatto che si tratti di materiali posti ai margini; diciamo che tutto il mio lavoro è una ricerca continua: insegno al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo e a Roma e questo tipo di lavoro è diventato il percorso della mia vita, anche a livello autoriale, il punto da cui sono partiti anche altri progetti”

Al X Documentaria proponi un workshop dal titolo Cartoline oltre lo Stretto per future migrazioni, in programma il 31 ottobre 2025 dalle 11.00 alle 13.00. Ci spieghi perché questo titolo?

“Allora, questo titolo viene un po’ da un brainstorming avuto con i direttori del festival e anche con Maurilo Forestieri della Cineteca dello Stretto. Era il mese di agosto quando Francesco Di Martino di Documentaria ci ha contattati, proponendoci l’idea di creare un laboratorio che partisse proprio dall’archivio. Quindi ci siamo chiesti cosa ci accomunava e ci riguardava: in fondo eravamo un gruppo di persone intente a chiamarsi l’un l’altro in una calda mattina d’estate, da diversi punti della Sicilia. E quindi sì, ci legava la nostra sicilianità, il nostro essere isolati, anche il nostro essere delle persone che riportavano nel proprio territorio esperienze avute altrove.
Maurilo, per esempio, è stato studente del corso di conservazione a Roma. Con lui ci siamo conosciuti a Cagliari durante altre esperienze. Io attualmente sto più a Roma che altrove, ma sto cercando di ritornare in Sicilia attraverso il mio lavoro”.

Continuando a viscerare le origini del titolo del suo workshop, Giulia Cosentino ci spiega che inevitabilmente l’attenzione si è concentrata sulle migrazioni in cui la Sicilia è da sempre coinvolta, quindi sul tema della memoria e, chiaramente, sulla notizia del ponte sullo Stretto: “durante questa estate molte conversazioni sono state attraversate da questi quesiti rispetto a che cosa significherà avere questo ponte, semmai si farà. Che cosa significa a livello emotivo, che cosa significa non sentirsi più isola rispetto al continente e, nei miei vari spostamenti di questi ultimi mesi, tra un traghetto e l’altro, mi sono chiesta cosa si comunica fuori, cosa si racconta, che cartoline si possono mandare alle persone che migrano. E a quelle che invece hanno già fatto una migrazione?
Avendo a disposizione poco tempo per fare il workshop, dal momento che sono argomenti che potremmo sviscerare in tantissime ore, abbiamo pensato a una forma che potesse essere più contenuta, quindi non un film, appunto, ma delle cartoline. Tutto sarà poi delineato in base alle esigenze degli autori e delle autrici che parteciperanno al corso e alle immagini che ci sta già proponendo la Cineteca dello Stretto”.

Cartoline oltre lo Stretto per future migrazioni: a chi è indirizzato il workshop di Giulia Cosentino?

Non serve una preparazione di base, è consigliato ovviamente a chi ha un po’ di dimestichezza con il video, nel senso che comunque avere a disposizione un computer con un programma di montaggio basico può essere molto utile, ma i nostri colleghi aiuteranno chi è meno pratico o magari si troverà il modo di lavorare in coppia, se qualcuno ha meno conoscenze a livello tecnico. Non c’è una fascia di età consigliata, è aperto a tutti e tutte. Ovviamente ricordatevi che ci sono solo 8 posti e che occorre prenotare [l’email di riferimento è documentariafestival@gmail.com]!

Come hai iniziato a collaborare con la Cineteca dello Stretto?
“Ho conosciuto Maurilio e Caterina perché erano studenti del corso di conservazione a Roma, durante il quale ho fatto una lezione. Era il 2021, Caterina mi ha ricontattata l’anno scorso, ma in realtà ero già in contatto con Maurilio tramite il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. A me interessa molto lavorare con persone del territorio, quindi ero attratta dalla loro iniziativa.
Sono molto felice che finalmente stiamo collaborando a qualcosa di pratico! L’idea del workshop, nello specifico, mi è venuta in mente lavorando con Francesco Valvo di Documentaria”
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Perché consiglieresti di seguire il workshop?
“Semplicemente perché è interessante lavorare con gli elementi; perché è una buona occasione per avere a che fare con la Cineteca dello Stretto, che sicuramente conserva una quantità di memorie incredibile del nostro territorio, quindi sarà bellissimo anche solo poter vedere e visionare insieme questi materiali, condividendo questi momenti in gruppo e non da soli nella propria stanzetta, come accade di solito anche a me. Verranno fuori delle cose incredibili, suggerite dallo sguardo dei partecipanti”.

Oltre al tuo workshop, perché consiglieresti di fare un salto al X Documentaria?
“Ci sono già stata con gli altri miei film, quindi posso dirlo da autrice, ma anche da spettatrice. Credo che presenti una selezione di lavori molto coerente, che dà a chi partecipa la possibilità di lavorare su alcuni elementi pratici inerenti la sfera documentaristica e questo non è affatto scontato. Sono anche dei modi per entrare veramente nel vivo di che cosa voglia dire avere a che fare con il reale, che cosa si traspone sugli schermi e nella scrittura; credo che questo tipo di approccio sia quello comunque vincente per poter scoprire qualcosa di nuovo e riuscire a guardare i film con occhi nuovi“.