Anna è “la morte della maturità” per il cast e il regista della serie Sky

Il regista, la co-sceneggiatrice, il cast e i produttori hanno parlato nella nuova serie Sky, ispirata all'omonimo romanzo di Ammaniti, che sarà disponibile dal 23 aprile su Sky.

Anna è la nuova miniserie originale Sky che porta sul piccolo schermo il romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti che, dopo Il Miracolo, torna alla regia e alla scrittura (con la collaborazione di Francesca Manieri alla sceneggiatura), di un prodotto pensato per il medium televisivo. La realizzazione, prodotta da Sky Studios, Wildside, Arte France, The New Life Company e Kwaï, sarà disponibile dal 23 aprile su Sky Atlantic, NOW e Sky Box Sets e racconta la storia di un Anna, una ragazzina di 13 anni che combatte, insieme ad altri giovani, in un mondo completamente devastato da un virus, che ha annientato tutti gli adulti, con i bambini che ne sono immuni fino alla pubertà.

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione di Anna organizzata da Sky alla quale hanno preso parte il regista e autore Niccolò Ammaniti; Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia; Mario Gianani, CEO di Wildside; la co-sceneggiatrice Francesca Manieri e il cast, composto da Giulia DragottoAlessandro PecorellaElena LiettiRoberta MatteiGiovanni Mavilla e Clara Tramontano. In seguito, abbiamo poi avuto modo di intervistare privatamente Elena Lietti e Giulia Dragotto, le due attrici principali, che hanno risposto a qualche nostra domanda.

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Anna: un prodotto ambizioso dalla difficile gestazione

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Ad aprire la conferenza, sono intervenuti Nicola Maccanico per conto di Sky e Mario Gianani di Wildside che hanno esposto fin da subito le difficoltà produttive e l’ambizione alla base della miniserie. Nicola ha sottolineato tutto il suo entusiasmo ad aver supportato un progetto di questo calibro: “C’è molto orgoglio da parte mia e di Sky di aver lavorato ad Anna, sicuramente un grande scommessa nel nostro palinsesto televisivo, un’opera dal gusto autoriale e meno pop con una narrazione molto matura.”

Di seguito, Mario ha aggiunto: “La miniserie segna un importante passaggio evolutivo dopo il Miracolo, un’opera che presenta una distopia realistica che lavora molto sull’immagine. Dal punto di vista registico e fotografico, Ammaniti ha fatto un gran lavoro, ad alto tasso di immaginazione, con l’estetica che è al servizio delle emozioni.”

I due hanno ovviamente anche rimarcato i vari ostacoli che hanno riscontrato le riprese a causa del Covid-19, esposte anche dallo stesso Niccolò Ammaniti, che ha evidenziato inoltre come altre maggiori criticità ci sono state nell’ambito della ricerca delle location, del casting che è stato particolarmente complesso e nella fase di stesura della sceneggiatura vera e propria. Il Coronavirus, inoltre, a detta dell’Executive Vice President Programming Sky Italia, non deve essere per forza di cose associato alla miniserie, nonostante le tematiche siano simili a livello pandemico.

D’altronde, “la rossa” che ha ideato Ammaniti è una malattia legata al DNA che non ha niente a che vedere con l’epidemia che stiamo vivendo, ma che comunque, considerando il periodo, ci angoscia e ci ricorda l’attualità: “La chiave della serie è l’apertura e la speranza. Non ci dobbiamo far condizionare dalla miniserie e fare l’errore di cercare correlazioni: le assonanze presenti sono involontarie.”

Il giovane cast della serie e il passaggio generazionale

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L’autore, sempre riguardo al casting, ha raccontato la sua esperienza lavorativa con il gruppo di interpreti, composto quasi nella totalità da bambini: “Lavorare con i bambini è stata un’esperienza magnifica, un grande viaggio soprattutto per me che non ho figli.”

Di seguito, sono intervenuti anche i giovani attori e attrici, tutti entusiasti di aver lavorato con Ammaniti e molto contenti e affascinati della realizzazione. In particolare ha preso la parola Giulia Dragotto, al suo primo debutto attoriale, che ha parlato del suo personaggio, Anna, la protagonista della serie: “Sono molto diversa dal mio personaggio, lei è coraggiosa e un po’ folle.”

Il passaggio dal mondo infantile all’adolescenza è sicuramente una delle tematiche preponderanti all’interno di Anna. Francesca Manieri, co-sceneggiatrice, ha posto l’accento su come la crescita anagrafica, dall’età fanciullesca a quella più adulta, è ineluttabile ed una ferita grave, perché rappresenta una morte della maturità sia in senso figurativo che, in questa miniserie, drammaturgico, visto che tutti gli adulti sono scomparsi.

La Manieri ha anche esplorato il rapporto lavorativo con Ammaniti e la sua particolare visione della scrittura: “Niccolò Ammaniti è davvero difficile da gestire, ha molte idee in testa, ciononostante lavoriamo bene insieme anche se io sono cattolica e lui non è molto religioso, ma crede in una spiritualità tutta sua. La sua scrittura già di per sé, con questa miniserie, rompe gli schemi, gli algoritmi e ciò ci ha portato a scrivere alcuni passaggi in maniera patetica ed ironica.”

Un messaggio di speranza in un mondo desolato

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Una figura cardine della realizzazione è il personaggio della madre di Anna e Astor, che gioca un ruolo molto importante all’interno della storia: il suo diario, come è stato perfettamente spiegato dall’interprete Elena Lietti, è un vero e proprio lascito per i figli e le nuove generazioni, le consente di trasmettere dei valori importanti non solo legati alla sopravvivenza, ma anche sottolineando a più riprese l’importanza del racconto e della narrazione.

È quindi lei parte del motore di Anna, come anche, a livello più concettuale, la speranza che guida i bambini ad una soluzione, ad una via d’uscita dal mondo desolato nel quale sono costretti a vivere. Nel corso degli episodi, inoltre, la figura materna della Lietti ha un ulteriore evoluzione, diventando una visione fissa, come una sorta di fantasma, per la giovane protagonista. A tal proposito, Ammaniti ha così descritto tale rappresentazione: “L’immagine di un astronauta con un gatto in mano è molto suggestiva e inusuale, ma è nata per caso, per esigenza, visto che  il tradizionale fantasma non funzionava.”

Anna: le ispirazioni e l’importanza del passato

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Niccolò Ammaniti ha poi parlato anche delle ispirazioni visive dietro la miniserie. In particolare, ha menzionato due opere: il dipinto Giochi di Bambini di Pieter Brugel il Vecchio e il film Apocalypto di Mel Gibson. Se il quadro, rappresentante una piazza con fanciulli che giocano a giochi più disparati, anche pericolosi, è stato utile per inquadrare molte sequenze registiche; il lungometraggio, invece, ha fornito ottimi spunti per il make-up del titolo.

Un’altra tematica fondamentale in Anna, oltre al passaggio generazionale, è il valore del ricordo che abbiamo menzionato prima anche in riferimento al personaggio di Elena Lietti. L’autore ha così descritto tale elemento all’interno della miniserie: “La morale di Anna è da riscontrare nel valore del passato senza il quale non esiste futuro. Qual è il lascito per i nostri figli? Dobbiamo ricordare sempre chi siamo stati per guardare avanti.”

Anna è in uscita su Sky il 23 aprile 2021.