1994: Stefano Accorsi, Mirian Leone e il cast sull’ambiziosa serie TV Sky

Stefano Accorsi, Mirian Leone e il resto del cast artistico e tecnico parlano della serie TV Sky 1994, in onda dal 4 ottobre con 9 nuovi episodi.

È stata presentata in anteprima a Roma la terza e ultima stagione della serie TV Sky che per la prima volta ha portato sotto i riflettori dell’intrattenimento alcuni degli episodi politici più particolari degli ultimi anni. Parliamo chiaramente di 1994, la serie Sky Original prodotta da Wildside, parte di Fremantle.

Nata da un’idea di Stefano Accorsi – anche se in conferenza stampa tale paternità è stata messa scherzosamente in dubbio da Guido Caprino – 1994 si pone a conclusione di una trilogia iniziata nel 2011 con 1992. Una produzione che ha cercato di arrivare là dove nessun altro prima aveva tentato, attingendo dai fatti storici che hanno segnato il nostro trascorso sociale e politico negli anni a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica. Il risultato è stato, a detta dei creatori Ludovica Rampoldi, Alessandro Fabbri e Stefano sardo, “emozionante”.
Come ha detto la Rampoldi in conferenza stampa, “ci sentiamo orgogliosi, un po’ come delle madri che guardano il proprio figlio andare all’università”. A tale dichiarazione ha aggiunto la volontà iniziale di “alzare l’asticella del rischio”, il che ha portato la produzione a focalizzare ogni episodio su un singolo personaggio e di conseguenza sul ruolo sociale che rappresenta e sul bagaglio “storico” che si porta dietro. Dal rapporto tra Leonardo Notte (Stefano Accorsi) e Silvio Berlusconi (Paolo Pierobon), all’ascesa di Veronica Castello (Miriam Leone) in Parlamento fino al primo confronto in TV, che segna un nuovo modo di fare politica.

I registi Giuseppe Gagliardi e Claudio Noce hanno raccontato dell’uso di alcuni stratagemmi di regia usati per raccontare le vicende dei personaggi. “Ogni episodio è a sé stante” – hanno dichiarato – “La nostra storia si basa sulla storia italiana. Sapevamo che questa terza stagione sarebbe stata più corposa. Si incontrano per la prima volta Pietro Bosco e Leonardo Notte, Veronica va in Parlamento… si compie il destino dei personaggi. […] È stato difficile scegliere cosa sacrificare (tra tutti i fatti interessanti avvenuti nel 1994), […] Ci hanno chiesto di osare di più”.

Miriam Leone e Stefano Accorsi parlano dell’evoluzione dei loro personaggi in 1994

Stefano Accorsi, il cui personaggio sarà centrale in questa stagione, ha fatto notare come “gli eventi hanno raggiunto un’evoluzione antropologica in 1994. Non c’è più nessun filtro tra i politici e il popolo, come se ci fosse una comunicazione verso l’esterno e non partitica […] se ci penso la Lega è come l’uomo non politico che inizia a occuparsi di politica”. Oltre ai sentiti ringraziamenti ai creatori e alla produzione per aver elaborato qualcosa di mai esistito prima Accorsi, interrogato sulla possibile reazione di Berlusconi alla visione della serie TV, ha risposto che due studi legali hanno supervisionato perennemente la materia trattata nella produzione Sky e ridendo ha poi affermato “Non so se Berlusconi l’abbia vista ma penso che l’abbia vista e che sia la sua serie preferita”.
Mentre su un suo possibile coinvolgimento registico ha gentilmente declinato, facendo notare come tutte le scelte stilistiche siano state fatte da Gagliardi. “Io non avrei mai pensato di fare una regia, perché ci vuole una dedizione e un talento specifico. Ero solo contento di fare l’attore. È una divisione necessaria […]”.

Parlando dei loro personaggi ancora Accorsi ha detto, in merito al suo Leonardo Notte e a tutti gli altri che “la cosa interessante di questa parte è che arrivando al potere la natura dei personaggi non cambia, anzi si amplifica”, mentre Miriam Leone ha anticipato che in questa terza stagione “Veronica Castello da soubrette si ritrova con un seggio in parlamento” e parafrasando il detto “l’abito fa il monaco” non ha fatto a meno di far notare anche il suo cambio di look: la vediamo con giacche da uomo che assomigliano ad armature, pronta a confrontarsi con uomini che la mortificano e sviliscono. In fondo, a detta sua, Veronica ha “nel cuore una dolcezza maledetta”. ha poi aggiunto che il suo personaggio le ha insegnato a non giudicare “perché sarebbe impossibile interpretare un personaggio così cinico, autolesionista, ma che allo stesso tempo ha sempre voglia di riemergere dalla ceneri, giudicandolo”.

Ed è interessante anche che il suo personaggio possa avere voce in capito il 1994. L’attrice ha dichiarato di aver amato molto questo lato della sua Veronica, perché in fondo è un personaggio che ha vissuto l’umiliazione e la debolezza circoscritta nella sua femminilità. “Da una parte cerca di imparare da Leo, dall’altra crede [di poter cambiare le cose] perché l’umiliazione l’ha vissuta. [Nella serie] c’è solidarietà femminile che è importante e bella”.

1994 e le vere cene con Berlusconi

In merito alla realizzazione della serie, la produzione non ha esitato a dire che per rendere quanto più reali (seppur intrisi di finzione) i fatti narrati hanno ricorso alle testimonianze dei veri personaggi che hanno animato quegli anni, tra cui chiaramente anche Silvio Berlusconi, che i creatori hanno incontrato insieme a Mieli tra la prima e la seconda stagione. “Abbiamo incontrato anche Achille Occhetto, che ci ha raccontato qualche aneddoto come quello dell’abito marrone che vedremo nel primo episodio. E abbiamo incontrato anche Mentana che era l’ospite di quell’evento”.

E su come le persone interpellate nella serie hanno risposto? Il potere vero non risponde, non giudica, non commenta. Tace. L’unico è stato Chiesa che alla prima puntata ha detto ‘è una vergogna’ e poi basta. La lega non si è mai pronunciata.”

Lorenzo Mieli (produttore di 1994 insieme a Mario Gianani per Wildeside) ha raccontato. “Era il 2011 quanto abbiamo pensato di fare la serie, era la fine del secolo berlusconiano. Volevamo raccontare una rivoluzione mancata. […] Volevamo che certi dettagli rimanessero vivi. Credo che in qualche modo siamo riusciti a far capire come fallisce una rivoluzione sia dal punto di vista di Di Pietro che di Berlusconi che sono i due elementi più rivoluzionari della serie. Non Abbiamo fatto un documentario, ma intrattenimento raccontando storie reali”. Ha poi aggiunto che Sky ha la responsabilità di entrare nella carne del Paese, di raccontare gli episodi che l’hanno cambiato e di come il modo di intendere il potere sia cambiato, di come in Italia si siano evolute le cose, mentre in altri Paesi i meccanismi politici sono rimasti fermi al dopoguerra. Una storia incredibile la nostra, come ha ribadito anche Accorsi. Una storia che non a caso ha avuto subito l’attenzione da parte della Berlinale, ma perché parlava di Berlusconi o perché è ben fatta? La verità sta nel mezzo: “Sicuramente racconta una storia che altrove non si è mai vista. Il personaggio di Berlusconi è un moltiplicatore di attenzione ma credo che è come racconti una storia a fare la differenza. Voglio credere e credo che la buona riuscita di questa serie sia dovuta all’equilibrio tra realtà e finzione”.