Vita di Pi: lo straordinario film di Ang Lee è ispirato a una storia vera?

Il film Vita di Pi, diretto da Ang Lee è basato su una storia vera? Tutto quello che c'è da sapere sulla realtà dietro il film premio Oscar.

L’acclamato film del 2012 Vita di Pi, di genere drammatico d’avventura, diretto da Ang Lee e basato sul romanzo omonimo di Yann Martel, è stato un grande successo di pubblico e critica. Candidato a 11 Premi Oscar, ha ottenuto l’Acadamy Award nella categoria Miglior colonna sonora, Migliori effetti speciali, Miglior fotografia e, nella più importante, Miglior Film. Vita di Pi racconta l’epico viaggio di sopravvivenza, esplorazione e conoscenza di sé e delle proprie paure di un giovane che, dopo un disastro in mare, approda su un’isola deserta e inizia a stabilire un legame improbabile con un altro sopravvissuto: una temibile tigre del Bengala. Si tratta della stessa tigre che anni prima, il padre, gli aveva intimato, essere un’aggressiva predatrice senza nessuna possibilità d’empatia. Per dimostrargli questa teoria aveva costretto il piccolo Pi ad assistere a una scena terribile: la tigre che uccideva e mangiava un agnellino legato e quindi senza possibilità di scappare. A Pi, per anni, rimase impressa quell’episodio della sua vita, accompagnato a un puro terrore nei confronti della tigre. Chiamata dal giovane, Richard Parker, la tigre inizia però, dopo il naufragio, in compagnia solo del giovane, a fidarsi di Pi, e lui stesso a scendere a patti con un rapporto e un legame destinato, un giorno, a cessare per sempre.

Il film di Ang Lee è basato su una storia vera?

Vita di Pi

Il film, Vita di Pi, non è basato su fatti realmente accaduti, è una storia di finzione tratta dall’omonimo romanzo di Yann Martel uscito nel 2001. Tuttavia, il regista Ang Lee voleva che il film avesse particolari profondità e realismo. Lee ha quinti contattato Steven Callahan, un sopravvissuto a un naufragio a cui ha chiesto di agire come consulente della pellicola. La storia di Callahan era molto famosa e conosciuta in tutto il mondo, in particolare nei primi anni ’80. La barca su cui Callahan viaggiava era affondata e l’uomo aveva così trascorso 76 giorni su una zattera di salvataggio. Callahan è sopravvissuto, come il famoso Pi del film, raccogliendo acqua piovana e mangiando pesce crudo. Il velista Steve aveva 30 anni quando il suo sloop venne colpito da una balena che lo fece affondare. Arrampicandosi si una zattera, con poche provviste e una valigetta d’emergenza, si ritrovò da solo nell’oceano, sentendosi ormai spacciato. Steve venne poi salvato, dopo più di 2 mesi, da alcuni pescatori, affrontando innumerevoli volte tempeste, squali, guasti alla piccola zattera e gli stenti della fame e della sete, oltre che della vita in mare, esposto a tutte le intemperie e i cambi di clima e temperatura. Ricoperto di piaghe da acqua salata e scottature solari, ai limiti della sanità mentale, il naufragio e il successivo salvataggio di Steve fecero notizia in tutto il mondo.

Vita di Pi è, ancora oggi, rimasto uno dei film più memorabili dell’ultimo decennio. Con nel cast principale Suraj Sharma, Irfan Khan, Tabu, Adil Hussain, Rafe Spall e Gérard Depardieu nei ruoli principali e diretto da Ang Lee, Vita di Pi è denso di molteplici significati e soggetto a più interpretazioni. Non è il classico film che racconta di un’amicizia, o meglio di un legame, che si può definire ambiguo, tra un animale come una tigre, quindi un predatore, e un essere umano. Ogni animale con cui Pi entra in contatto, prima di rimanere da solo con la tigre, simboleggia una delle personalità fondamentali nella vita del giovane, oltre che di quello che ha perso. Il suo legame con Richard Parker non è d’amicizia, ma di reciproca convivenza e sopravvivenza: prima Pi la allontana, poi cerca di addomesticarla e alla fine, irrimediabilmente, si affeziona. Ma il film, in ultima analisi, ricorda che, nonostante ormai sia noto che esistono predatori come tigri o leoni che riconoscono le persone che un tempo le hanno accudite o addomesticate, si tratta di animali che un giorno devono prendere la propria strada, devono vivere in aree come la savana, le praterie o in alcuni particolari tipi di foreste, devono cacciare per sopravvivere, relazionarsi con altri animali e vivere in quello che è il loro habitat naturale.

Leggi anche Vita di Pi: il significato del film di avventura di Ang Lee