Una storia senza nome: la storia vera del furto che ha ispirato il film

Il fatto di cronaca realmente avvenuto alla base del film Una storia senza nome di Roberto Andò e le teorie sul destino dell'opera trafugata.

Una storia senza nome, diretto da Roberto Andò, con nel cast Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Antonio Catania, Alessandro Gassman, insieme a molti altri, racconta un fatto di cronaca avvenuto realmente nel 1969 e cioè il furto del quadro Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, di Caravaggio, che non venne mai più ritrovato. Presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia Fuori Concorso il film ha vinto il Premio Faiano come Miglior regia e come Miglior interpretazione femminile a Micaela Ramazzotti.

Una storia senza nome e lo spunto del celebre furto

Una storia senza nome - cinematographe.it

Era il 18 ottobre del 1969 quando il dipinto a olio realizzato da Caravaggio Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi venne trafugato. In particolare si trattava della notte tra il 17 e il 18 ottobre. Il quadro si trovava a Palermo, nell’Oratorio di San Lorenzo. Il furto venne commissionato dalla mafia siciliana, anche se dai primi anni ’70 agli inoltrati anni 2000 la storia e la fine del dipinto sono state modificate infinite volte. Dal valore di 20 milioni di dollari, tra i più importanti capolavori rubati e mai ritrovati, La natività è stata oggetto di numerose opere, da pellicole cinematografiche come Una storia senza nome, ricca di elementi fittizi, a romanzi, racconti e saggi che ripercorrono ed esplorano i possibili scenari successivi al furto. Le teorie con un tragico destino per il dipinto sono molteplici, considerando anche le condizioni di conservazione e le misure di sicurezza che potrebbero esser state attuate dai responsabili del furto.

Tra le varie possibilità esiste quella secondo la quale la tela, ormai irrimediabilmente rovinata, sia stata seppellita nelle campagne di Palermo, dopo numerosi tentativi di venderla non andati a buon fine. Responsabile di questo sarebbe il boss Gerlando Alberti. Le indagini però non portarono a nulla e nel terreno indicato non fu mai ritrovato il dipinto. Nel 1980 il giornalista britannico Peter Watson dichiarò di esser stato contattato da un mercante d’arte per la vendita della Natività di Caravaggio e che il giorno per concludere l’affare era fissato per il 23 novembre e il luogo era Laviano. Quel giorno però la Campania fu colpita dal devastante terremoto dell’Erpinia. Altre fonti, derivate dal collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia raccontano di una distruzione dell’opera avvenuta poco dopo il furto: nel tentativo di staccare la tela questa si sarebbe danneggiata, rendendo il dipinto impossible da vendere per ricavarne un guadagno. Mannoia era in realtà, come venne poi accertato dai carabinieri, autore di un altro furto di un quadro realizzato dal pittore Vincenza da Pavia.

Varie teorie

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Credits: LaPresse – Guglielmo Mangiapane. Riproduzione fedele della Natività di Caravaggio

Molti boss mafiosi pentiti raccontarono diverse teorie sulle misteriose circostanze attorno al celebre furto raccontato in Una storia senza nome: Giovanni Brusca propose di riconsegnare il dipinto in cambio di una diversa disposizione riguardo l’applicazione dell’articolo 41 bis che però venne negata; Salvatore Cancemi disse che il quadro veniva spesso esposto durante alcune riunioni come un simbolo di prestigio e riverenza. Nel 2009 si arrivò ad altre informazioni dal pentito Gaspare Spatuzza che affermò che la Natività era stata acquistata dalla famiglia mafiosa dei Pullarà che avrebbe nascosto l’opera in una stalla senza però attuare nessuna misura di conservazione o protezione, lasciando la tela alla mercé degli animali presenti nella stalla. I resti sarebbero stati successivamente bruciati.

Nel 2017 Gaetano Grado svelò che la tela era in Svizzera, venduta da Gaetano Badalamenti a un antiquario che l’avrebbe acquistata in cambio di una grande somma di denaro. Grado dichiarò inoltre che Badalamenti a suo tempo gli disse che il quadro era stato scomposto per la vendita sul mercato clandestino. Attualmente non c’è ancora nessuna certezza su quale sia stato il destino della tela né su dove si trovi.

 

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