The Wife – Vivere nell’ombra: il film con Glenn Close è ispirato a una storia vera?

Da dove trae ispirazione The Wife - Vivere nell'ombra? Scopriamolo!

In una storia di fedeltà e bugie, The Wife – Vivere nell’ombra vede protagonisti Glenn Close e Jonathan Pryce. Diretti dal regista Björn Runge, i due divi del grande schermo condividono la ribalta, per una pellicola accolta in modo abbastanza positivo. Ha riscosso apprezzamenti soprattutto la prova magistrale dell’interprete americana, insignita di vari riconoscimenti, come il Golden Globe. Il lungometraggio è sceneggiato da Jane Anderson e si basa sul romanzo di Meg Wolitzer. Ma risulta solo frutto di fantasia oppure si cela un qualche fondo di verità?

Lo spunto per l’omonimo romanzo

Glenn Close e Jonathan Pryce in The Wife - Vivere nell'ombra

The Wife – Vivere nell’ombra è incentrato su una coppia di sposi, i quali, per anni, hanno protetto una bugia di cui ne erano gli unici al corrente. Joan Castleman (Glenn Glose) è la moglie di Joe Castleman (Jonathan Pryce), donna dalla bellezza impeccabile, mai intaccata dal tempo. Quarant’anni trascorsi a sacrificare il proprio talento e i propri sogni in favore del marito, considerato tra i maggiori luminari moderni della scrittura e in procinto di recarsi a Stoccolma per ritirare il premio Nobel alla letteratura.

Dopo i festeggiamenti iniziali, Joan si appresta a riflettere sugli eventi del passato che hanno condotto il compagno verso il rinomato titolo, e cosa significhi questo per la loro famiglia. Difatti, è sempre stata lei a scrivere i libri. Per tantissimi anni ha pensato alle storie dell’osannato Joe Castleman. Quand’è il momento della consegna della maggiore nomina della carriera, valuta seriamente la possibilità di uscire allo scoperto. Naturalmente, dietro la scelta di pubblicare a nome del marito c’è un retaggio patriarcale, che non approva la riuscita di grandi romanzi da parte del genere femminile.

Così, oltre che un signor racconto cinematografico, The Wife – Vivere nell’ombra dà spunto di riflessione sulle numerose personalità femminili “messe nell’ombra” nel corso dei secoli. La trasposizione affonda le radici nell’omonimo romanzo della Wolitzer, mandato in stampa nel 2003. Malgrado non riporti fatti realmente accaduti, la scrittrice trae ispirazione dalle vicende della propria madre. Dunque, la fatica letteraria prova ad analizzare il disturbo narcisistico del personaggio maschile, mentre si focalizza contestualmente sulle oppressioni psicologiche che alle donne toccava sopportare nella sfera professionale, ieri come oggi.

Una scena di The Wife - Vivere nell'ombra

In un’intervista rilasciata al magazine Forbes nel 2018, Meg Wolitzer ha sottolineato come per la stesura del romanzo ha preso in esame le vicende di sua madre, la scrittrice Hilma Wolitzer, i cui libri ebbero pubblicazione tra gli anni Sessanta e Settanta. Desiderava approfondire il privato. Non nello specifico di mamma, ma analizzare come certi uomini in tale ambiente siano stati esaltati.

Poi ha sempre provato della curiosità riguardo alle questioni che toccano le discriminazioni di genere. Ciò ne ha sempre influito l’attività. D’altronde, sebbene la pellicola torni indietro nel tempo fino alla fine degli anni Cinquanta, quando Joan era una semplice studentessa del docente Joe Castleman, la pratica di doversi nascondere dietro a un nome maschile è stata adottata pure nel mondo contemporaneo. In definitiva, il romanzo della Wolitzer e il film di Björn Runge si soffermano anche sui pregiudizi rimasti nella società.

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