The Walk: la storia vera del film nell’incredibile impresa di Philippe Petit

Nell'agosto del 1974 il giovane funambolo Philippe Petit tentò l'impossibile: camminare sospeso nell'aria tra le Torri Gemelle. Il regista Robert Zemeckis ha raccontato l'impresa nel suo film del 2015 The Walk

Il 6 agosto del 1974 a New York era un martedì come tutti gli altri: nessuno poteva immaginare che in quel giorno un giovane ragazzo francese potesse letteralmente camminare nell’aria. Quella mattina infatti Philippe Petit camminò per ben quarantacinque minuti su una fune d’acciaio tese fra le due Torri Gemelle del World Trade Center, senza alcuna protezione e lasciando completamente attoniti i passanti, che furono così inconsapevoli testimoni di una delle imprese più famose dell’epoca.

L’impresa e la figura di Philippe Petit hanno affascinato talmente tanto l’immaginario comune, che il suo coraggio ha ispirato diverse opere: dapprima un cortometraggio dal titolo High Wire, diretto da Sandi Sissel nel 1984, poi un documentario, Man on Wire – Un uomo tra le Torri di James Marsh, premiato nel 2009 con l’Oscar per il Miglior documentario. Più recentemente invece, il regista Robert Zemeckis ha deciso di portare sul grande schermo la storia di quest’uomo, piccolo solo nel nome, con The Walk. Sfruttando al massimo le potenzialità del 3D, Zemeckis è riuscito a portare al cinema quell’atmosfera incredibile che solo l’impresa di Petit riuscì a creare: una passeggiata di poco meno di un’ora letteralmente sospeso nell’aria, definita dall’artista un vero e proprio “colpo”, quasi si trattasse di una rapina.

Philippe Petit: la nascita dell’artista e le traversate sospeso nel vuoto, la più clamorosa delle quali rappresenta la storia vera di The Walk

Philippe Petit Notre Dame Cinematographe

Philippe Petit nasce a Nemours nel 1949 e fin da subito si rivela un ragazzo sopra le righe, ma sicuramente destinato a grandi cose. Completamente autodidatta, il giovane Philippe si avvicina prima al teatro, per poi scoprire la passione per il funambolismo. A soli 17 anni inizia ad esibirsi, anche in sella al suo monociclo, con il quale spesso deve fuggire dalla polizia. Le improvvisate performance dell’artista infatti gli sono valse ben cinquecento arresti. Un ragazzo sicuramente vivace ma pronto per rompere gli schemi e diventare un artista. Dopo essere stato espulso da diverse scuole, poco più che maggiorenne, Philippe decide di andarsene di casa e diventare un vero artista di strada. E proprio sulla strada inizia a raccogliere i primi successi. Ma il suo habitat naturale è sempre stata l’aria e ben presto, le imprese quasi impossibili diventano il suo pane quotidiano.

Come mostrato nel film, prima dell’impresa delle Torri Gemelle, Philippe Petit effettuò altre “passeggiate sospese”. Nel 1971 il funambolo camminò su una fune che collegava i due campanili di Notre-Dame a Parigi, mentre nel 1973 fu la volta delle estremità dei due piloni a nord dell’Harbour Bridge a Sydney. Imprese sicuramente impressionanti, che in qualche modo anticiparono il grande “colpo” che Petit aveva in mente per New York.

Philippe Petit Sydney Cinematographe

The Walk e Il “colpo” di Philippe Petit: la traversata delle Torri Gemelle

In The Walk è l’attore Joseph Gordon-Levitt a vestire i panni di Philippe Petit. E, all’inizio del film, è proprio Levitt a vedere su un giornale in una sala d’aspetto l’immagine delle Torri Gemelle: proprio in quel momento, il suo personaggio deciderà di tentare l’impossibile. Nella realtà, le cose andarono proprio così. La vera scoperta del World Trade Center da parte dell’artista avvenne però nel 1963, quando aveva solo 17 anni e non poco prima dell’impresa, come mostra il film. Il giovane Philippe, in attesa dal dentista, vide su un giornale l’immagine delle Torri Gemelle, ancora nella fase iniziale di costruzione: fu in quel momento che l’artista decise che avrebbe tentato di attraversarle.

Dopo 6 anni e tante altre performance, Philippe sbarca finalmente a New York, pronto per tentare il suo “colpo“. È lo stesso Petit a definire le sue esibizioni in questo modo: nessuna anticipazione o conferenza stampa, nessun dettaglio in anteprima, solo azione, da un momento all’altro, pronta per stupire e quasi sempre al limite della legalità. Il “colpo” di New York però non fu affatto facile. Al contrario di come viene mostrato nel film di Zemeckis, Philippe si recò in più occasioni nella Grande Mela, per studiare al meglio la situazione e vedere più da vicino le Torri. L’artista poi non riuscì nella sua impresa al primo tentativo: prima del “colpo” del 6 agosto ce ne fu un altro, non andato a buon fine. Fu proprio a causa di questo fallimento che Petit chiese alla sua ragazza, Annie, di raggiungerlo in America, per dargli supporto.

Philippe Petit Cinematographe

Il “colpo” decisivo invece andò realmente come raccontato da Zemeckis: Petit aveva un uomo all’interno che aiutò lui e i suoi amici a portare le attrezzature in cima alle Torri; tutti i componenti della banda e lo stesso Philippe dovettero travestirsi veramente da operai per passare inosservati; la fune infine fu realmente tirata da un Torre all’altra con un arco. Anche il modello delle Torri Gemelle, costruito dallo stesso artista, esiste veramente. Tutti elementi fondamentali che resero possibile quello che lo stesso Philippe, appena viste per la prima volta le Torri Gemelle, definì impossibile: “Impossibile, impossibile, impossibile. Questo è sicuro. Quindi iniziamo a lavorare“.

Il 6 agosto del 1974 Philippe Petit passò così alla storia. Il funambolo camminò per quarantacinque minuti avanti e indietro su una fune di acciaio di appena 3 centimetri di spessore, sospeso a quasi 420 metri d’altezza, senza alcuna protezione, con il solo aiuto di un’asta per mantenere l’equilibrio. Una passeggiata lunga 42 metri, che Philippe effettuò 8 volte, fermandosi anche per salutare il pubblico con un inchino e sdraiandosi poi completamente sulla fune, al centro del percorso.

Philippe Petit New York Cinematographe

Il “colpo” riuscì alla perfezione. Philippe Petit legò il suo filo tra gli edifici più alti del mondo, esistenti in quel momento. L’impresa dell’artista non passò però di certo inosservata. Una volta sceso, Philippe fu arrestato ma la grandiosità della sua performance stupì tutti, tanto che le accuse contro di lui furono ritirate e il procuratore distrettuale tramutò la sua condanna nell’obbligo di esibirsi per i bambini a Central Park. Come in The Walk, L’Autorità Portuale di New York e New Jersey decise di concedere all’uomo che camminò nell’aria un pass a vita per l’Observation Deck delle Torri Gemelle.

Nemmeno lo stesso Philippe però poteva immaginare che qualche decennio più tardi le sue Torri sarebbero state distrutte e che nessuno avrebbe più potuto mettere piede su quella sommità che solo lui è riuscito a conquistare.