10 registi che hanno QUASI diretto un film di supereroi

Quando Edgar Wright (Scott Pilgrim vs the World) ha abbandonato la realizzazione di Ant-Man dopo averne sviluppato il progetto per circa otto anni, un paio di settimane prima che venissero realizzate le prime foto ufficiali, molti fans sono rimasti più o meno sconvolti, temendo che il prodotto finale non potesse partire senza il suo consenso. Fortunatamente, Peyton Reed (Bright It On) ha presto rimpiazzato Wright facendo emergere con destrezza e simpatia nel film il proprio amore per i fumetti ed i supereroi, aggiungendo alcuni elementi che gli affezionati del genere hanno molto apprezzato.

Ora Ant-Man è uscito in dvd la prima settimana di dicembre, permettendo agli spettatori di vedere il film con Reed e Paul Rudd, accompagnato da un documentario che getta luce sulle dinamiche che caratterizzano la versione di Wright (i costumi, la struttura, le scene entusiasmanti, il finale nella cameretta di una ragazzina) e le aggiunte successive (i montaggi di Michael Peña, la sottotrama di Janet van Dyne e Wasp).

10 registi che hanno QUASI diretto un film di supereroi

Chiaramente, Wright non è il primo regista che rifiuta la possibilità di girare un film di supereroi ad altissimo budget: un esempio di cui si è parlato davvero in abbondanza è lo Spiderman di James Cameron, che avrebbe dovuto avere la faccia di Leonardo Di Caprio (qui). Analizziamo insieme dieci esempi di registi che hanno abbandonato il progetto prima di portarlo a termine.

Wes Craven – Superman IV: The Quest for Peace (1987) poi diretto da Sidney J.Furie

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Tecnicamente il maestro dell’horror, Wes Craven, avrebbe dovuto realizzare una specie di film di supereroi a basso costo, una versione di Swamp Thing, nonostante il personaggio sia difficilmente considerabile come un supereroe e nel 1982 fosse un semplice film. Ha avuto una seconda opportunità quando la Cannon Films gli ha proposto di dirigere il film a grande budget Superman IV, proposta subito offuscata dalla presenza di Christopher Reeve. La scelta di Craven ha danneggiato diverse carriere, specialmente quella dell’attore e ha bloccato il franchise di Superman per circa un ventennio.

Joe Dante – Batman (1989)/The Panthom (1996) poi diretto da Tim Burton

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Personaggio di rilievo per aver realizzato film come Gremlins e Innerspace, Dante ha avuto due occasioni di testare le proprie abilità in ambito di fumettistico e sembra averle bruciate entrambe. Lasciò la regia di Batman perché non ci credeva abbastanza. Joe Dante ricorda:

Non potevo digerire l’idea di un ragazzo che vive su una collina, vestendosi come un pipistrello. Robin e tutto il resto…Così ho raccontato loro che non credevo di essere la persona adatta a dirigere il film. Loro, chiaramente, mi hanno ripetuto ‘Tu devi essere un folle!’, ma davvero io credevo, e continuo a credere, che non ero la giusta scelta per il film. Non sarebbe stato il film che ha realizzato Tim Burton. Non mi pento di aver rifiutato.

Un altro personaggio dei fumetti che avrebbe quasi portato in vita il Lee Falk di The Phantom, che scrisse con Jeffrey Boam come satira dei film di supereoi. Settimane dopo aver registrato delle scene in Australia, la Paramount si rifiutò di finanziare ulteriormente il film, ragion per cui Dante rifiutò di procedere anche questa volta.

Walter Hill – Dick Tracy (1990) poi diretto da Warren Beatty

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Tra gli anni ’70 e ’80 Walter Hill era il regista di film d’azione più quotato in assoluto. John Landis aveva commissionato Jim Cash e Jack Epps Jr. per scrivere la sceneggiatura di un film dedicato a Dick Tracy, il personaggio dei fumetti originariamente creato da Chester Gould. La regia, successivamente, venne affidata proprio a Walter Hill che doveva dirigere sulla scena Warren Beatty. Grazie allo script di Cash ed Epp, Hill ha realizzato un set per la visione di un violento film di criminalità sulla scia de Gli Intoccabili, successivamente abbandonato e passato nelle mani dello stesso interprete.

Robert Zemeckis – The Shadow (1994) poi diretto da Russel Mulcahy

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Sembra essere un adattamento di The Shadow, il protagonista del pulp crime ideato da Walter B. Gibson, molto vicino e caro a Robert Zemeckis e a Bob Gale, suo collaboratore nella stesura dello script. Entrambi hanno lavorato al progetto con la Universal nei primi anni ’80 ma, successivamente, si sono concentrati sul  loro migliore successo, Ritorno al futuro. Una volta ottenuto il successo con Chi ha incastrato Roger Rabbit e Dr. Strange, la sceneggiatura di The Shadow è passata nelle mani di Howard Franklin. Gale racconta a Starlog  nel 1986:

Vediamo The Shadow agire di note, una sorta di Dracula benevolo che terrorizza i criminali. E’ un action-film orientato, che attinge elementi dagli show radiofonici e dai libri.

Tarsen Singh, Constantine (2005) poi diretto da Francis Lawrence

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Provenendo dal mondo dei video musicali e commerciali, Tarsem ha fatto il suo primo debutto alla regia con il thriller surrealista, The Cell. La Warner Bros ha subito pensato a lui per portare sul grande schermo l’adattamento del fumetto Hellblazer: subito si pensò a Nicolas Cage nei panni di John Constantine, ma Tarsem lasciò il progetto. Lo studio di produzione pensò dunque a Francis Lawrence, mentre Tarsem si dedicò alla realizzazione di The Fall, un film indipendente tra i più affascinanti di questo decennio.

McG, Superman Returns (2006) poi diretto da Bryan Singer

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Il regista di Charlie’s Angels era uno dei tanti corteggiati dalla Warner Bros per riportare sullo schermo il personaggio di Superman. McGinty Nichol programmò di girare una sceneggiatura scritta da J.J.Abrams intitolata Superman:Flyby che avrebbe giocato con le origini kryptoniane di Kal-El. Lasciò improvvisamente il progetto per essere rimpiazzato da Ratner, poi ritornò e fece un grosso lavoro di progettazione così come pianificò il casting, includendo Robert Downey Jr. nei panni di Lex Luthor e Shia LaBeouf in quelli di Jimmy Olsen. Successivamente lasciò in maniera definitiva la sedia del regista a Bryan Singer.

 

Paul Greengrass, Watchman (2009) poi diretto da Zack Snyder

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Nonostante sia Terry Gilliam e Darren Aronofsky siano stati entrambi contattati diverse volte per adattare il capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons, nessuno dei due è stato in grado di realizzarlo. Verso la metà del 2000 sembrava che il produttore Larry Gordon avesse trovato in Paul Greengrass (The Bourne Supremacy) la persona giusta per adattare in formato grafico il racconto a tema supereroi che sia Gilliam che Moore avevano definito ‘non adattabile al grande schermo’. Il film passò successivamente nelle mani di Zack Snyder che seguì la costruzione del set ed organizzò il cast , il quale, secondo i rumors, avrebbe vantato la presenza di Joaquin Phoenix, Paddy Considine, Hilary Swank, Jude Law e Ron Perlman.

Darren Aronofsky, The Wolverine (2013) poi diretto da James Mongold

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Nel 2010, la Fox ha assunto l’acclamato regista Darren Aronofsky per realizzare un seguito dello spin-off di scarso successo a tema supereroi  X-Men Origins: Wolverine, con un occhio verso di riguardo verso Hugh Jackman, che ha lavorato con Aronofsky in The Fountain – l’albero della vita. Con una sceneggiatura di Christopher McQuarrie basata su una miniserie di Frank Miller degli anni ’80 ambientata in Giappone, Aronofsky ha re-immaginato la storia come se una volta potesse esistere al di fuori della continuità del franchise degli X-Men. Dopo aver messo su la produzione a New York e in Giappone, Aronofsky si è improvvisamente tirato fuori, adducendo ragioni familiari. Ha dichiarato Aronofsky:

Mentre parlavo in maniera più ampia del film con i miei collaboratori alla Fox, diventava chiaro che la produzione di The Wolverine avrebbe potuto tenermi fuori dal Paese per quasi un anno.

Mentre i motivi familiari potrebbero essere stati reali, qualcuno ha speculato sul fatto che il regista di Black Swan, il successo a sorpresa, avrebbe dato ad Aronofsky il peso necessario per permettergli di dedicarsi alla realizzazione del suo progetto Noah piuttosto che ad un progetto a contratto.Hugh Jackman si è poi rivolto al regista del suo Kate & Leopold per concludere il lavoro.

Joe Carnahan, Daredavil (2015) successivamente di produzione Netflix

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Dopo che il Daredevil di Ben Affleck non è riuscito ad attirare l’attenzione del mondo, la 20th Century Fox ha indugiato fino all’ultimo su un immancabile reboot, quando ha scelto di ingaggiare David Slade (30 Days Of Night) per sviluppare una nuova visione del personaggio, se non che alla fine ha abbandonato il progetto per dirigere il ‘pilot’ di Hannibal. Sulla scia dell’uscita di Slade, la Fox si è data da fare per mettere insieme un film a tema supereroi valido prima che i loro diritti sui personaggi fossero conclusi. Entra Joe Carnahan, che ha precedentemente lavorato con la Fox per The A-Team. Ha iniziato formulando piani per una grintosa trilogia di ispirazione ‘Scorsesiana’ che prenda il suo tono dalla riproduzione di Frank Miller del personaggio, anche creando un filmato con spezzoni tratti da Taxi Driver e The Warriors. “Ho proposto una Trilogia che segue: Daredevil ‘73, Daredevil ‘79 e Daredevil ‘85, dove stavo andando a fare una sorta di ‘libretto culturale’ e a rendere la musica di quelle epoche una specie di arco tematico“, ha detto Carnahan. “Così il primo sarebbe stato Rock Classico, il secondo sarebbe stato Punk Rock e il terzo film sarebbe stato ‘New Wave’ “. In definitiva Carnahan non poteva completare in tempo la sua sceneggiatura, implorando Marvel per un prolungamento che non ha concesso, e infine i diritti sono ritornati alla compagnia, finendo nell’acclamata serie Netfilx che ha avuto un approccio più grintoso ma nettamente più moderno.

Michelle McLaren, Wonder Woman (2017), poi diretto da Patty Jenkins

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Michelle MacLaren è considerata in molti ambienti una delle migliori figure televisive di comando dell’industria dello spettacolo, dirigendo una lista di episodi di serie come Game Of Thrones, The Walking Dead e Breaking Bad, vincendo degli Emmy’s consecutivi per quest’ultima. Quando la Warner Bros. l’ha assunta verso la fine del 2014 per girare il film a tema supereroi dedicato solo a Wonder Woman nell’ambito dell’Universo espanso della DC Comics, è stata accolta sia dai fans che dall’industria come una mossa audace, perchè sarebbe diventata la prima donna a dirigere un film di supereroi dal grosso budget e d’intrattenimento su larga scala. Tuttavia, dopo sei mesi, la MacLaren ha abbandonato il progetto a causa delle classiche “divergenze creative”. Le chiacchiere che circolano dicono che la MacLaren abbia immaginato una scomposta storica simile a quella di Braveheart, mentre lo studio ricercava qualcosa di meno ampio e più orientata sul personaggio, diffidente di una regista che per la prima volta prendeva in mano qualcosa di così importante. La scelta è poi ricaduta su Patty Jenkins, un’altra veterana della tv con esperienza alla regia, nota per l’acclamato e drammatico film di serial killer, Monster.

Fonte: Superherohype.com