Sulle ali dell’avventura: la storia vera del film di Nicolas Vanier

La storia vera di Christian Moullec, l'uomo che dal 1995 accompagna gli uccelli migratori nei loro viaggi, raccontato in Sulle ali dell'avventura.

Christian è uno scienziato visionario che studia le oche selvatiche. Per il figlio adolescente, troppo attaccato ai videogiochi, l’idea di passare le vacanze con suo padre sembra un vero incubo da film horror. Questa esperienza insieme però li cambierà profondamente. Questa è la trama di Sulle ali dell’avventura, il film del 2019 di Nicolas Vanier, con Jean-Paul Rouve e Louis Vazquez. Il film, presentato per la prima volta al Festival du film francophone d’Angoulême lo scorso anno, è tratto da un’affascinante storia vera, quella di Christian Moullec, che ha dedicato una vita intera agli uccelli in pericolo.

Sulle ali dell’avventura: l’emozionante storia vera di Christian Moullec

sulle ali dell'avventura, cinematographe.it

Lavorando come meteorologo, Christian Moullec ha avuto costantemente familiarità con le nuvole che giacciono sopra di noi. L’uomo però ha sempre pensato che osservare solamente il cielo non bastasse e che bisognasse avvicinarsi sempre di più all’ammasso di zucchero filato galleggiante nell’atmosfera. Grazie al suo ultraleggero, non solo è riuscito a raggiungere il suo scopo, ma lo ha reso ancora più nobile. Pur di fare ciò che sognava da bambino, l’uomo ha dedicato le sue esperienze di volo alla fauna selvatica. Ha volato per aiutare degli uccelli migratori a fare il loro viaggio in sicurezza.

La storia di Moullec – raccontata in Sulle ali dell’avventura – è iniziata nel 1995, quando ha scoperto per la prima volta che le oche minori dalla fronte bianca stavano lottando per portare a termine la loro migrazione. Sebbene il loro percorso fosse “solo” dalla Germania alla Svezia, l’uomo ha capito che in realtà il viaggio avrebbe potuto portare grossi rischi per la specie. Moullec ha deciso quindi di aiutare il viaggio delle oche, rivelando però che all’inizio “è stato molto difficile per me. Gli uccelli non volevano seguirmi”. Il suo sforzo di volare al fianco delle oche, inizialmente, non ebbe successo. Provò allora un altro metodo, allevando egli stesso le oche fin dalla loro nascita e accompagnandole in tutte il loro viaggio. Credeva che usando questo metodo – chiamato imprinting – le oche avrebbero potuto considerarlo la loro “madre”. In questo modo le oche, prendendolo come punto di riferimento, potevano seguirlo ovunque andasse. Moullec ha rivelato che questa esperienza dell’allevare fin dalla nascita le oche lo ha toccato nel profondo, tanto da considerarle come vere e proprie figlie.

sulle ali dell'avventura, cinematographe.it

Dopo la prima esperienza, Moullec non si è pentito della sua decisione di impegnarsi completamente in ciò che oggi continua a fare. Soddisfatto del suo lavoro, infatti ha deciso di continuare il suo lavoro nel guidare gli uccelli migratori. Durante il suo lavoro ha ricevuto anche molto sostegno da parte di sua moglie, che lo ha addirittura accompagnato nei suoi voli e diventando a tutti gli effetti la sua partner anche a lavoro. Moullec ha rivelato che volare con gli uccelli gli ha dato la felicità che non aveva mai provato prima. “È un’esperienza spirituale travolgente!” ha rivelato “La cosa più bella è volare nei cieli con degli angeli, che sono poi questi uccelli”.

Nell’ultimo periodo, il Moullec di Sulle ali dell’avventura ha dato la possibilità anche ad alcuni turisti – che si chiedevano cosa si provasse a volare con gli uccelli migratori – di fare un viaggio con lui. In questo modo, ha offerto l’opportunità a persone di tutto il mondo e in particolare agli europei di vivere un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.