Solo: A Star Wars Story – spiegazione del finale del film

Lo spin-off su Han Solo è attualmente al cinema e, a meno che tu non sia un grande fan di Star Wars, potrebbe servirti una mano per capire meglio il finale del film. Ma occhio agli spoiler! 

Il finale di Solo: A Star Wars Story è molto più complesso (e sorprendente) di quanto tu possa immaginare. Scopriamo il perché e come quelle scene siano fondamentali per capire chi è davvero Han Solo!
La narrazione del film si estende per oltre tre anni, durante il controllo dell’impero sulla galassia, tra i prequel e la trilogia originale della principale saga sugli Skywalker, mostrando un giovane Han Solo impegnato a divenire il contrabbandiere che noi tutti conosciamo, compiendo così il proprio destino.

Il succo della trama in Solo sono le varie rapine criminali messe in atto: dopo aver perso una spedizione di costoso coaxium durante un assalto al treno, Han, Chewie, il suo nuovo mentore Beckett, Lando Calrissian e Qi’ra devono trovare un modo per rimpiazzare il carico, creando un elaborato piano che prevede il recarsi alle miniere di Kessel (in 12 parsec, se si arrotonda), ma il momento in cui le cose davvero prendono il sopravvento è lo showdown finale. Accadono così tante cose, ed entrano in gioco diversi personaggi chiave, che può essere difficile tenere il filo.
Inoltre, come se non bastasse, ritorna un personaggio che non si vedeva sugli schermi da più di vent’anni e avrà un grande impatto sulla vita di Han.

Ecco, quindi, l’intero finale del film Solo: A Star Wars Story, spiegato nei minimi dettagli. Occhio agli SPOILER!

Il piano di Han Solo contro Dryden Vos

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Il conflitto finale inizia quando Han e compagni arrivano su Savareen con il coraxium potenziato pronto per le raffinerie. Per prima cosa si trovano faccia a faccia con Enfys Nest – rivelatasi una Ribelle (la prima) che combatte contro l’Impero – e non il mercenario senza scrupoli che credevano loro. Questo crea un dibattito in Han, che sta cercando una via d’uscita dalle grinfie dell’Impero: rinunciare al carburante per Vos o fornirlo a Enfys?

Han punta contro la mancanza di fiducia di Dryden Vos, dandogli il coraxio ma facendogli credere che sia un falso, in modo da fargli chiamare così i suoi uomini migliori a prendere il “vero” carburante da Enfys, i cui ribelli combatteranno prontamente, lasciando Vos totalmente incustodito per Solo e il suo blaster.

Il tradimento di Beckett

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Tuttavia, Dryden Vos rivela di essere stato informato da uno dei suoi confidenti del piano di Han. L’immediato sospetto è Qi’ra, il suo luogotenente, ma solo perché Beckett era apparentemente appena partito per Tatooine, per un ultimo lavoro di contrabbando. Sin dall’inizio si era intuito che Beckett era inaffidabile: aveva quasi lasciato Han e Chewie a Mimban e aveva detto esplicitamente a Han di “supporre che tutti ti tradiscano, e non sarai mai deluso”.

La domanda è: il piano di tradire Vos c’è sempre stato o è semplicemente opportunistico?Se c’era fin dall’inizio allora la maggior parte del film è una commedia di Beckett e quell’avvertimento del tradimento è solo un barlume di compassione. Se si tratta di opportunismo, allora le cose riguardano più l’autoconservazione, con Beckett che non vuole essere dalla parte sbagliata della giustizia. In ogni caso, questo momento è un tradimento fondamentale della fiducia di Han e la prima delle due lezioni che presto imparerà.

“Han shoots first”

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Diamo uno sguardo alla fine del rapporto tra Han e Beckett. Tobias prende Chewie e progetta di fuggire con tutto il carburante. Beckett cerca di prender tempo coinvolgendo Han in una discussione, ma questa volta Han non sta ascoltando e gli spara.
Questo rimanda alla ormai celebre frase: “Han Shot First”, nata dalla polemica dei fan di Star Wars quando, nelle edizioni speciali del 1997, George Lucas ha rifatto la scena dello scontro tra Han e Greedo, in modo che sembrasse che Han sparasse solo per rappresaglia (fu successivamente cambiata per la versione in DVD del 2004, ma il problema principale rimase). La mossa è stata vista come un ammortizzatore per l’innata criminalità di Han, diventando rapidamente un’emblema di tutte le alterazioni fatte da Lucas nel corso degli anni.

Questa scena riporta anche alcuni trucchetti famosi di Han: non può battere Beckett in combattimento, quindi usa astuzia e conoscenza del suo avversario, collegando la lezione che ha imparato, e cioè pensare in anticipo. Tuttavia, la prima azione di Han dopo aver sparato è di tenere Beckett tra le braccia mentre muore, e questo ci rimanda a quello che Qi’ra ha detto di lui: è un uomo buono.

Il tradimento di Qi’ra

Dopo che Beckett se ne va, Dryden e Han si ritrovano coinvolti in uno scontro che viene interrotto dall’unica altra persona nella stanza: Qi’ra. Entrambi pensano che si schiererà con loro, e questo è a suo vantaggio: riconosce che la fiducia in lei è una debolezza condivisa tra Vos e Solo, e la usa per tradirli entrambi.
Per prima cosa finge di battersi con Han solo per creare false speranze in Vos, ma poi lo pugnala con la sua stessa arma. Successivamente Solo e Qi’ra sembrano cospirare per lavorare insieme, facendo addirittura piani per il loro futuro insieme.

Tuttavia, mentre Han affronta Beckett, lei se ne va e lo lascia indietro. Nei tre anni in cui erano separati, Qi’ra si è indurita molto, è sfuggita da Corellia, ma conduce ancora una vita da criminale, e quindi tutto ciò che sa fare è imbrogliare. Qi’ra evidentemente ha ancora sentimenti per Han (lo lascia vivere), ma convincerlo a confrontarsi con Beckett è in realtà solo un’altro modo per giocare con i suoi punti deboli, in questo caso: la sua innata bontà.

Il ritorno di Maul

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Dopo aver tradito la fiducia di Han, Qi’ra contatta il leader dell’Alba Cremisi e, quando si rimuove il cappuccio, scopriamo che si tratta di Maul, l’ex Darth apparve per l’ultima volta sul grande schermo in The Phantom Menace, 19 anni fa, tagliato a metà da Obi-Wan Kenobi e rotolato giù nel reattore di Naboo.

Darth Maul sopravvisse grazie alla cauterizzazione con la spada laser e trascorse il decennio successivo in isolamento, nutrendosi di pura rabbia prima di essere riportato in guerra dal fratello Savage Opress. Insieme, i due presero parte alla lotta contro i Sith e gli Jedi, e Maul ottenne una rivincita sia contro Sidious che contro Kenobi. In seguito formò il Collettivo delle Ombre, un’alleanza di organizzazioni criminali che mirano a destabilizzare il dominio galattico. Successivamente lo vediamo in Star Wars: Rebels, dove si scontrò con l’equipaggio di Ghost, per un ultimo scontro con Kenobi, che lo batté senza sforzo. Inizialmente etichettato come personaggio controverso, molti fan hanno accettato con gioia il suo ritorno.

L’ apparizione di Maul in Solo si svolge tra The Clone Wars e Rebels. Si trova sul suo pianeta natale Dathomir, presumibilmente avendo già fondato l’Alba Cremisi (probabilmente dedicata ai cieli rossi dei pianeti) dai resti del Collettivo delle Ombre. Sì, Maul è il capo della misteriosa organizzazione dietro ad ogni evento in Solo e, dopo che Qi’ra ha sostituito Dryden, diventa una delle sue principali donne.

Han vince Falcon

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Sebbene Solo sia pieno di momenti che spiegano molti momenti chiave della trilogia originale: da come Han ha ottenuto il suo cognome, dove è nato “I know“… il più grande mistero è rimasto per ultimo: Han ha vinto il Millennium Falcon battendo Lando a Sabacc.

Dopo esser stato già battuto da Lando a causa dei suoi imbrogli, Han cerca la rivincita, consapevole di essere destinato a pilotare quell’astronave. Questa volta non si lascia fregare e impedisce a Calrissian di imbrogliare, vincendo così lealmente (ma comunque con molta astuzia) la partita a carte. E la vittoria finale è ancora più vittoriosa.

Han e Chewie volano a Tatooine – e Jabba the Hutt

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Prima del suo tradimento, Beckett dice ad Han che c’è un gangster su Tatooine che cerca di mettere insieme una squadra per un lavoro e sostiene che sarà il suo ultimo lavoro prima di tornare a casa. Han inizialmente lo rifiuta, ma dopo che sia Beckett che Qi’ra hanno rivelato i loro veri intenti, lui e Chewie decidono di cogliere l’occasione.

Quasi certamente questo gangster è Jabba the Hutt, a cui è già stato fatto riferimento per tutto il film quando nominano il Cartello di Hutt. Naturalmente ci sono molti Hutts in quell’angolo della galassia, quindi c’è una piccola possibilità che sia un’altra gigantesca lumaca (forse Gardulla, ex proprietario di Anakin Skywalker), ma sembra improbabile.

Tuttavia, ciò non significa che Han e Chewie volino via per andare direttamente. Solo finisce circa dieci anni prima dell’originale Star Wars (più o meno), il che significa che c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare alla loro reintroduzione in Una nuova speranza. Han deve ancora guadagnarsi la sua reputazione da “buon contrabbandiere”.

Come tutto questo cambia Han Solo

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Dal primo fotogramma si intuisce che lo scopo del film è quello di esplorare chi è Han Solo. In effetti, una delle parti più sorprendenti del film, è il focus sui dadi d’oro: presenti nei film di Star Wars dal 1977, sono con Han appesi sul cruscotto dello speeder a inizio film e sono con lui piazzati nella cabina di pilotaggio del Falcon, proprio come il nostro protagonista è, fondamentalmente, nello stesso posto in cui era all’inizio… più o meno.

Quello che Han sta cercando è un posto dove stare: una famiglia o una tribù da chiamare sua. Ciò che è cambiato è la sua comprensione di quell’obiettivo. All’inizio i suoi desideri chiave sono di sfuggire dalle baraccopoli di Corellia e volare attraverso la galassia con Qi’ra, ma attraverso le sue esperienze in una galassia governata da una dittatura autoritaria sull’orlo della guerra, apprende che tale idealismo non può essere praticabile. Scopre attraverso la dura esperienza e il tradimento che il giusto posto per lui non è con Qi’ra o Beckett (rispettivamente una figura da amare e una figura da mentore, ma che entrambi lo hanno tradito).

È stata la sua inaspettata (e non convenzionale) amicizia con Chewie a essere davvero importante, ed è nel riconoscerlo che trova la sua strada. L’Han che abbiamo incontrato all’inizio di Solo è praticamente la stessa persona, con lo stesso scopo, che lasciamo alla fine, ma il modo in cui pensava di raggiungerlo è cambiato durante il viaggio.

Tutto questo fa parte del cambiamento più grande: la percezione che Han ha di sé. Questo era inevitabile da un punto di vista narrativo, mentre negli altri film della saga risulta oscurato dalla purezza di Luke, qui è un vero protagonista.

L’Han di Ehrenreich, rispetto a quello di Ford, non è ancora celato da una patina di freddezza e ha un cuore fin troppo scoperto.
Vediamo questo nella conversazione con Qi’ra prima di ribellarsi a Dryden, il punto decisivo nella loro relazione, in cui la principale motivazione di Han cade a pezzi.
Lei è persa in una vita criminale, non è mai fuggita, e riconosce che Han non sarebbe mai riuscito a fare la vita da fuorilegge che lui desidera pur di stare con lei.

Il costante bi-pensiero dietro a “Han Shot First” (spara per primo o reagisce?) è da sempre un buon ritratto per il personaggio, ma Han è un vero eroe, piuttosto che un anti-eroe amareggiato. Entrambi gli Han spareranno e faranno domande, ed è per questo che Alden Ehrenreich è in grado di incarnare Han senza avvicinarsi troppo all’imitazione di Ford. In Solo Han non ha bisogno di accettare di essere un eroe: la consapevolezza arriverà anni dopo. A questo punto del suo viaggio, si tratta solo di accettare di essere se stesso.

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