Robert Redford: le sue 10 migliori interpretazioni

Interprete intenso e misurato,regista impegnato: Robert Redford attraverso le sue migliori interpretazioni, da Il Grande Gatsby a Butch Cassidy.

Attore e regista, classe 1936, diviso tra cinema impegnato, film d’azione, drammi e commedie: Robert Redford, un premio Oscar alla regia per Gente comune (1981) e uno alla carriera nel 2002. Al fianco di tante leggende del cinema, da Marlon Brando a Paul Newman, ha dato vita a personaggi indimenticabili, soprattutto nei numerosi film diretti dal suo caro amico Sydney Pollack con il quale ha fondato anche il celebre Sundace Film Festival, trampolino di lancio di talentuosi registi contemporanei da Quentin Tarantino a Christopher Nolan. Intenso e misurato, elegante, regista impegnato – da The Conspirator a Leoni per agnelli – nel giorno del suo 82esimo compleanno vogliamo omaggiarlo ricordando le sue migliori interpretazioni.

La caccia di Arthur Penn (1966)

In uno dei suoi primi ruoli di rilievo, Robert Redford si trova al fianco della leggenda Marlon Brando, interpretando Bubber Reeves, un giovane fuggito dalla prigione che torna a Tarl, nel Texas, suo paese di origine, dove vive la moglie Anna (Jane Fonda).  Una cittadina in cui la differenza delle classi sociali è ben marcata: i potenti, i medio-piccoli borghesi, i poveracci, come la popolazione di colore. Il ritorno del ragazzo, però, non viene accolto nel migliore dei modi, fino al momento in cui un gruppo di borghesi, annoiati dalla loro tranquilla vita e dalla paura che Bubber possa essere fonte di pericolo, decidono di eliminarlo. A dargli man forte Calder, il nuovo sceriffo, deciso a tutti i costi di riportare Reeevs in galera.

Film di denuncia sull’America violenta e razzista che affronta diversi temi, alcuni tristemente attuali: l’odio di classe e razziale, la legge governata dalle armi da fuoco, le donne succubi degli uomini, invertendo così il “sogno americano”.

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Questa ragazza è di tutti di Sydney Pollack (1966)

Prima collaborazione tra Redford e quello che poi sarà il suo regista di punta e suo grande amico Sydney Pollack. Tratto da un testo teatrale di Tennessee Williams il film narra le vicende di Alva Starr (Nathalie Wood), la ragazza più bella e corteggiata di Dodson, nel Mississipi. Gestisce con la madre una pensione e proprio qui conosce Owen, un funzionario delle ferrovie incaricato di licenziare numerosi dipendenti. Tra Alva e Owen nasce subito l’amore ma il loro sentimento verrà ostacolato dalla madre di lei.

Pollack dirige questo dramma romantico senza scadere nello stucchevole, rappresentando al meglio la complessa psicologia dei due protagonisti grazie all’interpretazione rigorosa e intensa di Redford e Wood.

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A piedi nudi nel parco di Gene Saks (1967)

Tratto dall’omonima commedia teatrale di Neil Simon e diretto da Gene Saks, A piedi nudi nel parco è una spassosissima commedia romantica su una neo coppia di sposini, Paul e Corie Bretter, alle prese con i piccoli problemi quotidiani. Robert Redford e Jane Fonda, di nuovo insieme sul grande schermo, interpretano con naturalezza questa commedia frenetica, costituita da una battuta dietro l’altra, grande successo di Broadway (Redford aveva ricoperto lo stesso ruolo a teatro dal 1963 al 1967). Lei logorroica, spiritosa, sempre su di giri, lui pragmatico e frenato: gli opposti che si attraggono. All’inizio del film si baciano in continuazione, poi litigano, poi pensano al divorzio: alla fine vince l’amore.

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Butch Cassidy di George Roy Hill (1969)

Primo film per Robert Redford accanto a Paul Newman nel quale interpretano la leggendaria coppia di criminali Butch Cassidy e Sundance Kid. I fuorilegge del vecchio West, che costituirono la banda denominata “Mucchio Selvaggio”, alla fine dell’Ottocento si macchiarono di numerosi crimini e rapine. Professionisti in particolar modo degli assalti ai treni e d esperti tiratori, in particolare Kid che era considerato uno dei più veloci pistoleri dell’epoca. Cassidy la mente, Kid il braccio. Il film è vincitore di quattro premi Oscar: miglior canzone – Raindrops keep fallin’ on my head – e migliore colonna sonora a Burt Bacharach, migliore fotografia a Conrad Hall, migliore sceneggiatura a William Goldman. Uno dei migliori western dell’ultima generazione con una memorabile scena finale: Butch e Sundance  consapevoli di essere spacciati si lanciano fieri in una disperata sparatoria contro i nemici che li accerchiano.

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Corvo rosso non avrai il mio scalpo di Sydney Pollack (1972)

Di nuovo diretto da Pollack, Robert Redford interpreta Jeremiah Johnson figura liberamente ispirata alla vita del leggendario cacciatore ed esploratore Mangiafegato Johnson. Il soggetto è tratto dal racconto L’uccisore dei Corvi: la saga di “Mangiafegato” Johnson di Raymond Thorp e Robert Bunker e dal romanzo Mountain Man di Vardis Fisher.

1848. Jeremiah Johnson, veterano della guerra messicano – statunitense decide di rifugiarsi sulle Montagne Rocciose, nel Colorado: vuole intraprendere la vita del “mountain man”, cacciare animali e vivere libero nella natura selvaggia. Nel suo percorso incontra diversi personaggi: dal “maestro” “Artiglio d’Orso” Chris Lapp che gli insegna come sopravvivere sulle montagne, a una donna impazzita dopo lo sterminio della sua famiglia fino alla tribù di Teste Piatte, indiani cristianizzati il cui capo gli darà in sposa la figlia Swam. Un ritorno alla natura non privo di difficoltà: tante saranno le sfide da superare e il dolore da affrontare per Jeremiah, dotato di una forza e di una nobiltà d’animo incredibili intensamente interpretato da Redford.

Un’avventura classica, un western che Pollack dirige affrontando sotto una nuova ottica il rapporto tra nativi e “visi pallidi”, abbandonando il politicamente corretto, rifiutando interpretazioni semplicistiche: il nemico si può ritrovare nei pellerossa e nei soldati bianchi, come nella natura incontaminata.

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La stangata di George Roy Hill (1973)

Secondo film della vincente coppia Paul Newman e Robert Redford, sette Oscar tra i quali miglior film e regia, prima nomination per Redford.

Cult assoluto.  Johnny Hooker e Henry Gondorff si guadagno da vivere mettendo in piedi elaborate truffe nella Chicago degli anni ’30. Il loro azzardo più pericoloso sarà la “stangata” al pericoloso gangster Doyle Lonnegan creando una finta agenzia di scommesse.

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Colpi di scena, divertimento, un cast d’eccezione diretto magistralmente da Hill che conduce lo spettatore nel gioco di inganni e trucchi dei protagonisti accompagnati da una colonna sonora indimenticabile: una serie di brani ragtime fra cui The Entertainer, Maple Leaf Rag, Gladiolous Rag composti da Scott Joplin agli inizi del novecento e riarrangiati per il film da Marvin Hamlisch. 

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Il Grande Gatsby di Jack Clayton (1974)

Tratto dall’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald del 1925. Inizialmente affidata a Truman Capote la sceneggiatura fu poi adattata da Francis Ford Coppola, molto fedele al testo originale ma anche molto didascalico.

Anni ’20. Jay Gatsby di umili origini e divenuto miliardario non riesce a dimenticare il grande amore della sua vita Daisy (Mia Farrow) che si è sposata con un altro. Cerca di riconquistarla impressionandola con feste memorabili che tiene nella sua immensa villa a Long Island e finisce per dare la vita per lei.

Robert Redford nei suoi vestiti eleganti, nello sguardo sognante e malinconico, follemente innamorato di Daisy, è il Gatsby perfetto a fronte delle altre trasposizioni cinematografiche, una del 1949 di Elliot Nugent e quella più recente del 2013 diretta da Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio.

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I tre giorni del Condor di Sydney Pollack (1975)

Adattamento dal romanzo I sei giorni del Condor di James Grady. Manhattan, New York. Un commando di sicari irrompe in una sezione della CIA, impegnata in operazioni di OSINT, dove vengono letti e studiati libri e giornali provenienti da tutto il mondo in cerca di individui sospetti e codici segreti. Tutti gli operatori vengono sterminati tranne  Joseph Turner, nome in codice “Condor” uscito dalla sede momentaneamente per una commissione.

Scoperto il massacro, sentendosi in pericolo e non potendo fidarsi di nessuno, Turner sequestra una donna per caso, Kathy Hale (Faye Dunaway), obbligandola a tenerlo in casa sua per essere al sicuro. Dopo le naturali resistenze iniziali i due decideranno di collaborare.

Uno dei migliori film di spionaggio della storia del cinema, grande successo di pubblico in un periodo in cui l’opinione pubblica americana serbava dubbi e disillusione nei confronti della politica dopo lo scandalo Watergate e l’umiliante e dolorosa uscita di scena dell’America dalla guerra in Vietnam. Robert Redford comunica in pieno l’ansia e il clima di tensione dell’intero film, la solitudine e la frustrazione di un uomo contro un intero sistema.

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Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula (1976)

Una pietra miliare nel cinema d’inchiesta: tratto dall’omonimo libro di Bob Woodward e Carl Bernstein, ripercorre le vicende che hanno portato alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon in quello che è passato alla storia come “il caso Watergate”. Vincitore di quattro premi Oscar.

Nel film Robert Redford e Dustin Hoffman interpretano proprio i due giornalisti del Washington Post che portarono avanti l’inchiesta. Fu lo stesso Redford a incoraggiare Woodward e Bernstein a scrivere il libro perché interessato ad acquisire i diritti cinematografici: l’attore, infatti, non è solo interprete ma anche produttore esecutivo del film.

La coppia Redford – Hoffman – snobbata dall’Academy che non diede loro neanche la nomination – è ben calibrata e appassionata nel riportare sullo schermo la frenesia, l’impegno e la dedizione di due semplici giornalisti capaci, con un’ottima prova di giornalismo, di far crollare il potente Presidente degli Stati Uniti appena rieletto e con un consenso politico enorme.

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La mia Africa  di Sydney Pollack (1985)

Ispirato all’omonimo romanzo autobiografico di Karen Blixen, La mia Africa è la quinta collaborazione tra Sydney Pollack e Robert Redford qui al fianco di Meryl Streep.

1914. La ricca danese Karen Blixen sposa con un matrimonio d’interesse un ricco barone e si trasferisce con lui in Kenya per occuparsi delle piantagioni di caffè. Presto, trascurata dal marito, Karen si innamora, ricambiata, dell’avventuriero inglese Denys Finch-Hatton, ma l’idillio verrà spezzato da terribili ostacoli che la donna dovrà superare.

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Film d’impostazione classica, dalle atmosfere sognanti, merito anche della splendida fotografia di David Watkin che ha esaltato il suggestivo paesaggio africano: Pollack dirige il viaggio spirituale di una donna alla scoperta di sé stessa e di un sentimento, vero e profondo. Denys interpretato da Redford, intenso e fascinoso, è il classico uomo dei sogni, forte e coraggioso reso al meglio dall’interpretazione dell’attore.

Sette premi Oscar tra i quali miglior film e regia.

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