Chi è Renato De Maria? Film e vita privata del regista de Lo Spietato

Ecco chi è Renato De Maria: tra film e progetti televisivi, il regista marito di Isabella Ferrari ha alle spalle una carriera fatta di progetti impegnativi.

Chi è Renato De Maria? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul regista di Varese. Dagli esordi nel mondo del cinema, qualche curiosità sul suo conto, le polemiche de La prima linea, il matrimonio con Isabella Ferrari e molto altro. Dalla disorientata Bologna descritta in Paz! ai gruppi terroristici degli anni di piombo de La prima linea, Renato De Maria ha dimostrato di saper raccontare con semplicità piccole storie di uomini, sullo sfondo di un’Italia spaesata.

Un regista dalla professionalità eterogenea, capace di spaziare fra i più svariati campi dal cinema alla TV. In un’ottica ormai di un cinema che non viaggia più attraverso le sale potremo godere dell’ultimo film del regista sulla più famosa piattaforma dello streaming Netflix dal 19 aprile. La storia è quella di Santo Russo che si muove nella vertiginosa realtà Milanese. Ispirato a Manager Calibro 9 di Pietro Colaprico e Luca Fazzo, il nuovo film di Renato De Maria, scritto dallo stesso insieme a Valentina Strada e Federico Gnesini, si intitola Lo Spietato con protagonista Riccardo Scamarcio e Sara Serraiocco.

Renato De Maria: biografia e carriera del regista

Renato De Maria nasce a Varese nel 1958. Cresce a Bologna dove studia Scienze Politiche e Filosofia. Nel 1982 vince il riconoscimento per la migliore produzione video al Festival Cinemagiovani di Torino con numerosi lavori autoprodotti. Tra il 1982 e il 1985 alterna produzioni indipendenti tra cui installazioni video in gallerie d’arte e collaborazioni con la Rai, realizzando alcuni lavori di danza contemporanea e filmati da varie città del mondo per diverse trasmissioni televisive. Nel 1988, con un inedito formato in 35mm, dirige Love is the answer, video fotografato da Vittorio Storaro in favore della campagna di solidarietà per i malati di AIDS. L’anno successivo cura, con Sting, il documentario Raoni’s return, girato nella foresta amazzonica.

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Nel 1990 fonda la casa di produzione Monochrome per la quale scrive, dirige e produce diversi lavori. Tra il 1993 e il 1995 è ideatore del Laboratorio Cinematografico Pilastro, riservato ai giovani dell’omonimo quartiere bolognese. Esordisce alla regia di lungometraggi nel 1996 con Hotel paura nel cui cast troviamo Sergio Castellitto, Iaia Forte e Isabella Ferrari; presentato poi in diversi festival in tutto il mondo e vince un Sacher d’oro per la miglior opera prima. Nel 1999 realizza in Burundi e Ruanda il documentario Il figlio dell’odio, sull’odio razziale fra Hutu e Tutsi. Si passa così alla serie in 24 episodi Distretto di polizia in onda su Canale 5. Dirige Luca Zingaretti nel film-tv Doppio agguato, Sergio Castellitto nella versione televisiva del commissario Maigret e la moglie Isabella Ferrari nel film Amatemi. Ancora per la TV nel 2009 dirige Medicina generale con Nicole Grimaudo e Andrea Di Stefano. Tratto dal libro autobiografico del terrorista di Prima Linea Sergio Segio è regista di La prima linea. Sceglie come protagonista Riccardo Scamarcio per la fiction RAI, in sei episodi, Il segreto dell’acqua. Con la moglie Isabella Ferrari nel 2015 dirige La vita oscena.

Renato De Maria e Bologna: Paz!

Renato De Maria cinematographe.it

Renato De Maria ha vissuto quella realtà italiana che, forse ancora oggi, rappresenta la storia più oscura e misteriosa del nostro paese. Il regista la ricorda così: “una Bologna fra Radio Alice e il femminismo, gli indiani metropolitani e il nuovo fumetto, i filosofi francesi e i carri armati mandati dal ministro dell’Interno Cossiga per sedare la rivolta, le albe, l’eroina e l’illusione della rivoluzione. L’alto e il basso, la libertà espressiva e la nascita di un linguaggio che fino ad allora non si era mai visto, i deliri e i sogni in un contenitore in cui il nichilismo dava la mano al fuoco energico della creazione”. Alla fine tutto passò: “il fuoco si spense e rimase la cenere. Ci fu una diaspora. Qualcuno si perse, altri si scoprirono craxiani, l’ala militare del movimento scelse la clandestinità ed entrò nella lotta armata. Fu un risveglio tremendo dominato dalla paranoia”. Da questo risveglio De Maria decide di uscirne andando a New York impiegandosi nei lavori più disparati. In un momento non felice artisticamente riuscì a risollevarsi grazie a dei Super 8 in un cinema sull’Ottava strada che, all’insegna dello sperimentalismo, ebbe una vera illuminazione. Capendo che poteva effettivamente tentare la strada dell’immagine cinematografica decide di tornare in Italia come video-artista.

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Il film che segna il definitivo esordio è Paz! (2002), scritto da Ivan Cotroneo e Francesco Piccolo, si distingue per uno stile registico crudo e realistico. Quello che colpisce sono gli eccentrici protagonisti totalmente “fuori corso” non solo all’università, ma come nella vita. Una generazione allo sbando in una Bologna disegnata e descritta dal fumettista Andrea Pazienza. Il suo primo grande successo avviene quindi in ambito cinematografico basti ricordare che la pellicola in questione vince cinque Nastri d’Argento, un Globo d’Oro e due Ciak d’Oro, ma De Maria decide comunque di non abbandonare il mondo della televisione.

Renato De Maria e il rapporto con la moglie, Isabella Ferrari

Nel 2005 scrive e dirige un film su misura per la compagna Isabella Ferrari, Amatemi, splendido ritratto di una donna alla ricerca di una personale rivincita esistenziale. Il ruolo femminile mette in luce le doti di attrice della Ferrari, così tanto da aiutarla concretamente a rinnovare il suo percorso d’interprete. Sempre nello stesso anno convoleranno a nozze dal quale nasceranno i loro due figli Nina e Giovanni. In alcune interviste rilasciate dalla Ferrari parlando del loro rapporto lo definisce come un ménage semi-aperto… da una parte sola: la sua. L’attrice dichiarò che non poteva pensare di appartenere a un’unica persona, “il nostro matrimonio funziona da tanti anni perché io ho un piede fuori e Renato lo sa” aggiungendo poi di “non conoscere né la fedeltà né la gelosia”. Il gossip definitivo giunge nel 2016 quando Valeria Golino, lasciatasi con il compagno Riccardo Scamarcio, viene pizzicata a Sabaudia in teneri atteggiamenti con l’amico storico De Maria. Il regista però nega una possibile relazione.

Renato De Maria: le polemiche su La prima linea

Renato De Maria cinematographe.it

Attratto da sempre dai temi civili, nel 2009 decide di realizzare un film ambientato durante gli anni di Piombo, periodo difficile di sconvolgimenti con il quale l’Italia sta ancora facendo i conti. De Maria ci prova con La prima linea, con Giovanna Mezzogiorno e Riccardo Scamarcio, nei panni di Susanna Ronconi e Sergio Segio, giovani terroristi degli anni Settanta. Il film trae spunto dal libro autobiografico Una vita in Prima Linea scritto proprio da Segio. La prima linea è un film che ha fatto discutere prima ancora di essere girato, e che molti si apprestano a vedere armati di forti preconcetti. Tacciato di non essere abbastanza contestualizzato, un film che non condanna apertamente i suoi protagonisti e non esplicitando tutte le tappe della spirale di violenza in cui si erano rifugiati. Più concentrato sulla vita dei due personaggi piuttosto che sull’analisi politica di quegli anni: “una storia d’amore di due che nella vita sono terroristi”, ma come dice uno dei Dardenne, ha il merito di rendere l’idea dell’assurdità, ma allo stesso tempo dell’estrema e lucida follia del pensiero, delle scelte e delle azioni di molti giovani nell’incubo degli anni ’70 e ’80.

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Renato De Maria crede fermamente che il successo di un film sia dovuto a una bella storia. Il regista da importanza a tutto il contesto attoriale, in particolare, ritiene che se ultimamente il mercato sta avendo una trasformazione passato il momento delle grandi star segnato da un periodo in cui nessuno era emerso, quest’ultima generazione invece sta riformando un gruppo di attori sempre più riconosciuti e stimati. Il regista però ribadisce l’importanza non tanto del ruolo “star”, ma piuttosto che l’aspetto fondamentale sia da rintracciare sopratutto in una buona sceneggiatura ritenuta unica fonte di successo commerciale di un film.