Pinocchio di Matteo Garrone: significato e simboli di una favola eterna

Pinocchio è un'opera ricca di simboli, significati, segnali misteriosi, che analizza e discute di cose profonde, anche complesse, con parole semplici.

Una favola come quella di Pinocchio, diversamente da qualsiasi altra composizione letteraria, ha in sé una caratteristica che la differenzia dalle altre, una dissonanza narrativa che le ha permesso di essere eterna e far parte tutt’oggi della nostra identità collettiva e non solo. È il tipo di storia che sa continuamente trasformarsi e adattarsi, un testo che non ha bisogno di aggiornamenti per riuscire a dirci qualcosa, questo perché non è zavorrato dall’attualità.

Pinocchio è un’opera ricca di simboli, significati, segnali misteriosi, analizza e discute di cose profonde, anche complesse, con parole semplici e immagini dirette, evidenti che arrivano al lettore lucidamente. Pinocchio è una storia di trasformazione interiore e ontologica, non solo di un bambino ma dell’essere umano. Collodi parte dall’idea di un burattino di legno, quindi senza anima, e gli fa percorrere un percorso iniziatico che lo conduce ad una profonda metamorfosi che coinvolge sia il suo mondo interiore ma anche quello esteriore.

Quando Carlo Collodi scrisse Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino, romanzo apparso a puntate sul Giornale per i bambini tra il 1881 e il 1883, il suo intento era quello di scrivere una storia che fosse un monito: il cattivo comportamento di Pinocchio è un avvertimento, non è accattivante. Questo burattino di legno, attratto dallo svago, irrispettoso, impertinente e noncurante degli avvertimenti degli adulti, va incontro a una serie di avventure, metamorfosi e dolorose esperienze che lo rendono degno di diventare un ragazzo.

Pinocchio: significato e simboli di una favola eterna

Pinocchio

Pinocchio è una storia che può essere letta in mille modi diversi. È la storia di un bambino che rifugge dall’ordine, che insegue i piaceri, che è debole nei confronti delle tentazioni, che intraprende un viaggio costellato di simboli: il pesce cane, la scimmia, il gatto, la volpe, la lumaca, il grillo. Il Gatto e la Volpe rappresentano i vizi, le passioni del corpo che lo distraggono dalla scuola, la scimmia (il giudice che condanna Pinocchio benché fosse lui la parte lesa) è simbolo della corruzione, il Grillo è la coscienza, la virtù.

Pinocchio non ha eguali nella cultura popolare: non esiste una storia che abbia prodotto una parabola più indimenticabile sui pericoli di dire una bugia. Generazioni di bambini sono cresciute con le parole della Fata Turchina: “Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”.

Secondo Collodi le bugie che hanno le gambe corte sono quelle che portano a poca distanza ma che non possono superare la verità. La verità raggiunge sempre qualcuno che dice una bugia con le gambe corte. Le bugie che hanno il naso lungo sono quelle che sono ovvie, per tutti tranne la persona che ha detto la bugia, bugie che rendono ridicolo il bugiardo. In entrambi i casi, secondo Collodi, le bugie sono cattive perché provocano cattive conseguenze per il bugiardo.

Pinocchio: una storia di trasformazione e metamorfosi

Pinocchio

Pinocchio è fondamentalmente un essere buono e ingenuo ma che cade spesso nelle tentazioni, che si lascia trascinare da chimere e brutte compagnie, rappresentate da diversi personaggi come Lucignolo, il Gatto e la Volpe, e luoghi come il Paese dei Balocchi. La favola evidenzia la vacuità del seguire strade dalla gratificazione immediata che promettono la ricchezza e la felicità, ma che in verità conducono in un luogo di perdizione che trasforma persone inconsapevoli in somari, come schiavi ignoranti e assoggettati, incapaci di potersi ribellare.

Ogni animale è un’allegoria vivente, rappresenta la crescita, lo sviluppo o l’ignoranza e la regressione di Pinocchio. Tutti questi simboli, questi animali compongono un teatro dialettico che spiega come l’uomo sia naturalmente incapace di operare con giustizia e che non può raggiungere la salvezza se ad intervenire non è un aiuto superiore, come nel caso di Pinocchio che, alla fine, grazie ad alcune figure come il Tonno e la Fata Turchina, riesce a riconciliarsi col padre, comprendendo l’importanza di amare il padre.

Pinocchio possiede una narrazione con riverberi archetipici profondi

Pinocchio

Pinocchio nella sua struttura possiede gli elementi che ci aiutano a decodificare la contemporaneità, in questo senso non è solo una semplice favola. Pinocchio possiede una narrazione con riverberi archetipici profondi, parla di libertà, povertà (povertà è la parola che si ripete di più nel romanzo), parla di verità e di amore, è una storia ricca di immagini, di personaggi così tipicamente italiani e al tempo stesso universali. Pinocchio è denso di simbolismi, metafore, animali e allegorie della società in cui viviamo.

Pinocchio ci insegna la più grande delle lezioni, che per la salvezza, quindi, occorre la verità, la conoscenza e il rispetto, e che è necessario attraversare e coltivare la disobbedienza poiché essa ci aiuta a diventare esseri umani, autentici. Pinocchio, con la sua narrazione asciutta ed essenziale, ha la potenza di narrare e raffigurare la realtà delle cose oggettivamente, una forza intrinseca che, dopo quasi due secoli, non si non è mai affievolita.