Patrizia Reggiani: chi è la “vedova nera” raccontata in House of Gucci

Conosciamo la donna che ha ispirato il nuovo film di Ridley Scott con Lady Gaga attraverso le sue stesse parole.

Sono non colpevole, ma non sono innocente”, così Patrizia Reggiani si confessava nel 2002 a Franca Leosini nella storica trasmissione di Rai 3 Storie Maledette nel carcere milanese di San Vittore dove stava scontando la pena di 26 anni per aver commissionato l’omicidio dell’ex marito Maurizio Gucci, avvenuto nel 1995, diventati poi 18 anni per buona condotta. Uno dei casi di cronaca nera più discussi in Italia diventato un film per la regia di Ridley Scott, House of Gucci, in sala dal 16 dicembre, con la cantante e attrice Lady Gaga nei panni della “vedova nera”.

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Nell’intervista concessa alla giornalista, disponibile su RaiPlay, Patrizia Reggiani non sembra minimamente scalfita dagli anni di carcere, né dall’ingiustizia secondo lei subita per la sua condanna, ma appare sempre impeccabile: elegante, ben truccata e pettinata, fiera, sempre fedele a sé stessa. Anche nelle recenti apparizioni, come nel documentario Lady Gucci – La storia di Patrizia Reggiani su Discovery+, si mostra sempre al top, fredda e lucida nel raccontare la sua vita.

Chi è Patrizia Reggiani: dalle umili origini al matrimonio con Maurizio Gucci

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

Una vita vissuta al massimo, tra lusso sfrenato, ville da sogno tra Milano, New York, Saint Moritz e Acapulco, e feste esclusive, dopo aver sposato il rampollo di casa Gucci nel 1972. Lei, di umili origini, che non ha mai conosciuto il padre biologico, ma fu adottata dal marito della madre, Ferdinando Reggiani, un piccolo imprenditore, riuscì a raggiungere il “tetto del mondo” dopo l’incontro con Gucci durante una festa, quando lui rimase subito colpito da questa ragazza vestita di rosso molto somigliante alla splendida Elizabeth Taylor, come viene mostrato in una delle prime scene del film di Scott. A detta della Reggiani lei, invece, non era rimasta impressionata da Maurizio né dal sul cognome, anzi, l’aveva trovato un ragazzo arrogante, molto pieno del nome Gucci, al contrario di quello che accade nel film, quando vediamo Patrizia completamente affascinata da Maurizio (Adam Driver) soprattutto dopo essersi presentato a lei come un Gucci. Nella realtà, sempre secondo il racconto di Patrizia Reggiani, solo dopo aver cominciato a frequentarlo scoprì il vero volto dell’uomo, una persona adorabile.  Nacque così una storia d’amore da favola: “Eravamo la coppia più bella del mondo”. Dopo due anni i due si sposarono nonostante il parere contrario del padre di Maurizio, Rodolfo Gucci (nel film interpretato da Jeremy Irons), che nella Reggiani vedeva una donna interessata solo al patrimonio del figlio, arrivando addirittura a non partecipare al loro matrimonio, come vediamo in House of Gucci.

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

Una favola “maledetta”, una vita da rotocalco: Patrizia viziata e coccolata dal marito e, dopo la riappacificazione, anche dal suocero, riceve regali che solo chi vive al top può sperare di avere, come un yatch, uno dei velieri più belli del mondo, il Créole, che dopo la morte di Maurizio viene considerato maledetto, o il lussuoso attico all’Olympic Tower a New York regalato alla coppia da Rodolfo.

La fine di una favola e l’omicidio

L’agio e i soldi però, si sa, non danno la felicità e la storia che sembra così indissolubile tra Patrizia e Maurizio si conclude nel 1985, dopo 13 anni di matrimonio e due figlie, Alessandra e Allegra. Dopo la morte del padre, Maurizio cambia, si sente libero, comincia a rivoluzionare la sua azienda, come viene mostrato nel film, aprendosi a un nuovo tipo di mercato per la Maison Gucci e gradualmente si allontana da Patrizia: “Di te non ho più bisogno”, pare abbia detto alla moglie. “Era un uomo straordinario, ma purtroppo era come un cuscino, portava l’impronta dell’ultimo che ci si sedeva sopra”, commenta la Reggiani spiegando la tendenza di Maurizio Gucci a farsi condizionare dalle persone sbagliate che gli gravitavano intorno, tanto da arrivare al punto di vendere l’azienda a causa dei debiti accumulati per lo stile di vita troppo alto ed esclusivo. Questo è stato considerato dai giudici del processo per l’omicidio Gucci uno dei moventi che spinsero Patrizia Reggiani a cercare dei sicari per liberarsi del marito per sempre.

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

Odio, rancore, gelosia sono le altre motivazioni imputate alla donna, ferita dal divorzio dopo aver tentato inutilmente di tornare insieme all’unico amore della sua vita, come ha spesso dichiarato, che dopo averla lasciata vedeva poco anche le loro due figlie e che la ignorò e non le fu accanto quando nel 1992 le fu diagnosticato un tumore al cervello. E altra motivazione, la relazione intrapresa da Maurizio con un’altra donna, Paola Franchi, subito dopo la separazione: “Una come tante”, dice caustica la Reggiani alla Leosini.

Sei arrivato al limite estremo di farti disprezzare dalle tue stesse figlie che non vogliono più vederti per dimenticare il trauma. Sei un’escrescenza deforme, se un’appendice dolorosa che tutte noi vogliamo dimenticare. Mi hai detto che durante il periodo della falsificazione della firma di tuo padre (fatto raccontato in House of Gucci) sei passato dall’inferno, eh no, ti sbagli Maurizio, l’inferno per te deve ancora venire!”.

È l’agghiacciante messaggio che la Reggiani lascia nella segreteria dell’ex marito, anche questo preso in considerazione dai giudici come uno dei tanti elementi che hanno rivelato il profondo desiderio da parte della donna di farla pagare all’ex marito. Come anche il fatto che ripeteva ad amici e conoscenti “Io lo voglio morto” e chiedeva in giro se qualcuno era disposto a ucciderlo: “Al salumiere, anche allo stesso avvocato, trovatemi un killer, io lo voglio morto questo qua!”. Frasi che la Reggiani ha giustificato come dei semplici sfoghi mossi dalla rabbia che qualsiasi ex moglie ha pensato e detto almeno una volta.

Chi ha ucciso Maurizio Gucci?

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

Alla fine dopo vari tentativi –  secondo la testimonianza della governante lo avrebbe chiesto anche a lei e al fidanzato – Patrizia Reggiani trovò nell’amica e “maga” Pina Auriemma (nel film interpretata da Salma Hayek) la complice ideale che l’aiutò a trovare i sicari: Benedetto Ceraulo, indebitatissimo proprietario di una pizzeria, esecutore materiale, Orazio Cicala, l’autista dell’assassino, Ivano Savioni, organizzatore del delitto.

Tre colpi di pistola uccisero Maurizio Gucci il 27 marzo 1995 in via Palestro a Milano poco prima di entrare nel palazzo dove aveva il suo ufficio. “In cuor suo lei aveva fortemente voluto che Maurizio scomparisse, di fronte a questo evento lei che reazione ha avuto?”, le chiede Franca Leosini, “Di forte sgomento, mi sono sentita persa”, e con con caustica sincerità confessa: “Poi ho avuto un senso di profondo sollievo, mi sono detta: “Ah, finalmente questo qua è scomparso!”. Confessioni scioccanti che rivelano la natura instabile della donna che sembra convita nel momento in cui fa simili dichiarazioni di dire delle cose di poco conto. Le sue parole e i suoi gesti sono sempre così, spiazzano e spaventano, come quando si scoprì che il 27 marzo sulla sua agenda Patrizia Reggiani aveva scritto la parola Paradesus, fatto che viene giudicato come l’ennesimo inquietante sfregio nei confronti dell’ex marito ma, a detta della donna, era semplicemente una parola che le piaceva molto, che indica una tecnica pittorica, e che se l’era segnata perché avrebbe voluto chiamare così la sua prossima villa, scena presente nel film di Ridley Scott.

La versione di Patrizia Reggiani

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

In due anni di indagini gli inquirenti si orientarono maggiormente sugli interessi imprenditoriali di Maurizio Gucci, pensando che fosse stato vittima di qualche questione affaristica finita male, fino a quando i sospetti ricaddero sulla ex moglie che venne poi arrestata e processata: 29 anni per la Reggiani, 25 anni per Pina Auriemma, ergastolo per Ceraulo, 26 anni a Savioni.

Lei sostiene di essere innocente?”, le chiede Franca Leosini, “Non colpevole”, risponde decisa la Reggiani, “non posso ritenermi innocente di tutti gli svarioni che sono andata in giro a dire”.
Patrizia Reggiani, infatti, ha sempre negato il suo coinvolgimento nell’omicidio dell’ex marito dichiarando di non avere avuto astio nei suoi confronti per ragioni economiche, in quanto riceveva un miliardo e mezzo di lire l’anno. Secondo la sua versione era stata vittima di un ricatto da parte dell’Auriemma che, dopo aver ricevuto dalla Reggiani 150 milioni di lire per un presunto debito, utilizzò quei soldi per pagare i sicari per assassinare Gucci e poi a delitto compiuto minacciò di far uccidere anche le sue due figlie se fosse andata a denunciarla e se non le avesse pagato altri 500 milioni di lire.

Patrizia Reggiani oggi: una vita agiata grazie alla cospicua eredità

Patrizia Reggiani, cinematographe.it

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Nel 2013 Patrizia Reggiani è stata scarcerata e affidata ai servizi sociali e nel 2016 è stata rilasciata. Oggi vive a Milano, a quanto pare non ha nessun rapporto con le due figlie che inizialmente erano state dalla sua parte e continua a vivere una vita agiata grazie all’eredità della madre.

Riguardo House of Gucci e Lady Gaga che interpreta la sua parte, Patrizia Reggiani non ha gradito il fatto che l’attrice e cantante non l’abbia voluta incontrare: “Sono alquanto infastidita dal fatto che mi stia interpretando senza neppure avere avuto l’accortezza e la sensibilità di venire a incontrarmi”, ha dichiarato all’Ansa mentre giravano ancora il film, “Non è per una questione economica, ma di buon senso e rispetto. Ogni bravo attore deve prima conoscere dal vivo il personaggio che va a interpretare”.

La risposta di Lady Gaga non è mancata: “Ho sentito che avrei potuto davvero rendere giustizia a questa storia solo se mi fossi avvicinata con l’occhio di una donna curiosa interessata a possedere uno spirito giornalistico. In modo da poter leggere tra le righe di ciò che accadeva nelle scene del film”, ha spiegato a British Vogue, “Significa che nessuno mi doveva dire chi fosse Patrizia Gucci. Nemmeno Patrizia Gucci”.