Mirabile visione: Inferno – l’analisi della Commedia di Dante in un film didattico

In anteprima alla Sala Esse di Firenze il 14 febbraio 2023, Mirabile visione: Inferno di Matteo Gagliardi – regista dell’apprezzato documentario del 2016 Fukushima: a nuclear story – va in tour in alcuni cinema selezionati fino al 23 marzo prossimo.

Il regista segue le interpretazioni della prof.ssa Argenti (Benedetta Buccellato) e di Padre Guglielmo (Luigi Diberti), le cui parole dialogano con le illustrazioni ottocentesche del pittore parmense Francesco Scaramuzza e con immagini d’archivio, statiche o animate, che traducono graficamente quanto espresso nella declamazione orale dei versi danteschi o nel commento ad essi.

Mirabile visione: l’Inferno dantesco e quello di oggi

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‘Mirabile visione: Inferno’, di Matteo Gagliardi, debutta a Firenze il 14 febbraio 2023, per poi girare in diverse sale d’Italia.

L’operazione è didattica: si prova a declinare l’allegorismo di Dante – la stratificazione polisignificante dei simboli racchiusi nella letteralità delle sue soluzioni espressive, descrittive o narrative – nel contesto del presente o di un passato recente o relativamente tale. Così, le tre fiere divengono gli istinti predatori dell’uomo contemporaneo, che sostituisce la libertà dal grembo materno con forme di schiavitù sempre nuove; gli ignavi personificano la banalità del male di arendtiana memoria, mentre i barattieri il malcostume del tangentismo. Sono questi solo alcuni degli esempi delle associazioni su cui è costruito, secondo uno schema appunto didascalico, il documentario. Similitudini appropriate, nondimeno facilmente intuibili, laddove forse sarebbe stato più interessante spingere sull’analogia per aprire a comparazioni impensate, magari persino impertinenti o in prospettiva non esclusivamente mediatica o sociologica.

Se, infatti, ripercorrere la prima cantica della Commedia dantesca sottolineandone le possibilità di coincidenza con nodi tuttora esistenti nella nostra società e nella nostra psicologia (perlopiù) di massa può rappresentare senz’altro un argomento convincente rispetto all’assunto dell’intramontabilità di Dante e della sua spendibilità in un’ottica di comprensione del nostro stesso tempo, è anche vero che si tratta di una tesi non particolarmente originale, quasi – ci si perdoni il colloquialismo – della scoperta dell’acqua calda: l’Inferno è il classico per eccellenza, e i classici sono tali proprio perché suscettibili a letture comparatistiche sempre diverse, perché fungono, più che da contenitori, da rifrattori delle inquietudini presenti o delle perversioni passate.

Mirabile visione: un’operazione didattica condotta per associazioni

Matteo Gagliardi è un giovane documentarista. ‘Mirabile visione: Inferno’ è il suo secondo lungometraggio, dopo Fukushima: a nuclear story (2016).

Dante non ha forse bisogno di essere disinscritto dalla cornice culturale di riferimento – un Medioevo cristiano gravido di figuralità quale forma di compromesso tra astrazione e materialità, ascesi e corporeismo, un Medioevo che è tempo di sintesi anche tra antichità pagana e modernità umanistica – né di essere ridotto a un messaggio semplificatorio, perché la Commedia, benché composta in versi e benché sorretta dalla conoscenza dottrinale, è di fatto un romanzo allucinatorio: in quanto tale, non asseconda una preoccupazione catechistica o saggistica, bensì una ben più mobile e universale pietas per la bellezza della caduta, per le contraddizioni delle aspirazioni umane alla perfezione, per i fallimenti di sistema – soprattutto del discorso sociale coevo –, per le risposte soggettive e impreviste, di scarto rispetto al discorso del padrone interiorizzato.

L’impressione, a guardare Mirabile visione: Inferno, è che invece si sia voluto, anziché restituire la complessità dei suoi segni e delle sue significazioni, appiattire l’opera dantesca alle presunte consonanze contenutistiche, sul filo dell’esigenza di trovarvi una morale o una costruzione edificante dal punto di vista civile, finendo per fare del film più una tesina di scuola superiore che un dispositivo autonomo rispetto all’oggetto della rappresentazione. Va detto, a mitigare l’asprezza del giudizio, che Mirabile visione avanza sempre con eleganza nelle parole dantesche, mostrando grande rispetto del testo di partenza, testo che, in effetti, non è mai un male lasciar riverberare, anche se soltanto a brani.

Fonte: Matteo Gagliardi (Fukushima: a nuclear story, 2016) sovrappone ad alcuni passi scelti dell'Inferno immagini del presente e del passato recente per sottolineare l'attualità di Dante.