Michelangelo – Infinito: 5 cose da sapere prima di vedere il film

Michelangelo - Infinito, il nuovo film di Emanuele Imbucci, approderà nelle sale italiane il 27 settembre. Ecco le 5 cose da sapere prima di andare al cinema!

Michelangelo – Infinito è il film di Emanuele Imbucci che ripercorre le tappe fondamentali della vita inquieta di Michelangelo Buonarroti, indiscusso protagonista e maestro del Rinascimento italiano. Mediante l’ausilio di tecnologie avanzate e preziosissimi documenti storici rilasciati dal Vaticano, Michelangelo – Infinito segue la figura del Buonarroti alle prese con la lavorazione delle sue opere più celebri, dal ciclo di affreschi che coprono la volta della Cappella Sistina al Mosè seduto, passando per la magnifica Pietà Vaticana, il Tondo Doni e le Cappelle Medicee, e tante altre. Avvalendosi delle performance attoriali di Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti, il film esplora l’ossessione di Michelangelo per la ricerca del movimento e della tridimensionalità del suo marmo, non lasciando fuori fuoco i suoi conflitti con le autorità vaticane e le sue fughe.

Prima di vedere il film d’arte prodotto da Sky con Magnitudo Film, al cinema dal 27 settembre al 3 ottobre grazie a Lucky Red, scopriamo insieme 5 cose da sapere, che renderanno la visione in sala ancora più interessante!

Michelangelo – Infinito: la Cappella Sistina come non l’abbiamo mai vista

Michelangelo Infinito Cinematographe.it

In Michelangelo – Infinito è possibile assistere all’evoluzione pittorica della Cappella Sistina dal 1508. Il film ci mostra una versione inedita del luogo che, a seguire, ha ospitato per secoli uno dei più grandi e celebri cicli d’affreschi di Michelangelo Buonarroti, il Giudizio Universale (1541). Michelangelo venne incaricato da Papa Giulio II di sostituire con una nuova opera quella preesistente sulla volta della cappella, che prima del ’41 era ancora la decorazione a cielo notturno realizzata da Pier Matteo D’Amelia. Grazie a documenti rilasciati dai Musei Vaticani per l’occasione, Emanuele Imbucci è stato in grado di riproporre la versione pre-michelangiolesca della volta della Cappella, seguendo la reale progressione del lavoro del Buonarroti giorno dopo giorno. Questo risultato è stato possibile grazie alle tecniche VFX utilizzate, tra cui il compositing (l’unione del girato con l’attore su green screen), la full CGI e, soprattutto, la pittura digitale.

I luoghi di Michelangelo Buonarroti

Michelangelo – Infinito segue le tappe della vita di Michelangelo, quindi è ambientato in 6 luoghi storici italiani: Firenze, Roma, Città del Vaticano, le Cave di Marmo di Carrara e Milano. Si tratta di luoghi che hanno ospitato il lavoro dell’artista e custodito, per secoli, le sue principali opere pittoriche, scultoree e architettoniche. Fra questi vi sono i luoghi principali nella città di Firenze, ovvero la Galleria degli Uffizi, la Galleria dell’Accademia, la Fondazione Casa Buonarroti, il Museo delle Cappelle Medicee e il Museo Nazionale del Bargello. Al di fuori, invece, troviamo i Musei Vaticani e il Palazzo Apostolico (nella Città del Vaticano), il Museo della Pietà Rondanini (situato a Milano) e, infine, San Pietro in Vincoli (nella Capitale).

Michelangelo – Infinito: le location cinematografiche

Ma a stupire, oltre ai luoghi storici che custodiscono la grandezza di Michelangelo, sono le location usate per girare il film, di numero superiore rispetto ai luoghi storici in cui il Buonarroti ha trascorso parte della sua vita. Si tratta, per l’appunto, di ben 15 set che hanno ospitato il lavoro di Emanuele Imbucci e della sua troupe complessivamente per oltre due anni. I mesi di riprese totali sono stati due, mentre quelli impiegati dal processo di pre-produzione non sono stati meno di otto. La post-produzione, che ha rappresentato una sfida dal punto di vista tecnico (per quanto riguarda la tecnologia innovativa del film), ha coperto dieci mesi della realizzazione dell’opera, se si include anche il lavoro di solo montaggio.

La tecnologia di Michelangelo – Infinito

michelangelo infinito Cinematographe.it

La tecnologia di cui si è servito Michelangelo – Infinito è il suo punto di forza indiscusso. Il risultato finale dell’opera è fortemente realistico perché nato dall’utilizzo della tecnologia del 4K HDR, ausilio fondamentale per la ricostruzione storica dei luoghi e per una maggiore definizione delle magnifiche opere artistiche prese in considerazione nel film. Oltre all’ultradefinizione, Michelangelo – Infinito si è avvalso anche di raffinatissime tecnologie led, di sofisticati impianti illumino-tecnici e di altri mezzi che hanno consentito di raggiungere risultati ottimali già in fase di riprese. Una troupe di artisti specializzati ha, in seguito, lavorato ai visual effects del film. Gli effetti grafici del film sono stati ottenuti grazie a sei mesi di duro lavoro, in cui è stato necessario lavorare su file pesantissimi e multilivello (oltre 100 MG per ogni elemento dell’immagine).

Una sceneggiatura d’artista

Oltre a occuparsi della regia Emanuele Imbucci – già regista di Donne (2016) e second unit di Raffaello – Il Principe delle Arti – in 3D, di Luca Viotto – si è occupato anche della sceneggiatura di Michelangelo – Infinito insieme a Sara Mosetti e Tommaso Strinati. È invece Cosetta Lagani l’autrice del soggetto. Sempre a lei si devono anche i soggetti base degli altri due film che appartengono allo stesso filone della “grande arte per il grande pubblico”: il già citato film-biopic su Raffaello e Caravaggio – L’anima e il sangue. Lagani si è precedentemente occupata della storyline di altri progetti documentaristici in 3D, fra cui San Pietro e le Basiliche Papali di Roma, Musei Vaticani 3D e Firenze e gli Uffizi. A corredare la pellicola un duo in grado di lasciar trasparire il vissuto e il temperamento di Michelangelo: Enrico Lo Verso (nei panni del Buonarroti) e Ivano Marescotti nelle vesti di Giorgio Vasari.

Leggi la nostra recensione di Michelangelo – Infinito, il film d’arte targato Sky

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