Mank: la storia vera dietro ai personaggi del film di David Fincher

Le persone oltre i personaggi di Mank, il film di David Fincher, da Herman J. Mankiewicz alla "fortuna" di Orson Welles.

Mank è l’ultimo film diretto da David Fincher e nato dalla penna di Jack Fincher (il padre del regista, scomparso nel 2003), un “giocattolo per cinefili” dalla patina retrò rilasciato su Netflix il 4 dicembre 2020. Il regista non si sofferma sulle fasi di lavorazione di Quarto Potere (Citizen Kane), il film del 1941 “scritto”, diretto e prodotto da Orson Welles, né su come la pellicola sia stata realizzata a tutti gli effetti, piuttosto sul perché della sua stesura definitiva ad opera di Herman J. Mankiewicz, qui interpretato da un superbo Gary Oldman, un reietto della fabbrica dei sogni, profondamente avverso ai meccanismi della grande macchina infernale hollywoodiana. Il film mette in campo dunque il secolare, amletico dubbio su chi possa davvero definirsi il padre di un’opera cinematografica: il regista, o lo sceneggiatore. Qui di seguito proponiamo una retrospettiva in bianco e nero sui volti dietro le figure, la loro vita e il rapporto con la Hollywood di Citizen Kane.

Mank: il protagonista Herman J. Mankiewicz 

L’attore Premio Oscar Gary Oldman interpreta lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz.

Mank arriva ad Hollywood nel 1926 e con l’appoggio di Ben Hecht entra nel mondo del cinema come soggettista e sceneggiatore, prima sotto la Paramount e poi con la MGM. Raggiunge l’apice negli anni trenta, tuttavia il suo carattere e il suo talento intellettuale lo portano spesso ad aspri conflitti con le case di produzione: famoso è l’episodio in cui la Warner Brothers per punirlo lo costrinse a lavorare ad un film di Rin Tin Tin e Mank reagì provocatoriamente proponendo un soggetto nel quale un cane trascinava un bambino all’interno di una casa in fiamme. L’alcol, il gioco d’azzardo e gli eccessi lo trascinano sull’orlo del declino fino agli anni Quaranta, quando accetta la stesura di Citizen Kane (Quarto Potere, 1941) e avvia la “fortunata” collaborazione con Orson Welles che gli vale l’unico Premio Oscar della sua vita nel 1942. La sceneggiatura di Quarto Potere trae spunto da alcune vicende personali di Mank, in particolare dalla frequentazione dell’editore William Randolph Hearst che ispirerà il personaggio di Charles Foster Kane. Diverse ipotesi si sono susseguite sulla sceneggiatura di Quarto Potere: la linea di Peter Bogdanovich, amico ed esperto di Orson Welles, sostiene la duplice paternità della sceneggiatura co-firmata da Herman J. Mankiewicz; voci contrarie sostengono invece che la paternità sia da attribuire esclusivamente a Mankiewicz, e che Orson Welles sia intervenuto solo nel lavoro di riduzione.

Orson Welles 

Mank, Cinematographe.it

Tom Burke interpreta il cineasta statunitense Orson Welles.

Orson Welles conquista il successo a soli 23 anni con lo sceneggiato radiofonico La guerra dei Mondi (1938) trasmesso dalla CBS, colpevole di aver allarmato gran parte degli Stati Uniti segnalando la minaccia di un’invasione aliena (una delle prime fake news!). L’eccezionale debutto radiofonico gli vale il successo e la RKO lo mette sotto contratto per un film all’anno garantendogli assoluta libertà artistica. Sotto la buona stella della RKO Welles dirige Quarto Potere, considerato ancora oggi la Bibbia di ogni regista, ostacolato da Hearst e dai periodici del suo impero editoriale che ne boicottano l’uscita. Nonostante la distribuzione inadeguata la critica lo accoglie come uno dei più grandi capolavori cinematografici di sempre.

Soffocato dalla grande macchina produttrice hollywoodiana l’enfant prodige si trasferisce in Europa, dove ha l’occasione di apparire in vari film e autofinanziarsi nella realizzazione di altri progetti come Macbeth (1948) e L’infernale Quinlan (1958).

Marion Davies

Amanda Seyfried (Les Misérables) è l’attrice Marion Davies in Mank (David Fincher, 2020).

Marion Cecelia Douras, in arte Marion Davies, debutta a soli vent’anni come ballerina delle Ziegfeld Follies. Bionda e prorompente Marion attira l’attenzione di William Randolph Hearst (di cui diventa l’amante) sposato e più maturo di lei, un magnate editoriale che sfrutta il suo potere mediatico per farne una star di successo. La carriera dell’attrice decolla nel 1925 sotto la MGM quando prende parte a commedie come Maschere di Celluloide (1928) di King Vidor. Dopo l’avvento del sonoro a causa di alcuni contrasti con la major si ritira dallo schermo, ma la sua reputazione subisce un duro colpo quando nelle sale esce Quarto Potere. Nonostante la smentita dello stesso Welles, l’attrice viene identificata come l’ispirazione dietro il personaggio di Susan Kane, seconda moglie di Charles Foster Kane, una ballerina di scarso talento che il magnate tenta in ogni modo di elevare al ruolo di star. Dopo la morte di Hearst nel 1951 la Davies si lega sentimentalmente al capitano Horace G. Brown, un’unione sfortunata da cui Marion prende le distanze per dedicarsi alla beneficenza. Muore a sessantaquattro anni per un tumore.

William Randolph Hearst

Charles Dance (The Imitation Game, Game of Thrones) è William Randolph Hearst.

William Randolph Hearst è stato un noto editore, politico e imprenditore statunitense, conosciuto per aver costruito uno dei maggiori imperi mediatici di sempre e per essere, insieme a Joseph Pulitzer, il padre del giornalismo scandalistico o “Yellow Journalism“. La sua figura fu di ispirazione a Herman J. Mankiewicz per la stesura del personaggio di Charles Foster Kane in Citizen Kane, il film diretto da Orson Welles nel 1941. I parallelismi tra finzione e realtà sono molti: l’interesse di Kane per il piccolo giornale New York Inquirer (nella realtà il San Francisco Examiner), le due mogli (la seconda ispirata alla figura di Marion Davies), i fallimenti politici, il castello di Xanadu che ricorda le fattezze del Castello Hearst.

Le similitudini accentuate mossero il magnate a convogliare tutto il potere economico per ostacolarne la realizzazione: obbligò i media sotto il suo controllo a non menzionare il film e invitò tutti i suoi lettori a rifuggirne la visione, chiedendone pubblicamente la censura.

Louis B. Mayer

Nato Lazar Meir, Louis Burt Mayer è noto per essere stato il capo dispotico del più celebre Studio hollywoodiano: la MGM (Metro Goldwyn Mayer). Membro fondatore nel 1927 dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS, l’Accademia che diede vita al Premio Oscar nel 1929) Louis B. Mayer nel 1907 aprì la sua prima sala cinematografica ad Haverhill, nel Massachusetts, e nel 1916 ad Hollywood la sua prima casa di produzione cinematografica, la “Louis B. Mayer Pictures”. Quando Samuel Goldwyn la comprò, la trasformò nella MGM e mise Mayer a capo della major. Dotato di grande fiuto commerciale, tuttavia della sua figura viene ricordato anche il carattere intransigente e manipolatore che lo spingeva a controllare, a fini pubblicitari, la vita degli attori sotto contratto. 

Con il tramonto dello studio system la sua visione di cinema spettacolare per le famiglie si fece antiquata e nel 1951 venne sostituito dal nuovo capo della produzione Dore Schary. Morì di leucemia nel 1957.

Irving G. Thalberg 

Ferdinand Kinglsey è Irving G. Thalberg.

Irving G. Thalberg è stato un produttore cinematografico statunitense di grande fama: responsabile delle produzioni della MGM tra il 1925 e il 1936, in soli undici anni produsse circa quattrocento film, in collaborazione con Louis B. Mayer. Uno dei membri fondatori dell’AMPAS e firmatario del Production Code, meglio noto sotto il nome di Codice Hays, morì di polmonite a soli 36 anni e la sua vita fu di ispirazione al regista Elia Kazan nella realizzazione del suo film “Gli ultimi fuochi”. In suo onore l’Academy ha dato vita all’Irving G. Thalberg Memorial Award, un premio che viene assegnato periodicamente ai produttori più meritevoli.   

Rita Alexander

Lily Collins (Okja; Love, Rosie) interpreta Rita Alexander, la stenografa inglese che aiutò Herman J. Mankiewicz nella stesura di Quarto Potere (1941), uno dei film più importanti della storia del cinema, imprescindibile per ogni cinefilo che si rispetti. In un ranch di un deserto californiano Mank, costretto al letto a causa di un incidente, detta a Rita il suo capolavoro e tra i due nasce una solida amicizia. Animati da temperamenti opposti, a legarli è il reciproco sentimento di stima. Per interpretare un personaggio poco noto Lily Collins ha costruito la sua performance “di riflesso” e in maniera complementare alla figura di Mank (Gary Oldman) che in sua compagnia lascia trasparire il suo lato più vulnerabile. “Per essere una donna di quell’epoca, e in quel ruolo, Rita era molto coraggiosa. Credeva nelle potenzialità di Mank più di Mank stesso, e gli ricordava sempre quello che lui aveva promesso di fare. E lui a volte aveva bisogno di essere pungolato un po’“.