Lost Girls: la storia vera dietro al film Netflix

La storia vera dietro al film Netflix Lost Girls, che racconta l’inquietante caso irrisolto del serial killer di Long Island e della lotta di Mari Gilbert per la verità.

Lost Girls, diretto da Liz Garbus e che vede come protagonista Amy Ryan, è stato rilasciato da Netflix sulla sua piattaforma, dopo essere stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival.
Il film racconta la vicenda di Mari Gilbert, una madre che cerca disperatamente di trovare la figlia di 24 anni, Shannan, dopo che questa è scomparsa misteriosamente nella zona di Oak Beach. Irritata dalla superficialità della polizia, Mari si assume la responsabilità di difendere sua figlia unendosi alle famiglie di altre ragazze scomparse, convincendo le forze dell’ordine ad indagare. La determinazione di Mari nel trovare la verità porta la polizia a scoprire gli omicidi di diverse giovani, in buona parte prostitute, in una serie di crimini irrisolti che sono stati commessi da un uomo noto solo come il serial killer di Long Island.

La sceneggiatura di Lost Girls si basa sull’omonimo libro scritto da Robert Kolker, che a sua volta ha tratto lo scritto dalla reale vicenda che si è svolta negli Stati Uniti a partire dal 2010, in un caso giudiziario salito alla ribalta della cronaca americana. Il film si concentra sulle sue vittime e sulle loro famiglie piuttosto che sull’omicida in sé, in parte perché questo caso è rimasto tristemente irrisolto, ma principalmente per la scelta di puntare il dito sul contesto sociale in cui la vicenda si è svolta e sulle carenze del sistema giudiziario americano. Ecco la storia vera che sta dietro all’opera cinematografica.

Lost Girls si basa sulla scomparsa e morte di Shannan Gilbert e le indagini che hanno rivelato una serie di omicidi di giovani ragazze a Long Island

Lost Girls, Cinematographe.it

Il 1° maggio 2010 Shannan Gilbert, un’aspirante attrice che lavorava come escort, è scomparsa di casa all’età di 24 anni. L’ultimo suo spostamento noto è stato nella casa di Joseph Brewer, un consulente finanziario che aveva risposto alla sua inserzione sul sito Craigslist. I registri della polizia mostrano che Shannan ha chiamato il 911 dal suo telefono alle 4:51 del mattino, ma non ha mai fornito la sua posizione, e avrebbe chiesto aiuto dicendo “Stanno cercando di uccidermi”. Secondo un ampio articolo del New York Magazine , l’autista di Shannan, Michael Pak, l’ha vista urlare e correre via dalla casa in cui si era recata, andando a bussare alla porta di un vicino di 75 anni a cui ha cercato di chiedere aiuto, per poi scappare in maniera definitiva e non essere più vista.

Nel dicembre 2010, durante la ricerca di Shannan, un ufficiale di polizia e il suo cane hanno trovato il corpo di Melissa Barthelemy, un’altra giovane ragazza che aveva praticato la prostituzione. Nei due giorni successivi furono scoperti altri tre corpi, identificati come Amber Lynn Costello, Megan Waterman e Maureen Brainard-Barnes. Tutti e quattro i corpi sono stati trovati sul lato nord di Ocean Parkway, ciascuno avvolto in sacchi di tela e assassinato per asfissia. Ognuna delle donne era una prostituta e aveva fatto pubblicità su Craigslist, come Shannan.

Altri resti sono stati trovati poi nel 2011, portando infine alla scoperta di almeno ulteriori sei persone, molte delle quali si è ipotizzato fossero altre prostitute scomparse senza apparente spiegazione. I loro corpi sono stati rinvenuti vicino a Gilgo Beach, sulla South Shore di Long Island, una scoperta che ha traumatizzato i residenti locali e la comunità di New York in generale. La polizia ha ipotizzato che un singolo serial killer fosse responsabile delle loro morti, inizialmente sospettando di Brewer e Pak, i quali però sono stati scagionati nel dicembre del 2011.

La polizia ha ritenuto che la causa della morte di Shannan fosse un accidentale annegamento, ma un’autopsia indipendente promossa dalla famiglia ipotizza il collegamento con gli altri omicidi

Lost Girls, Cinematographe.it

Sebbene i resti di Shannan siano stati alla fine scoperti in una palude vicino a Gilgo Beach il 13 dicembre 2011, la polizia ha dichiarato di non credere che la sua morte fosse legata agli altri omicidi, sostenendo che la causa fosse l’annegamento accidentale. Mari e la famiglia Gilbert dissentivano da questa conclusione e nel 2014 la donna ha rilasciato un’autopsia indipendente, realizzata dal dott. Michael Baden, secondo la quale Shannan avrebbe potuto essere stata assassinata. L’autopsia rivelava infatti che un osso del collo della ragazza era stato danneggiato, suggerendo l’ipotesi di uno strangolamento. Tuttavia, dopo che queste informazioni sono state rese note, la sua morte è stata ancora giudicata un incidente dalle autorità. Oltre a Shannan, ulteriori cinque vittime sono state ipoteticamente connesse al killer di Long Island, portando a sedici il totale delle sue possibili vittime, ma nessuna di queste ultime sei è stata ufficialmente collegata dalla polizia allo stesso assassino.

Nell’ottobre 2016, il commissario di polizia James Burke – avverso fin dal primo momento alla lotta di Mari – si è dimesso e successivamente è stato incriminato con l’accusa di insabbiamento e di aver ostacolato il corso della giustizia, venendo condannato poi a 46 mesi di carcere per violazione dei diritti civili e cospirazione. Su di lui era infatti già stata avviata un’indagine nel 1995 da parte del dipartimento degli affari interni, la quale aveva concluso che egli aveva avuto rapporti diretti con un criminale condannato, noto per comportamenti illeciti legati a droghe, prostituzione e delinquenza, e che lo stesso Burke aveva praticato atti sessuali nei veicoli della polizia in servizio e in uniforme. Burke non è mai stato menzionato nel film ed è sostituito sullo schermo dal commissario immaginario Doman, leggermente più empatico nei confronti della lotta di Mari.

Chi era realmente Mari Gilbert?

Prima che fosse ritrovato il corpo di Shannan, Mari è stata molto determinata a trovare la verità, dichiarando al New York Magazine: “Il mio caso ha collegato tutte le altre vittime insieme. Senza Shannan, non ci sarebbe mai stato un caso“. Lei e le madri delle altre vittime si sono infatti poi unite, confrontando gli appunti e iniziando una loro indagine autonoma, a causa del lassismo della polizia che non prendeva con la dovuta serietà la cosa e non arrivava ad alcuna conclusione utile sminuendo l’accaduto. Mari Gilbert, madre di quattro figlie (in Lost Girls sono tre), divenne una fervente sostenitrice della verità per le vittime di omicidio a seguito della scomparsa di sua figlia.

È diventata di fatto anche la leader delle famiglie in cerca di giustizia a seguito della scomparsa delle loro figlie e del ritrovamento dei loro resti. Tutte loro si sono sentite abbandonate dalle forze dell’ordine e demoralizzate dalla loro mancanza di sforzi nel trovare il colpevole. La rabbia di Mari ha in parte spinto le autorità ad agire, anche se  hanno comunque impiegato diversi mesi per localizzare i resti di Shannan e non hanno trovato l’assassino.

Le figlie di Mari sono cresciute entrando e uscendo dall’affido, a causa dei problemi economici della madre, ed in particolare Shannan si trovava in affido nel momento in cui morì. Inoltre la figlia più piccola di Mari, Sarra, soffre di disturbi psichici, affetta da una schizofrenia a cui la madre non riusciva a fare sufficientemente fronte. Nel 2016, circa sei anni dopo la scomparsa di Shannan, Mari Gilbert fu assassinata proprio da Sarra. Quest’ultima è stata giudicata colpevole di aver ucciso sua madre e i pubblici ministeri hanno riferito che l’aveva accoltellata e colpita alla testa con un estintore. È stata condannata a 25 anni di prigione nel 2017, dal momento che gli inquirenti non hanno ritenuto la sua malattia una sostanziale motivazione per ridurne la colpevolezza.

In Lost Girls principale sospettato di Mari è il dr. Peter Hackett, nella realtà mai indagato nonostante il suo strano comportamento

Lost Girls, Cinematographe.it

Lost Girls si concentra molto sul dottor Peter Hackett come sospettato degli omicidi da parte di Mari. Quest’ultima ha riferito alla polizia che Hackett l’aveva chiamata due giorni dopo la scomparsa di sua figlia, dicendole che la ragazza era stata in cura da lui e che l’aveva vista la sera della sua scomparsa, ma che lei era poi andata via col suo autista senza far sapere nulla. Hackett viveva nello stesso quartiere di Brewer – l’uomo da cui si era recata Shannah – e gestiva una casa per ragazze problematiche. Tuttavia, molte persone credono che la sua carità sia stata davvero uno stratagemma per attrarre le donne vulnerabili, cosa che però non è mai stata appurata. Tre giorni dopo la sua prima telefonata, ha telefonato di nuovo a Mari, ma in seguito il dottore ha negato sia le telefonate sia d’aver incontrato Shannan.

Due giorni dopo ancora ha fatto un nuovo dietrofront dicendo che aveva chiamato Mari, ma solo a una settimana dall’accaduto, sostenendo che si stava interessando per alcuni amici che aiutavano nelle ricerche. I registri telefonici hanno però mostrato che, in effetti, ha chiamato Mari proprio il 3 maggio. Nonostante il suo strano comportamento, la polizia alla fine ha escluso Hackett come sospettato della morte delle donne, inclusa Shannan. Tuttavia Sherre Gilbert, che gestisce su facebook la pagina in memoria della sorella “Praying for Shannan Maria Gilbert”, non è convinta di quanto è stato stabilito e di tanto in tanto pubblica ancora contenuti sulla pagina social in cui pone dei dubbi sul coinvolgimento di Hackett nella vicenda.

Un altro sospettato è stato effettivamente condannato per due omicidi, estranei però alle vittime del serial killer di Long Island. Si tratta di John Bittrolff, un uomo il cui DNA era legato ai corpi di due prostitute, Rita Tangredi e Colleen McNamee. È stato condannato a maggio 2017 e sta scontando due condanne consecutive di 25 anni, ma le autorità non sono riuscite a collegarlo – nonostante la somiglianza dei casi e le ipotesi fatte dal procuratore – alle vittime di Long Island.

A che punto si trova oggi il caso raccontato nel film?

Sebbene siano trascorsi quasi dieci anni da quando Shannan è scomparsa, le autorità non hanno ancora catturato l’assassino responsabile della morte di così tante donne, non escludendo in maniera definitiva neppure che si potesse trattare di più criminali. Nel gennaio 2020, la polizia della contea di Suffolk ha rilasciato una fotografia di una cintura di pelle nera che si ritiene sia stata usata da un sospetto negli omicidi. Le autorità non hanno però elaborato la possibile connessione e non hanno trovato una condivisione su chi potesse essere il sospettato. Non hanno rivelato neppure perché il dipartimento abbia deciso di presentare solo in quel momento queste prove dopo averle possedute negli ultimi nove anni.

Nella stessa conferenza stampa, è stata citata la sentenza sulla morte di Shannan Gilbert e il commissario Geraldine Hart ha ammesso che gli investigatori “non sono necessariamente certi” che la sua morte sia stata un incidente o un omicidio. Solo sei dei resti dei dieci corpi ritrovati dopo Shannah sono stati identificati. La polizia continua a credere che la morte di Shannan non sia stata collegata al serial killer, dicendo che “non corrisponde al modello degli omicidi di Gilgo Beach”, sebbene la sua morte sia ancora parte dell’indagine. A tutt’oggi, la storia narrata in Lost Girls resta uno dei misteri incompiuti più inquietanti e scottanti degli Stati Uniti.

Mari ha continuato a lottare per Shannan fino a quando non è stata uccisa. Nel 2016, non molto prima della sua morte ha dichiarato: “Spero che questo caso porti consapevolezza in qualsiasi dipartimento di polizia, indipendentemente da chi sei e cosa fai per vivere devi trovare giustizia, tutti i casi devono venire gestiti allo stesso modo”.