La stoccata vincente: la storia vera alla base del film Rai su Paolo Pizzo

Il nuovo film su Rai 1, in arrivo questa sera, 24 settembre, in prima serata, è ispirato ad un racconto di redenzione, fatica e malattia.

La stoccata vincente è il recente lungometraggio Rai diretto in particolare da Nicola Campiotti (Braccialetti rossi 3, Un passo dal cielo 4) e liberamente ispirato all’omonimo romanzo autobiografico scritto da Paolo Pizzo e dal giornalista Maurizio Nicita che racconta la vita straordinaria dello stesso Pizzo, schermidore siciliano due volte campione del mondo di scherma che ha affrontato tante cadute e altrettante rinascite.

La stoccata vincente - Cinematographe

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La stoccata vincente, prodotto in particolare da Anele e Rai Fiction, con la sceneggiatura di Marco Videtta e la collaborazione di Alessandro Tonda e lo stesso Campiotti, vede un cast composto, tra gli altri, da Alessio Vassallo che impersona il protagonista Paolo Pizzo, Flavio Insinna che interpreta il padre Piero, Elena Funari nella parte della fidanzata (poi moglie) Lavinia Bonessio, Mario Ermito che presta il volto a Guglielmo Visentin, Egle Doria nelle fattezze di Patrizia Pizzo.

La stoccata vincente: una lotta contro la vita

La stoccata vincente 2 - Cinematographe

Cominciamo con il dire che La stoccata vincente, in particolare, come abbiamo già sottolineato, è ispirato all’omonimo romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer. Questo vuol dire che i fatti più importanti che vediamo rappresentati su schermo sono in realtà stati già precedentemente narrati all’interno del testo. Quello che cambia, chiaramente, sono alcuni dettagli, anche se Paolo Pizzo è rimasto alla fine molto soddisfatto del risultato finale, facendo capire che comunque l’adattamento è riuscito correttamente. Ad ogni modo, andando invece a vedere la storia reale del protagonista, Paolo Pizzo nasce a Catania nel 1983 ed è molto piccolo quando comincia a sentire dei sintomi di un tumore al cervello.

Questi comprendono forti mal di testa, attacchi epilettici, nausee inspiegabili, vista offuscata, capogiri. Tutti ostacoli che ovviamente gli impediscono di controllare i movimenti del suo corpo correttamente e anche di praticare lo sport. A quel punto, inizia a frequentare l’ospedale continuamente, facendo esami, affrontando ricoveri, subendo un’operazione e soffrendo per il post-operazione successivo. Insomma un vero e proprio calvario insormontabile che però è stato più lieve grazie alla compagnia della sua famiglia, con in particolare il padre Piero (che ricordiamo che nel film è incarnato da Flavio Insinna) che gli è stato molto, ma molto vicino.

Nonostante questa brutta situazione e con un carattere realmente difficile, Paolo Pizzo è riuscito a superare questa grave situazione, come mostrato anche all’interno de La stoccata vincente. All’inizio accetta anche l’idea di poter abbandonare il suo sport tanto amato, la scherma (in particolare la disciplina della spada) ma per fortuna un maestro di grande esperienza, Oleg Pouzanov (che ha il volto del polacco Maciej Robakiewicz) lo inizia a seguire, insegnandogli la disciplina e permettendogli di superare anche un grave infortunio. Una lesione al crociato tiene infatti lontano dalle scene per un po’ Paolo Pizzo, ma riesce poi a superarla, come anche riesce a sopportare e rinascere da un grave lutto, proprio la scomparsa improvvisa di Oleg. Una redenzione che poi si attua alla finale dei campionati del mondo di scherma, che si tiene proprio a Catania, e lo vede trionfare.

La stoccata vincente: Paolo Pizzo sempre sul set

La stoccata vincente 2 - Cinematographe

Come raccontato durante la conferenza stampa de La stoccata vincente, in realtà lo stesso Paolo Pizzo era continuamente presente sul set del lungometraggio per supportare e assistere le riprese in prima persona così da dare preziosi consigli a tutti. In particolare il suo ruolo è stato quello di consulente per le scene di scherma, essendo vicino in particolare allo stesso Alessio Vassallo. Una vicinanza tale che, secondo quanto raccontato da Vassallo, ha permesso la creazione di un’intensa e profonda amicizia. A tal proposito vi riportiamo tra l’altro le parole del regista Nicola Campiotti, che ha così riassunto l’esperienza generale di dare vita ad una storia così intensa, rivelando il grande insegnamento che ha appreso.

“Attraverso le parole di Paolo, sono arrivato a comprendere il suo segreto più grande, quello che probabilmente condivide con tutti i campioni di ogni epoca, di ogni disciplina e di ogni frontiera: il raggiungimento di un equilibrio assoluto dove passione e ossessione convivono, che fa spingere il tuo corpo oltre ogni limite senza farlo spezzare, che ti consente di ripetere un gesto milioni di volte alla ricerca della perfezione senza farti perdere la testa, che fa stare insieme vita privata e vita sportiva, che ti fa rialzare quando perdi e non ti fa cadere quando vinci.”

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