La Passione di Cristo: 10 curiosità sul film di Mel Gibson

La Passione di Cristo è stato uno dei film più discussi degli anni recenti polarizzando la critica e conquistando il pubblico. Ne conoscete tutti i retroscena?

La Passione di Cristo è un film diretto da Mel Gibson nel 2004 che racconta le ultime ore di vita di Gesù Cristo, dall’arresto nel Giardino degli Ulivi, passando per il processo sommario con Ponzio Pilato, la flagellazione e per finire con la crocifissione e la risurrezione. Il film è stato un grande successo di pubblico, ma ha spaccato a metà la critica per la sua particolare rappresentazione molto cruda e violenta, ritenuta da alcuni eccessiva e irrispettosa, mentre osannata da altri come realistica e rispondente al calvario di Cristo. È interpretato da Jim Caviezel, Maria Morgenstern e Monica Bellucci, ed è stato sicuramente uno dei film più controversi, discussi e chiacchierati degli anni 2000. Mel Gibson ha annunciato che il film avrà un sequel, la cui data d’uscita era inizialmente stata fissata per il 2020 ma che ad ora non risulta confermata.
Andiamo a scoprirne dunque alcune delle principali curiosità del film realizzato dall’autore di Braveheart e Apocalypto.

La Passione di Cristo detiene alcuni record per i suoi sorprendenti incassi

La Passione di Cristo, Cinematographe.it

Il film ha incassato oltre 610 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di una spesa di produzione di circa 30 milioni, divenendo il film a tema religioso con il più grande incasso di sempre. È anche il film in lingua straniere o sottotitolato con il più grande incasso al box office statunitense. Questo nonostante il divieto di distribuzione in numerose nazioni per questioni religiose e per i suoi contenuti particolarmente forti. È inoltre il secondo film con il maggior numero di biglietti venduti in prevendita, superato solo nel 2015 da Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Jim Caviezel ha avuto vari incidenti sul set durante le riprese del film

La Passione di Cristo, Cinematographe.itL’attore protagonista del film, che interpreta Gesù Cristo, ha subito più d’un incidente durante il periodo di ripresa del film. Durante la scena della flagellazione si è procurato una vera cicatrice di 35 centimetri sulla schiena a causa di due colpi di frusta che han colpito la sua pelle anziché la protesi protettiva, ha inoltre rischiato l’ipotermia mentre girava la scena della crocifissione per le bassissime temperature, successivamente si è lussato una spalla a causa della caduta della croce ed infine è stato colpito da un fulmine per due volte.

Alcuni membri della troupe si sono convertiti al cristianesimo

La Passione di Cristo, Cinematographe.it

Per alcuni membri del cast e della troupe il film è stata una vera esperienza “mistica”. Difatti a riprese concluse alcune persone tra gli interpreti e tra coloro che lavorarono alla realizzazione del film si convertirono alla religione cattolica. Ad esempio l’attore Luca Lionello, prima ateo, che nella pellicola interpreta Giuda Iscariota.

La Passione di Cristo è stato totalmente girato in Italia

La Passione di Cristo, Cinematographe.it

Per volere di Mel Gibson la totalità delle riprese si è svolta in Italia. Le scene di interni son state realizzate a Cinecittà, mentre le esterne e le panoramiche in Basilicata, principalmente tra Craco, paese fantasma lucano, e Matera. In quest’ultima è possibile anche svolgere il “The Passion Tour”, che permette di visitare i luoghi dove è stato ambientato il film.

Nel film sono presenti dei particolari camei di Mel Gibson

Durante la scena della crocifissione le mani che si vedono inchiodare Gesù sono quelle del regista del film, che poi affermò “Sono stato io a metterlo su quella croce, sono stati i miei peccati”. Inoltre sono di Mel Gibson i piedi che lava Maria Maddalena e sue le mani con cui Giuda lega la corda per impiccarsi.

La proiezione del film è stata vietata in vari Paesi

Il film fu vietato in alcuni Paesi islamici come Bahrein e Kuwait, dove Gesù è considerato solamente un profeta e la religione proibisce di mostrare i volti dei profeti. In Malesia invece la proiezione è stata permessa solo per la minoranza cristiana con la vendita dei biglietti che venne effettuata nelle chiese del Paese. Inoltre non è stato diffuso in Israele, ufficialmente per “mancanza d’interesse”, ma si ipotizza a causa di alcune accuse d’antisemitismo rivolte al film.

Jim Caviezel subì sessioni di trucco molto lunghe e venne sostituito da un robot in alcune scene

L’attore si dovette sottoporre per le scene di flagellazione a sessioni di trucco di 8-10 ore, andando a dormire talvolta truccato. Inoltre in gran parte delle scene riguardanti la crocifissione l’attore protagonista è stato sostituito da un sosia robotico capace di muovere testa e arti, produrre versi di sofferenza e far uscire il sangue finto. Questo animatronic costò circa 350mila dollari e venne realizzato in ecopelle dal direttore del trucco e degli effetti speciali Keith Vanderlaan, il quale venne nominato al premio Oscar per il miglior makeup.

La Passione di Cristo: Mel Gibson si ispirò a Michelangelo

Il regista stesso rivela che la scena con Gesù che giace tra le braccia di Maria dopo essere stato tirato giù dalla croce, è stata fortemente ispirata dalla famosa scultura di Michelangelo, “La Pietà vaticana”, conservata nella Basilica di San Pietro e considerata il suo primo capolavoro.

Maia Morgenstern è di poco più vecchia di Jim Caviezel e nascose la sua gravidanza

L’attrice che interpreta Maria, madre di Gesù, ha solo sei anni più dell’attore che interpreta il figlio. All’epoca infatti la Morgenstern aveva 41 anni, mentre Caviezel 35. Inoltre l’attrice nascose il fatto d’essere incinta al regista e a tutto il cast e troupe, finché un giorno si avvicinò a Jim Caviezel dicendogli in un inglese dal marcato accento romeno: “Ho un bambino nella pancia”.

Mel Gibson inizialmente non voleva alcuna colonna sonora

Per garantire al film una maggiore veridicità ed adesione realistica in un primo momento il regista era convinto di girare il film senza l’aggiunta di alcuna musica d’accompagnamento. In un secondo momento accettò però la composizione realizzata da John Debney, che fu poi anche nominata all’Oscar per la miglior colonna sonora.

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