La mia vita è uno zoo: l’incredibile storia vera che ha ispirato il film

Con un cast costellato di volti noti, da Matt Damon a Scarlett Johansson, il film racconta la storia vera di una famiglia che, con l’idea di cominciare una nuova vita, decide di acquistare uno zoo, salvando nel contempo gli animali che lo abitano.

Immaginate di voler cambiare la vostra vita o di sentire l’impellente necessità di ripartire da zero intraprendendo un diverso cammino da quello che state perseguendo. La maggior parte delle persone cerca un nuovo lavoro, altre decidono di spostarsi in una nuova città, altri ancora scelgono di trasferirsi all’estero con tutte le difficoltà che ne conseguono. E poi c’è chi opta per una scelta anticonvenzionale, che può sembrare quasi assurda, e decide di acquistare e vivere in uno zoo. Di sicuro non si tratta di una decisione comune ma alla base si può trovare un enorme coraggio e una grande forza di volontà per affrontare le avversità e compiere un’azione encomiabile come quella raccontata nel film La mia vita è uno zoo.

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La foto della vera famiglia Mee, composta da Benjamin, sua madre Amelia e i suoi due figli Milo ed Ella.

La pellicola è basata sul romanzo autobiografico di Benjamin Mee, un giornalista del periodico The Guardian, australiano di nascita e cresciuto nel Regno Unito, che nel 2006 decise di acquistare insieme alla moglie e ai suoi due figli il Dartmoor Wildlife Park, uno zoo del Devon, nel sud-ovest dell’Inghilterra, che era chiuso dagli inizi del duemila ed era ridotto in condizioni estremamente precarie così come i suoi animali che lo abitavano. Alla storia sono state apportate delle modifiche riguardanti la location del parco e i personaggi principali cosicché le vicende si sono trasferite negli Stati Uniti, precisamente in California, in modo da rendere il racconto più appetibile ed emozionante per gli spettatori americani, mentre il nome dello zoo si è trasformato nel fittizio Rosemoor Wildlife Park. Stesso trattamento è stato adottato per i figli del protagonista, i quali avevano rispettivamente 6 e 4 anni all’epoca degli eventi, ma che sono stati trasposti come bambini di 14 e 7 anni per poterli rendere più funzionali alla storia.

Il film inizia con il protagonista che decide di ricominciare da zero per superare la morte della moglie Katherine avvenuta poco tempo prima, scegliendo di acquistare uno zoo trascurato solamente perché annesso all’abitazione a cui lui e i figli sono fortemente interessati. Nella realtà, fu la morte del padre che convinse Benjamin a cercare una casa per far sì che sua madre non rimanesse sola e potesse vivere insieme alla sua famiglia, scegliendo di trasferirsi dal sud della Francia nelle campagne del Devon. L’agente immobiliare gli presentò tantissime proprietà nella zona, tra le quali c’era anche un’enorme casa con una decina di stanze ma che, per assurdo, era compresa di dodici ettari di terreno nei quali abitavano circa 250 animali esotici.

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Un’immagine tratta da una delle scene finali del film.

All’inizio Benjamin non voleva nemmeno visitare la proprietà, troppo costosa per le loro possibilità economiche, ma una volta vista se ne innamorò perdutamente e apprendendo che gli animali avrebbero incontrato un triste destino se nessuno avesse acquistato lo zoo ormai decaduto, sentì il bisogno di prendere in mano la situazione lui stesso per salvare gli animali. L’acquisto della casa costò una fortuna alla famiglia, la quale capì sin da subito come l’unico modo per poter mantenere il parco fosse quello di aprirlo al pubblico e renderlo redditizio in veste di area faunistica. È così che cominciò una complessa e onerosa impresa che richiese tempo, denaro e quasi un anno per vedere la luce, oltre che l’incontro di numerosi problemi legati alla mancanza di esperienza di Benjamin del mondo zoologico che portò, pochi giorni dopo il trasferimento della sua famiglia nella nuova casa, anche alla fuga di un giaguaro dal proprio recinto (e non di un orso come rappresentato nel film).

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Matt Damon e Scarlett Johansson in una scena del film.

Diversi mesi dopo l’acquisto del parco, alle varie problematiche che la famiglia stava già affrontando si aggiunse anche il lutto: Katherine, che si era rimessa poco tempo prima dal cancro, ebbe una ricaduta e morì all’età di quarant’anni, quando ormai mancavano solo tre mesi all’apertura dello zoo al pubblico. Fu proprio l’impegno per l’imminente inaugurazione e la necessità di badare agli animali, oltre che aiutare i sorveglianti membri del parco nei loro compiti, che riuscirono a far riprendere Benjamin dalla perdita subita. L’esistenza degli animali presenti tutti intorno a loro fece capire alla famiglia come la vita stava andando avanti nonostante ciò che gli fosse successo e che, forse, il duro lavoro poteva essere la maniera perfetta per affrontare la catarsi del lutto e superare la disgrazia avvenuta.

Il 7 luglio 2007 il parco fu finalmente pronto per la sua apertura sotto il nome di Dartmoor Zoological Park e con la nuova gestione della famiglia Mee, la quale compare nel film proprio durante la scena di inaugurazione tra coloro che stanno aspettando di entrare per primi nello zoo. Nel dicembre 2014, il parco zoologico divenne un ente di beneficenza dopo aver ottenuto circa 340.000£ grazie a una raccolta fondi, coronando così il sogno di Benjamin di trasformazione il centro in qualcosa di più di un semplice zoo, ma maggiormente simile a un centro per la ricerca, la conservazione e l’istruzione.

“Se rinunci in partenza, è sicuro che fallirai. Se ci provi, hai un’opportunità, anche quando sembra impossibile.” – Benjamin Mee durante un’intervista in cui racconta la sua storia

La storia vera di Benjamin Mee e della sua famiglia rappresenta una di quelle vicende che incoraggia a vedere il lato positivo della vita, anche quando si viene colpiti dalle disgrazie e non si sa come andare avanti. Nonostante i momenti più bui e le carte che preannunciavano il peggio, egli è riuscito a non disperare creando qualcosa di inimmaginabile che, dopo più di un decennio, è ancora un luogo di interesse che porta ogni anno 80,000 visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

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Matt Damon e Colin Ford, interpreti di Benjamin Mee e di suoi figlio Milo.

Il regista e sceneggiatore del film Cameron Crowe, candidato all’Oscar per Jerry MacGuire e vincitore della statuetta come miglior sceneggiatura originale per Quasi Famosi, riesce a dosare incredibilmente bene la sua consueta ironia e il necessario tocco drammatico per la storia di questa famiglia che si sforza di trovare una maniera per andare avanti con la loro vita. I momenti divertenti e quelli più seriosi sono bilanciati in modo tale da non renderlo troppo frivolo né eccessivamente lento o noioso, facendo sì che una vicenda tanto originale come quella di Benjamin Mee riesca ad emergere pienamente nel suo scopo di far commuovere e incitare speranza in chi guarda. La sceneggiatura riesce a incarnare perfettamente la figura di un uomo ottimista e temerario, che nonostante il lutto subito, riesce a rimanere forte per i propri figli e ispirare chi guarda a fare altrettanto, non arrendendosi di fronte alle difficoltà.

La storia di La mia vita è uno zoo è un viaggio alla scoperta della bellezza del mondo animale e dell’introspezione dei sentimenti umani, oltre che un forte messaggio d’amore, di coraggio, di rinascita e di fiducia per il futuro nonostante le innumerevoli avversità che si possono incontrare. Un film da guardare anche con i più piccoli nonostante i tristi temi affrontati e da tenere in mente per darsi forza nei momenti difficili, ricorrendo all’ottimismo per affrontare nella maniera migliore la vita.