La Grande Staffetta: dall’incidente di Alex Zanardi al film. Cosa accadde e come sta oggi l’atleta?

Il 19 giugno 2020, durante una tappa della staffetta paralimpica sostenuta da Obiettivo3, un grave incidente in handbike coinvolgeva Alex Zanardi. Ecco cosa è successo.

Doveva essere l’ora del rilancio, la ripartenza di un paese ferito dal buio di tre mesi di lockdown. Un messaggio di speranza e riconciliazione, l’abbraccio dello sport a un popolo che non chiedeva di meglio che di poter uscire e stare insieme, dimenticando le restrizioni imposte alla vita pubblica e privata dalla pandemia.

Ma per Alex Zanardi, la grande staffetta paralimpica organizzata sotto l’ala protettrice di Obiettivo3, la Onlus creata e sostenuta per avvicinare sport paralimpico e atleti affetti da disabilità, si è trasformata nell’ennessima sfida con il destino. Uno scontro terribile, che lo allontana dalla luce dei riflettori per consegnarlo a un faticoso percorso di ripresa e riabilitazione. Anche di questo parla il bel documentario diretto da Francesco Mansutti e Vinicio Stefanello, La Grande Staffetta. Nelle sale italiane per tre giorni (28, 29 e 30 giugno 2021), distribuito da Adler Entertainment.

La Grande Staffetta: qual è la storia vera dietro al docu-film con e per Alex Zanardi?

L’incidente si impone come cardine narrativo del docu-film, per quanto il minutaggio ad esso riservato sia limitato. La macchina da presa del direttore della fotografia Piergiorgio Grande accompagna con sensibilità e delicatezza gli attimi confusi del post-incidente. Lo shock degli atleti, l’apnea dei soccorsi in arrivo. Il silenzio come scelta stilistica dall’indiscusso contenuto morale. Unico sussulto, il corpo del campione steso a terra e la camera che, repentina, si sposta sugli alberi per allontanare lo sguardo. Il documentario non si occuperà più dell’incidente. Ciò che ne risulterà sarà il rinnovato impegno dei compagni, passata la confusione iniziale, a correre e lottare per una ragione in più. Dove si ferma il film, prosegue questa cronaca. Cosa è successo dunque, il pomeriggio del 19 giugno 2020, a pochi passi da Pienza?

Alex Zanardi: una vita dedicata allo sport, nel bene e nel male

La Grande Staffetta cinematographe.it

Alessandro (Alex) Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre del 1966. Una passione per i motori coltivata sin da bambino, di categoria in categoria, fino ai successi dell’età adulta. Nel 1988 lo sbarco nella F3 italiana. Tre anni più tardi, comincia l’esperienza in Formula 3000 e subito dopo in Formula 1 (Reynard, Benetton, Lotus). Il rapporto con la F1 è conflittuale. Abbandonata per la categoria CART nel 1995, recuperata nel 1999. Ritorno in CART nel 2000, e qui si corre fino al primo gravissimo incidente. La data, 15 settembre 2001.

Il circuito è quello tedesco del Lausitzring. Zanardi perde il controllo della sua monoposto che viene aggredita lateralmente dalla vettura del canadese Alex Tagliani. Qui una ricostruzione accurata della giornata. Il pilota italiano non perde la vita, ma subirà due interventi di amputazione delle gambe. La sinistra, al di sopra del ginocchio. La destra sotto. L’impressione generale è che sia calato il sipario sulla carriera dello sportivo bolognese, in realtà è soltanto l’inizio del secondo tempo. Dallo sport normodotato alla gloria paralimpica. Il culmine di questa cavalcata i quattro ori raccolti tra i Giochi di Londra 2012 e Rio 2016. Il 19 giugno 2020 la situazione cambia ancora. Purtroppo in peggio.

19 giugno 2020. Ore 17.05, statale 146

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Il 19 giugno 2020 la staffetta di Obiettivo3 è cominciata da appena una settimana. La partenza il 12 giugno è distribuita su tre località, Luino Trento e Saluzzo. Il gran finale è previsto per il 25 a Santa Maria di Leuca. L’handbike di Alex Zanardi, nel primo pomeriggio del 19, accompagna la pattuglia degli atleti nel tratto di strada compreso tra Sinalunga e Montalcino, entrambe in provincia di Siena. L’arrivo, spiega l’edizione online di La Repubblica (Cronaca di Firenze),  è previsto nella frazione di Castelnuovo dell’Abate.

Alle 17.05, lungo la statale 146 nel comune di Pienza, sulla strada (in discesa nel tratto in esame) che porta a San Quirico D’Orcia, a pochi passi dalla fine della tappa, Alex Zanardi chiude il gruppo dei corridori.

Le prime testimonianze vanno nella direzione di un errore dell’atleta. Zanardi, perdendo il controllo dell’handbike, invade il senso di marcia e si scontra con un camion, battendo violentemente la testa. Particolarmente drammatica è la testimonianza di Mario Valentini, CT della Nazionale di Paraciclismo, riportata da Radio Capital e qui parzialmente ripresa da ilfattoquotidiano.it:

C’è un rettilineo lungo, in discesa, al 4%, dicono che si sia imbarcato e abbia preso un autotreno sul montante davanti… All’imbocco della curva ha cambiato traiettoria. E ha fatto una manovra azzardata. Ha preso con la leva della pedivella sinistra il montante dove salgono gli autisti, ha girato due tre volte, il casco non ha retto, gli è saltato.

Questi i primi resoconti. Sono i compagni di corsa a dare l’allarme. Trasferito d’urgenza all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, Alex Zanardi viene sottoposto a un intervento di neurochirurgia d’urgenza per tentare di smorzare le conseguenze dell’impatto. Il campione è assistito dalla moglie Daniela e dal figlio Niccolò. Le condizioni dell’atleta durante il percorso di recupero, per volontà della famiglia, restano coperte da sostanziale riservatezza.

Le conclusioni sull’incidente di Alex Zanardi fornite dalla perizia

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L’ultimo capitolo della storia, per il momento, è istituzionale. Nel gennaio 2021 vengono infatti rese note le conclusioni della perizia effettuata dall’ingegnere Dario Vangi per conto della Procura della Repubblica di Siena, e consegnate ai magistrati titolari dell’inchiesta, il pm Serena Menicucci e il procuratore Salvatore Vitello. La perizia conferma quanto ipotizzato in precedenza, e cioè che l’incidente non sarebbe risultato da uno sconfinamento nella corsia opposta del tir contro cui Alex Zanardi ha finito per schiantarsi.

Unico indagato l’autista del camion Iveco Magirus Marco Ciacci. Il tir viaggiava alla velocità di 38 chilometri orari. Secondi i periti della famiglia Zanardi, l’autista avrebbe sconfinato. Di diversa opinione la perizia della procura. Zanardi, nel vedere il camion provenire dalla direzione opposta, avrebbe tentato di girare verso destra per allontanarsi dalla parte centrale della carreggiata. Conseguenza di questa scelta, il suo veicolo avrebbe compiuto un principio di testa coda e si sarebbe ribaltato, finendo nella corsia opposta e terminando la sua corsa contro il cerchione anteriore sinistro dell’automezzo.

Nella primavera del 2021, la Procura di Siena chiede l’archiviazione dell’accusa di lesioni colpose nei confronti dell’autista del tir.

Come sta oggi Alex Zanardi?

Come detto in precedenza, la famiglia è molto riservata sulle condizioni di salute di Zanardi. Sappiamo che a un anno dall’incidente l’atleta è ricoverato a Vicenza, presso l’Unità di Recupero e riabilitazione funzionale e che, nonostante il percorso sia ancora molto lungo, non smette di sperare.

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