I segreti di Osage County: la spiegazione del finale del film

La famiglia Weston si riunisce dopo un avvenimento terribile; nulla sarà più lo stesso dopo la morte di Beverly, il capofamiglia, nulla sarà più come prima, dopo che, una alla volta, Barbara/Julia Roberts, Karen/Juliette LewisIvy/Julianne Nicholson saranno andate ad abbracciare la madre, Violet/Meryl Streep, malata di cancro. Nulla e nessuno si salva dentro la sala da pranzo di Violet, intorno al tavolo imbandito di cibo ma anche di recriminazioni e di frasi urlate per attaccare e ferire, nessuno e nulla riesce a mettersi al sicuro perché quello è un girone infernale da cui è difficile, se non impossibile, tenersi alla larga. Vita, passato, segreti, a poco a poco, ogni cosa viene portata a galla come in un mefistofelico e cinico pranzo di Babette. La storia di Violet, della sorella, delle sue tre figlie è al centro di I segreti di Osage County, il film di John Wells, tratto dalla pièce teatrale Agosto, foto di famiglia di Tracy Letts.

I segreti di Osage County: una donna che non fa sconti

I segreti di Osage County Cinematographe.it

Violet è mostruosa, sprezzante, sbraitante, è una madre che non accoglie ma critica, una madre che non fa mai sconti, ma insulta. La donna per placare i dolori del cancro – che l’ha colpita alla bocca – prende molte pillole che non la fanno essere completamente in sé e questo non aiuta un animo abituato ad attaccare sempre per non essere attaccata – nei racconti della donna si percepisce un rapporto difficile con la madre, difficile a sua volta. Intorno a lei tutto si sbriciola, il rapporti, i sentimenti.

I segreti di Osage County mette in scena, puntellandosi sulla figura di questa madre/nonna/sorella/cognata, il racconto di come una famiglia possa smarrirsi, ritrovarsi e ferirsi di nuovo. Se lo dicono più di una volta, quel legame (familiare), che dovrebbe essere di sangue, non è tale tra i Weston, eppure c’è, forse slabbrato, smangiato, sbagliato, ma c’è, e tiene ogni elemento unito all’altro, stringendolo con dei legacci maleodoranti, asfissianti. Ognuno ha preso la propria strada ma quando torna in quella casa il vincolo sentimentale, velenoso a volte, malato, che sembrava rotto si ricostruisce a forza, per dovere, ma si ricostruisce.

Si è pronti a ridere, in maniera grottesca e sadica, mentre si vive una tragedia, personale e familiare, si è pronti a sostenersi reciprocamente ma anche a farsi del male – il momento in cui ci si parla ci si distrugge anche, è quello del pranzo, simbolo solitamente di convivialità e serenità ma che qui diventa ring in cui colpire. I segreti non sono segreti veramente, sono al centro di discorsi, discussioni per dimostrare all’altro quanto sia stupido, sbagliato ciò che sta facendo. I segreti del titolo emergono uno alla volta e se prima rimangono tra “pochi intimi”, poi diventano “affare di Stato (con stato si intende Famiglia)” e, a capo di tutto, c’è Violet che dice, come farebbe una divinità, di sapere tutto anche ciò di cui non è a conoscenza. Barbara cerca di tenere insieme il matrimonio con il marito Bill – che ha preso una sbandata per una donna molto più giovane -, ma il dolore è troppo forte, Ivy vorrebbe vivere la sua storia con Little Charles, ma non conosce la crudele e grottesca verità, Karen sa chi ha al suo fianco, fin da subito emerge la natura viscida di Steve, il suo fidanzato, ma è pronta, pur di non rimanere da sola, a perdonarlo anche accettando l’inaccettabile.

I segreti di Osage County: una sorta di Dieci piccoli indiani che porta ad un finale in cui si ricomincia a sperare

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I Weston sono una famiglia disfunzionale, una delle più spaventose, questi folli personaggi, odiosi, egoisti, poveri nel senso più profondo del termine si fanno, si dicono e accettano di tutto ma non riusciranno a farlo per molto tempo. I segreti di Osage County è una sorta di Dieci piccoli indiani, riveduto e corretto, è un lasciare il luogo del delitto mentre la regina sta bruciando, è un valzer doloroso che distrugge tutto ciò che incontra. Così, ad uno ad uno, tutti i componenti della famiglia se ne vanno perché ci sono cose che fanno troppo male, ci sono bocconi amari che non possono essere ingoiati: Bill con la figlia Jean fanno le valigie e abbandonano il campo – metafora di un matrimonio, quello con Barbara, e forse anche di una famiglia, che si sta rompendo -, Mattie Fae, la sorella di Violet, molto simile a lei sotto molti punti di vista, sganciata una bomba (il Segreto dei segreti) che farà saltare in aria ogni precario equilibrio, esce di casa sbattendo la porta, rincorrendo il marito, Karen si aggrappa con le unghie e con i denti al suo Steve e se ne va con lui.

Tutto si compie per arrivare nel finale, momento in cui esplode l’ultimo, inesorabile colpo in questa famiglia: il Segreto viene raccontato e viene gettato addosso alla superstite, Barbara che assomiglia di più a sua madre, che, quando vuole aiutare lo fa malamente, con la stessa aggressiva brutalità di Violet, la stessa di sua zia Mattie Fae che chiama il figlio Little Charles per dimostrargli tutto il suo disprezzo.

Come finisce I segreti di Osage County? Barbara può sperare che qualcosa di buono per lei ci possa essere

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Barbara, mentre si sta scatenando l’uragano, decide che è troppo, se ne va, lascia la madre a se stessa. Si scontrano dunque, da una parte la figura di un’aberrante ed eroica spietatezza, dall’altra una che da questa spietatezza può ancora liberarsi, da una parte una madre che ammette gesta da Mefisto e dall’altra una figlia che vedendo di fronte a sé la propria immagine (negativa) riflessa fugge perché per lei c’è ancora tempo per non diventare in futuro corpo di quell’immagine. Barbara ha già perso molto, il marito, la figlia, porta addosso l’odore del fallimento, ma il racconto straziante di sua madre le ha fatto capire che quello non è il suo posto e che lì non ci può più stare. Chiude la porta dietro di sé ed è pronta a compiere il suo viaggio verso un domani incerto, ma in grado di dare pace perché espressione di giorni da costruire. In casa c’è Violet che, in preda al delirio in cui sembra ormai essere sprofondata, chiama disperata le figlie già lontane, ma basta poco e il loro pensiero se ne va e ciò che resta sono una musica che esce da un giradischi e una povera donna, quella che si prende cura di lei, costretta a rimanere lì solo per lavoro. Sembra incredibile eppure anche in questo istante, anche se in modi diversi la madre e la figlia, sono vicine, entrambe serene nel miraggio di un avvenire migliore.