Maturità 2023: i film da vedere per ripassare il programma di letteratura italiana del 5° anno

Una lista di film utili per ripassare vita e poetica di alcuni degli autori della letteratura italiana che si studiano l'ultimo anno di superiori.

Il 15 maggio, di norma, si chiudono i programmi per le classi quinte e si comincia il ripasso propedeutico agli esami di Stato. A docenti e discenti offriamo qualche suggerimento cinematografico per riprendere, attraverso il cinema, elementi biobibliografici e di poetica degli autori più studiati.

1. Il giovane favoloso (2014): la vita del filosofo poetante Giacomo Leopardi 

Mario Martone scrosta via definitivamente dalla figura di Leopardi le scorie dell’immaginario scolastico più semplicistico, quello che talvolta ancora lo vuole piagnucoloso e afflitto per i suoi mali personali – fisici, ma soprattutto umorali, psichici, affettivi – e per i mali di un’umanità condannata a un infinito desiderare che non trova sufficienti oggetti di appagamento, e da lì l’insoddisfazione, la sofferenza, il sentimento di mancanza, di pienezza impossibile.

Il regista napoletano restituisce cinematograficamente, senza scivolare mai nell’agiografia o nel didascalismo, la vita del poeta-filosofo – o, meglio, del pensatore poetante, come l’ha definito Antonio Prete – a partire dall’infanzia giocosa a Recanati, paradiso-carcere, sino agli ultimi anni partenopei, in cui si conclude, insieme alla sua vita, anche il processo di affrancamento, cominciato negli anni della prima giovinezza, dalle figure genitoriali: un padre accudente e conservatore e una madre algida e bigotta, entrambi a loro modo castranti.

Dove vederlo: on demand su Sky e Now (per gli abbonati); disponibile al noleggio o all’acquisto in tutte le altre principali piattaforme streaming.

2. Il cattivo poeta (2021) e Qui rido io (2021): D’Annunzio visionario (sull’alleanza Mussolini-Hitler) e sbeffeggiato (per la sua tragedia pastorale) in due film italiani recenti 

Gianluca Jodice, regista de Il cattivo poeta con Sergio Castellitto nel ruolo di D’Annunzio – all’anagrafe registrato con d minuscola – costruisce un film di impianto teatrale in cui al poeta e romanziere di finzione vengono assegnate soltanto parole che il poeta e romanziere reale ha scritto o detto. Nessuna invenzione, dunque. Il film ci impartisce anche una lezione di Storia e restituisce a uno scrittore spesso sminuito e talvolta addirittura vilipeso il merito della sua prodigiosa visionarietà: D’Annunzio si pronunciò, infatti, fin dalla prima ora, contro l’alleanza tra Mussolini e Hitler, da lui odiato e definito, in una lettera al Duce del 1933, “marrano”, termine dispregiativo con cui gli Spagnoli chiamavano gli Ebrei o i Mori con la volontà di disprezzarne la villania e la rozzezza. Per questo aperto disprezzo nei confronti del Führer, come il film mostra, fu sottoposto a sorveglianza da parte del partito fascista. 

In Qui rido io, di Mario Martone, Toni Servillo interpreta un mostro sacro della commedia, Eduardo Scarpetta, che osò fare la parodia de La figlia di Iorio dannunziana. Tragedia pastorale in tre atti ispirata a un dipinto, La figlia di Iorio, scritta nel 1903 per Eleonora Duse quando la relazione tra lei e lo scrittore era già compromessa, e poi interpretata da Irma Gramatica, ambientata in un Abruzzo remoto ed estatico, attraversato da energie misteriose e ancestrali, porta in scena una cerimonia nuziale interrotta dall’arrivo di Mila, una donna ‘arcana’, accusata di stregoneria. 

Dove vederli: entrambi i film sono disponibili soltanto a noleggio.

3. Il giorno più lungo (1997) e Un viaggio chiamato amore (2002): la poesia di Campana, laboratorio ricettore delle avanguardie poetiche di XX e XXI secolo. 

Stefano Accorsi e Laura Morante interpretano Dino Campana e Laura Morante.

Del poeta toscano Dino Campana, Eugenio Montale, nel saggio intitolato Sulla poesia di Campana, si chiedeva: “è poeta visivo o veggente?”. Si rispondeva che era entrambe le cose, probabilmente, e che nella sua produzione poetica era possibile rinvenire tracce di ogni avanguardia poetica elaborata tra fine Ottocento e inizio Novecento: dal simbolismo maledetto di Rimbaud – per conoscerne o approfondire la figura, si rimanda a Poeti dall’inferno, di Agnieszka Holland, con Leonardo di Caprio, disponibile su Amazon Prime Video – e Baudelaire alla musicalità sensuale ed estetizzante di D’Annunzio sino all’istanza futurista più profondante innovatrice, priva di quella compulsione spesso meccanica alla versificazione che ne rappresenta l’espressione deteriore.

I canti orfici (1914), raccolta di componimenti in prosa e in versi, segnano la storia della poesia sperimentale del Novecento nell’assimilazione della tradizione verso la formulazione originale di immagini poetiche notturne, in dialogo con l’Ombra – se vogliamo scomodare Jung – o comunque con l’inconscio, perché il canto poetico non può darsi se non nell’oscurità di angosce remote, di un groviglio misterioso che non può essere rinvenuto per intervento archeologico o di decostruzione psicoanalitica, ma soltanto attraverso l’intuizione appunto poetica, insieme visiva e visionaria, simbolica e divinatoria. Un film dal titolo Il giorno più lungo (1997), diretto da Roberto Riviello e prodotto dai fratelli Antonio e Pupi Avanti, ci accompagna alla scoperta della relazione tra il poeta, internato di un manicomio nel 1918, e il suo psichiatra, per riflettere proprio attorno al rapporto tra poesia e malattia mentale: la sapienza poetica può dirsi più prossima a un sentire irregolare, al precipizio psicotico? 

Ambientato un paio di anni prima della segregazione manicomiale di Campana, Un viaggio chiamato amore (2002), diretto da Michele Placido nel 2002, vede Stefano Accorsi – premiato con la Coppa Volpi, a Venezia, per la sua interpretazione – coinvolto nella relazione amorosa con la scrittrice Sibilla Aleramo, al secolo Rina Faccio, una delle prime scrittrici femministe italiane. La loro passione – oggi, senza colpo ferire, verrebbe liquidata sommariamente come ‘tossica’ – è testimoniata dalle lettere che i due si scrissero nel biennio 1916-1918. I due erano molto diversi: Aleramo aveva quarant’anni, era separata dal marito con cui aveva – si fa per dire – celebrato un matrimonio riparatore dopo aver subito da lui violenza sessuale, era una donna attiva ed emancipata, a suo agio nel ‘mondo’, mentre Campana, più giovane di nove anni, aveva condotto, fino al momento del loro incontro, una vita appartata, su cui pesava la reputazione di matto del paese. Il film di Placido si presenta, allora, anche come occasione di approfondire due figure senz’altro differenti, ma altrettanto importanti per comprendere il primo Novecento letterario italiano e il clima politico nel quale s’inserisce

Dove vederli: Il giorno più lungo si può vedere liberamente su YouTube, mentre Un viaggio chiamato amore è disponibile su RaiPlay

4. La stranezza (2022): la nascita del metateatro pirandelliano 

La stranezza 1° al box office- Cinematographe.it
‘La stranezza’, pluridecorato film di Roberto Andò.

Campione di incassi nell’autunno 2022, La stranezza, del regista palermitano Roberto Andò – di cui la Nave di Teseo ha da poco pubblicato un libro di memorie dal titolo Il piacere di essere un altro – è un film didatticamente spendibile. Intreccia una dialettica sottile, ma fruibile, con lo sperimentalismo che conduce Luigi Pirandello alla stesura dei Sei personaggi d’autore, un’opera di rottura nella storia della drammaturgia italiana e internazionale. Nel film, che muove da un viaggio che Luigi Pirandello compie per raggiungere Catania, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Giovanni Verga, assistiamo a uno scambio di battute tra quest’ultimo, maestro dimenticato dal ‘Continente’, e lo stesso Pirandello: il primo mette in guarda il secondo a proposito della difficoltà dell’impresa a cui da qualche tempo Pirandello si è accinto, quella di demolire le fondamenta realistiche della letteratura italiana

Pirandello, partito per così dire verista, è infatti approdato a una scrittura ‘meta’, di riflessione sul rapporto complesso tra vita e forma: l’uomo può accedere alla vita – intesa come recintazione, e ugualmente recitazione, sociale – solo assumendo un’identità-maschera, che non solo non esaurisce la vita, quale flusso, ma persino la imprigiona e la contraffà. Tuttavia, l’unica alternativa all’imprigionamento identitario – e alle sue conseguenze nevrotizzanti – è la con-fusione con l’esterno, l’abbattimento dei confini tra l’io e il tu, tra l’io e tutto il resto, abbattimento che coincide con la psicosi, disturbo psichiatrico di cui soffrì la moglie di Pirandello stesso. Nel film di Andò, viene mostrato come, solo facendosi ‘creature’, e quindi personaggi, è dato a qualcuno di esistere, anche se questa forma di esistenza è posticcia. O, meglio, perennemente sul bordo tra realtà e finzione, in una tensione che non può sciogliersi. Per l’analisi e l’interpretazione approfondite del film, rimandiamo anche a questo focus pubblicato qualche mese fa.

Dove vederlo: on demand su Amazon Prime Video (per gli abbonati); disponibile al noleggio o all’acquisto in tutte le altre principali piattaforme streaming.

5. Pasolini (2014): Abel Ferrara inscena l’ultima notte dello scrittore corsaro 

Willem Dafoe interpreta Pier Paolo Pasolini.

L’ultima giornata nella vita di Pier Paolo Pasolini, assassinato a Ostia nella notte del 2 novembre 1975, al lavoro su Petrolio, un romanzo rimasto incompiuto, e su Porno-Teo-Kolossal, un film che non vedrà mai la luce, è occasione per Abel Ferrara di leggere la morte violenta dell’intellettuale – significante che intende comprendere lo scrittore-romanziere e lo scrittore-poeta, e anche il regista, il giornalista, il critico, in un movimento transfugo da disciplina a disciplina – come corpo a corpo sì con i suoi aguzzini, ma anche e soprattutto con le allegorie di cui questi sono portatori: la lotta ingaggiata da Pasolini con loro si fa correlativo oggettivo di una lotta condotta strenuamente, tutta la vita, con le più diverse incarnazioni del potere, dei conformismi, del pensiero dominante. 

La scrittura filmica si esprime nella simultaneità, al di fuori di codici fissi: è performance di un continuo esercizio di agitazione e insubordinazione nei confronti dei referenti esterni ai segni, dell’angustia dei significanti di fronte al rapporto ‘dovuto’ con significati stabiliti. Il Pasolini di Abel Ferrara offre l’opportunità didattica sia di ricompilare la vita dell’autore sia di ripassarne la poetica rifondativa, per la quale la scrittura, attraverso la fissazione formale, allarga le potenzialità della forma stessa, esplora ambiti espressivi in reciproca contaminazione ed emancipazione. 

Dove vederlo: Il film è disponibile alla visione su Prime Video (abbonamento). 

Altri film dedicati a Pier Paolo Pasolini disponibili in streaming: La macchinazione (2016), di David Grieco, con Massimo Ranieri nella parte di Pasolini, è disponibile alla visione su Sky e Now; Un mondo d’amore (2003), di Aurelio Grimaldi, intorno a un episodio della giovinezza friulana di Pasolini quando, da insegnante – omosessuale e comunista – di scuola media, fu accusato di abuso di minori, è disponibile alla visione su CHILI; Pier Paolo Pasolini. Le ragioni di un sogno (2001), di Laura Betti, è disponibile integrale su YouTube; Pasolini. Un delitto italiano (1995), di Marco Tullio Giordana, è disponibile su Tim Vision e Infinity,

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