5 film disturbanti che vi resteranno impressi

Una serie di film che lasceranno il segno durante e dopo la visione.

Quando si parla di film disturbanti non si fa necessariamente riferimento a pellicole di genere horror, anzi, molto spesso la sensazione di disturbo, quindi di fastidio emozionale e viscerale arriva da pellicole di straordinaria drammaticità e di stampo realistico. Pensiamo ad opere come il Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini, un film che raccontava la perversa situazione di potere da parte di un gruppo di despoti fascisti nella cittadina lombarda, negli anni ’40. Un’opera in cui erano presenti vessazioni psicologiche e fisiche, perfino momenti di coprofagia e in ultimo delle vere e proprie mutilazioni inflitte ai poveri malcapitati tenuti in balia di un gruppetto di gerarchi, esclusivamente per il piacere dei suddetti di esercitare il potere. O ancora, titoli come A Serbian Film (2010) che fa dell’eccesso e della provocazione violenta ed erotica (pur mantenendosi nei limiti del soft-core) uno sbandieramento tale da essere annoverato tra i film più controversi del nuovo millennio. Ebbene, in questa nostra cinquina di titoli andremo a consigliare quei film, siano essi dal taglio horror o pellicole feroci sul piano psicologico ed emozionale, che vi lasceranno addosso una sensazione di fastidio, di inquietudine e di rigetto, proprio come accadeva con il controverso film “pasoliniano” che proponeva temi alti (il potere, il sesso, la morte, la politica classista) attraverso un condimento piuttosto impressivo ed esplicito e, magari, meno vicini al disturbo grafico e sensazionalistico a tutti i costi, come avveniva, invece, nel caso del secondo film citato.

1. Totò che visse due volte (1998)

5 film disturbanti

Tre episodi si susseguono in una Palermo miserrima e post-apocalittica, popolata da reietti e da soli personaggi maschili.
Il terzo rilegge in chiave parodistica e cinicamente irriverente, sul filo della blasfemia, il vangelo, con un ipotetico Messia siciliano scambiato per un boss locale.
Pervaso da un nichilismo devastante e percorso da un’ironia provocatoriamente caustica e volgare, il secondo film di Ciprì e Maresco (ex autori del programma televisivo Cinico Tv) è una visione pessimista e sarcastica di un’umanità al disfacimento fisico e morale, smarrita nelle sue icone, da quelle liturgiche a quelle politiche, sociali, sessuali.
Muovendosi in bilico tra la liturgia laica di Pasolini e il surrealismo irriverente di Alejandro Jodorowski, con segmenti di musica classica in colonna sonora e una straordinaria fotografia in bianco e nero di Luca Bigazzi.
Censurata all’uscita, tra divieti e denunce, la Commissione di revisione cinematografica giudicò il film degradante per “la dignità del popolo siciliano, del mondo italiano e dell’umanità“, è un’opera unica e oscura per il cinema italiano degli anni ’90. Un film disturbante che può respingere e affascinare, a tratti perfino divertire, laddove non inquietare.

2. Irreversible (2002) tra i film disturbanti che vi resteranno impressi

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Un uomo (Vincent Cassel) cerca vendetta per la sua donna (Monica Bellucci), perlustrando assieme ad un amico, vicoli e locali gay di Parigi, a caccia del tizio che l’ha stuprata e percossa in un tunnel della metropolitana.
Film scandalo a Cannes 2002, è l’opera che ha rivelato al mondo il provocatorio Gaspar Noé, autore franco-argentino già messosi in mostra (a pochi) col cinico e crudo, più intimista e ancora conturbante Seul contre tous (1998).
Irreversible, narrato a ritroso, partendo dagli ultimi fatti a quelli antecedenti allo stupro, è un racconto di decadenza umana, annichilente e conturbante, elegante e frenetico, come i movimenti rotatori, sospesi, fluttuanti, sincopati, di macchina che seguono i personaggi nella prima esagitata parte di film.
Con didascaliche frasi annesse, pseudo esistenziali (“il tempo distrugge ogni cosa”) il buon Noe cavalca le acque di un film volutamente forte e trasgressivo che pone il suo epicentro sulla scena chiave, lo stupro, ripresa staticamente in pianosequenza per 10 interminabili minuti.
Una trovata vivida, scioccante, quanto programmatica.
Una cine esperienza decisamente valida e fastidiosa (da segnalare anche l’omicidio con l’estintore)
che nella seconda parte, superata la tempesta ci illude di acquietarsi, giocando proprio sul fattore “deve tutto ancora accadere”.
Una finta pace prima della tempesta che verrà e che, col tempo, appunto, distruggerà ogni cosa.
Un’opera che lascerà una sensazione di nausea e smarrimento, di fastidio, volutamente irritante.

3. Daisy Diamond (2007)

Opera danese, con protagonista Noomi Rapace, prima di diventare una star internazionale, questo Daisy Diamond è un disturbing drama, di quelli che restano sotto pelle dopo la visione. La storia è quella di una ragazza madre che vorrebbe fare l’attrice, ma l’incombenza del neonato la porta ad un irreversibile trauma post parto. Il racconto segna la caduta di una giovane donna nel mondo della pornografia e nell’autodistruzione come via di fuga dalla depressione della maternità da affrontare come individuo lasciata a se stessa. Un film secco e asciutto, come è spesso tradizione del cinema scandinavo, ma assai capace di lasciare il segno come un vero e proprio racconto disturbante può fare in maniera psicologica ed emozionale.

4. Excision (2012) tra i film disturbanti che vi resteranno impressi

Pauline, adolescente bruttina, dal carattere scontroso e schivo, con una madre acida e moralista che le preferisce la sorellina malata di fibrosi cistica ed un padre succube, ma di mente più libera, è ossessionata dal sangue, al punto da avere pensieri necrofili. Mentre a scuola tutti/e la denigrano, lei è decisa a perdere la verginità quanto prima.
Ma, il suo mondo, scandito da una fede insicura e un po’ ipocrita verso Dio, crollerà nella follia, portando nel baratro anche la “perbenista” famigliola.
Excision (estrazione) è un’opera prima di rara bellezza e crudele sincerità, su un mondo adolescenziale e su un’ipocrisia famigliare che potrebbe rispecchiare molta borghesia americana (e non).
Le istituzioni, dal prete psicologo (impersonato da un John Waters che casca a fagiolo), al professore strafottente (un impagabile Malcolm McDowell), fino al preside beffardo (Ray Wise, noto ai più per Twin Peaks), sono il male che contribuisce impassibile al declino di un individuo.
Tutto è disgustoso in Excision, eppure, la confezione, a partire dalla fotografia (soprattutto nelle scene oniriche, quelle sognanti, di stampo erotico horror) è elegantissima, rigorosa, come la facciata di questa società.
E, pertanto il regista ne ribalta la prospettiva, per cui sono i sogni, le pulsioni ad assumere una bellezza estatica, per quanto orrenda, come fuga dalla realtà che, a suo modo è più “grigia” e orrenda.
Ma, nell’apologo in questione Pauline, non è una vittima, è solo una mostruosa conseguenza di tutto ciò, anzi è quasi la più antipatica di tutto il contesto, “diversa” da tutti, ma non per questo migliore o peggiore.
Provocazioni a raffica si susseguono in questa pellicola, ma non in maniera forzata, tra personaggi ben sfumati, regia tutt’altro che acerba, camei da incorniciare, questo è Excision, una parabola (a)morale e controversa, un vero gioiello difficile da collocare nel cinema di genere, tra l’horror ed il dramma famigliare, compreso un pungente humour nero che fa capolino.

5. Pelle (2017)

Una serie di storie si incrociano, in una sorta di realtà favolistica. In tutte spicca l’elemento della diversità e della mostruosità fisica. Impreziosito da un elaborato décor scenico e da una fotografia che esalta i colori rosa e violacei, questo film spagnolo è una commedia nera che unisce la farsa alla satira sull’avidità umana, sul piano economico e sentimentale. Un film disturbante, ma anche affascinante, che può offrire una mutevole gamma di sensazioni, muovendosi tra il cattivo gusto e l’eleganza formale, tra la tenerezza e la pietà, tra l’ironia e la tragedia umana.

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