5 film di Natale che ogni napoletano vede sicuramente

Se sei napoletano (di antica stirpe o d'adozione) di sicuro anche tu vedi uno di questi film a Natale.

È tempo di ferie di fine anno. In tanti, da Natale all’Epifania, potranno finalmente prendere un meritato periodo di pausa dal lavoro per dedicarsi all’affetto dei cari e alle bontà della tradizione gastronomica. Cosa c’è di meglio in questo periodo di sedersi in poltrona in compagnia dei famigliari e, illuminati dalle lucine dell’albero di Natale, magari avvolti dalla morbidezza di un caldo plaid, con tisana digestiva in una mano e pandoro nell’altra, vedere un film? Meglio se un film già visto, con battute che si conoscono a memoria o di cui si è sentito parlare talmente tanto che già lo si conosce. Ogni famiglia ha le proprie tradizioni filmiche (che dietro hanno anche una tradizione di scaramanzia) e di certo ogni casa ha i suoi classici da riprodurre durante le feste, ma chi è di Napoli già sa che ci sono alcune storie che non possono mancare a Natale. Ecco i 5 film che i napoletani certamente vedranno tra il 24 dicembre e il 7 gennaio.

1. Natale in casa Cupiello e le commedie di Eduardo sono tra i film che ogni napoletano vede a Natale

5 film che ogni napoletano vede a Natale

Eduardo De Filippo è uno dei Maestri partenopei per eccellenza e la sua “presenza” durante le feste è indiscussa. Natale in casa Cupiello, la versione di teleteatro del 1977, è un obbligo (e in tanti non scherzano su questo). Il dramma teatrale debuttò nel 1931 e segnò la nascita della “Compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo”. Tra battute rimaste incastonate nei modi di fare di tanti napoletani (“Te piace ’o presebbio?”) e non, la storia della famiglia Cupiello e del Natale visto dagli occhi sognanti di Lucariello, racconta con realismo sfrenato il saliscendi dei rapporti familiari, iniziando come farsa in allegria e finendo in dramma. Scena cult, quella sul finire del secondo atto, quando Luca, Tommasino e Pasqualino Cupiello cantano “Tu scendi dalle stelle” a Cuncetta, momento che prelude alla tragedia imminente, racchiudendo perfettamente l’unione di sorriso e amarezza, tipico della drammaturgia di Eduardo. Per rimanere più allegri però si può virare su due opere eduardiane dall’anima puramente comica, come Uomo e galantuomo e Non ti pago.

2. 32 dicembre e la filosofia di Luciano De Crescenzo

È datato 1988 un altro film cult che in tanti napoletani vedranno durante le festività natalizie. Si tratta di 32 dicembre diretto e interpretato da Luciano De Crescenzo. Il film è suddiviso in 3 capitoli. Ypocrites racconta di un uomo pazzo che si crede Socrate. La moglie regge il gioco di finzione fingendosi Santippe, coinvolgendo anche la domestica, supportata anche dallo psichiatra. La verità però è che l’uomo non è pazzo, ma è sua moglie ad esserlo e questa finzione viene ricreata per amore nei confronti della sua donna. La gialla farfalla ha come protagonista una nonna di 65 anni, che parte per una vacanza segreta con Ferruccio. La donna decide di sposare l’uomo mandando in panico tutti i suoi parenti che temono di perdere l’eredità. I parenti così cercheranno qualsiasi mezzo per togliere alla donna i soldi. Sarà la sua nipotina ad aiutarla a recuperare 50 milioni per partire finalmente per la Francia con il suo amato.

I penultimi fuochi racconta di un padre disoccupato che è afflitto dal fatto che per il 31 dicembre non riuscirà a comprare i botti di capodanno che tanto desiderano i figli. I figli che saputo la notizia andranno a dormire tristi e piangendo, riceveranno la promessa del padre che dice loro che quando avrà i soldi festeggeranno con i botti anche se non sarà più capodanno. Così accadrà il successivo 12 gennaio. Peccato che il padre di famiglia verrà denunciato per schiamazzi notturni, riuscendosi a salvare grazie alla sua furbizia.

3. Non ci resta che piangere, un intramontabile Massimo Troisi

Non ci resta che piangere è un capolavoro senza tempo. Il film del 1984 scritto, diretto e interpretato da Massimo Troisi e Roberto Benigni è un’altro evergreen delle festività natalizie, che spesso viene mandato in onda proprio la notte di Natale. Di genere fantasy e intriso di una forte ironia, il film racconta la storia di due amici, Mario e Saverio, un bidello e un insegnante, che al ritorno dal lavoro, costretti a rifugiarsi in un motel a causa di una forte pioggia, si ritrovano proiettati indietro nel tempo nel 1492, vivendo così un’avventura incredibile dai risvolti comici che li metterà sulla stessa strada di personaggi storici come Girolamo Savonarola e Leonardo Da Vinci. Il film che ebbe un enorme successo di pubblico, ma non di critica, è diventato un vero e proprio cult, grazie sicuramente ad alcune battute rimaste nella memoria di molti spettatori come quella pronunciata da un predicatore a Mario “Ricordati che devi morire”.

4. Tra i film che ogni napoletano vede a Natale Miseria e nobiltà, Totò e gli spaghetti

Se c’è un grande classico della risata in cui rifugiarsi comodamente a pancia piena è Miseria e nobiltà del 1954 per la regia di Mario Mattoli. Il classico nato dalla penna di Eduardo Scarpetta, in cui si racconta di un gruppo di squattrinati che vivono alla giornata, sempre senza danaro, e che ogni volta che si presenta un’occasione per guadagnare onestamente del denaro se la lasciano sfuggire, è entrato a far parte dell’immaginario comune grazie all’interpretazione di Totò. In questa commedia il protagonista Felice Sciosciammocca incontra finalmente l’occasione della vita: fingersi con i suoi amici la famiglia nobile di una giovane innamorata di un Marchesino in cambio di denaro. I due giovani vogliono sposarsi ma la famiglia nobile di lui non accetta il matrimonio perché la ragazza è di umili origini, mentre il padre di lei molto interessato ad imparentarsi con la nobiltà vuole assolutamente conoscere i genitori del futuro sposo. Gli equivoci sono dietro l’angolo e il divertimento è sempre garantito, anche sei testo lo si conoscono a memoria.

Battuta tormentone dell’opera è “Vincenzo m’è pate a me”, recitata dal bambino Peppiniello che riesce a farsi assumere dalla famiglia della promessa sposa come domestico, proprio nella casa in cui il suo vero padre, Felice, si sta fingendo nobile. L’interpretazione di Totò è magistrale ed indimenticabile: celebre è la famosa scena degli spaghetti che chiude l’opera.

5. L’uomo in più, le nuove tradizioni con Paolo Sorrentino

La via della tradizione cinematografica natalizia dei napoletani passa di sicuro dai grandi Maestri del passato, ma non mancano nuove tappe, come L’uomo in più di Paolo Sorrentino. Il film del 2001 rappresenta il debutto per il regista partenopeo e l’inizio del sodalizio con Toni Servillo. La storia è ambientata nel 1980 e racconta il destino incrociato di due omonimi, Tony Pisapia, uno timido calciatore che interrompe la carriera a causa di un infortunio volutamente procurato dai compagni immischiati in una storia di scommesse truccate, l’altro spavaldo cantante, latinlover con problemi di droga e sull’olrlo del declino artistico. Il film è appassionante e ha quella regia di grande movimento, con carrellate e Dolly, tipica di Sorrentino. Anche alcune scene di questo sono divenute cult, come quella d’inizio film quando il cantante Tony si ritrovai in un locale e chiede “Se c’è situazione” o il monologo in cui Tony Pisapia ripercorre il suo passato e dice “È una strunzaaata che la cocaina ti scassa la memoria, so trent’anni che la tiro e non mi sono dimenticato niente. Io me la ricordo tutta la cocaina che mi sono tirato”.