Debito di sangue: il significato del finale del film di Clint Eastwood

Il significato del finale di Debito di Sangue, il film di Clint Eastwood tratto dall'omonimo romanzo di Michael Connelly, di cui ricalca fedelmente la trama.

Clint Eastwood torna a impersonare un ruvido uomo d’azione in Debito di sangue del 2002: l’attore interpreta infatti Terry, un agente FBI ormai prossimo alla pensione, da lungo tempo impegnato in una sfida a distanza con un serial killer che continua a lasciargli messaggi a distanza. In seguito a un attacco di cuore, gli viene trapiantato l’organo da una giovane appena deceduta in circostanze da chiarire: nonostante le controindicazioni del medico, Terry torna a seguire un caso dalle dinamiche simili a quelle che hanno coinvolto la sua donatrice.

Seguendo le tracce, il poliziotto trova collegamenti sospetti tra diversi casi che lo portano a individuare nel nuovo omicida il suo vecchio rivale il quale, evidentemente, ha continuato a uccidere per salvare lo stesso Terry e poter perpetrare questa sfida a distanza ancora per molto tempo.
A questo punto è semplice per il protagonista individuare l’assassino e porre fine a tutto quanto, colpendolo a morte: spirando gli ultimi respiri, il colpevole prova a giocare la carta dei sensi di colpa ricordando a Terry che è solo grazie a lui se è stato trovato un cuore compatibile con il suo. L’agente dell’FBI però non cede al ricatto morale e finisce iniziando una nuova fase della sua vita proprio insieme alla sorella e al figlio di una delle vittime.

Debito di sangue - Cinematographe.it

Terry e il suo fedele vicino di barca.

Subito si percepisce la speranza che guida il protagonista lungo tutto Debito di sangue, manifestandosi a più riprese sotto vari aspetti: per vincere la sfida contro un avversario vicino ma invisibile, per riuscire a sopravvivere al malore, per porre fine una volta per tutte a tanto dolore causato (seppure involontariamente) da lui stesso.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Connelly, di cui ricalca la trama in maniera fedele, rappresentando allo stesso modo anche il virile protagonista, tanto eroico quanto dedito a riscattare la giustizia per nome e per conto di fanciulle in difficoltà, il cui salvataggio assume un aspetto drammatico nelle vicende narrate.
Viste sia le cause che le conseguenze del perverso gioco che fa da colonna vertebrale a Debito di sangue, il salvataggio finale della donna diventa una magra consolazione rispetto al male involontariamente causato dallo stesso Terry, che però trova una vittoria definitiva, almeno a livello personale, nel fatto di poter finalmente ricominciare da capo, iniziare da zero una nuova avventura senza farsi dominare dal suo rapporto con l’assassino.

Debito di sangue - Cinematographe.it

Terry parla ai microfoni in Debito di sangue.

Il finale di Debito di sangue rappresenta proprio questa voglia di rivincita, di lasciarsi tutto alle spalle da parte di Terry, ma anche una presa di coscienza da parte di tutti riguardo al fatto che il colpevole abbia totalmente dedicato la propria esistenza a questa folle sfida con l’agente, di fatto annientando se stesso e la sua esistenza, finendo poi, in cerca di un’improbabile prosecuzione del gioco, con l’implorare per una seconda chance.

Le parole finali dell’assassino costituiscono infatti un tentativo di toccare le corde della compassione e dei sensi di colpa di Terry: con la sua frase “Io ti ho salvato” ricorda a quest’ultimo il fatto di essere vivo solo grazie a lui, ma conferma anche il fatto di aver dedicato la sua intera esistenza a un progetto che lo riguardava solo in parte. Pur avendo causato molto dolore intorno a lui, a Terry resta la soddisfazione e la consapevolezza di essere sempre stato più libero del suo avversario e di avere finalmente adesso una reale possibilità di vivere un nuovo progetto di vita, al contrario dell’assassino che anche da vivo, ha saputo solo occuparsi di qualcun altro e non di sé.