Intervista a Cosetta Lagani: Sky 3D Vintage per far splendere e conoscere la vera storia del 3D

Chi avrebbe mai immaginato che il cinema in 3D esistesse molto prima di Avatar? E che dagli inizi del 1900 agli anni ’80 oltre 140 film siano stati realizzati in 3D, di tutti i generi e di tutti i formati (tra cui thriller, horror, western, musical, animazione)?

Per scoprire un lato poco noto del cinema di oggi e di ieri, che rivela come il sogno ancestrale di andare oltre lo schermo grazie al 3D esista da quando esiste il cinema stesso, è in arrivo Sky 3D Vintage, un progetto editoriale mai tentato prima al mondo: da sabato 8 a domenica 16 ottobre un intero canale dedicato propone per la prima volta i film che hanno fatto la storia del 3D, dalle prime sperimentazioni all’anaglifo sino all’attuale 3D stereoscopico.

I film saranno disponibili in 3D al canale 150 di Sky e, in occasione del primo weekend (8-9 ottobre) anche in HD su Sky Cinema 3D Vintage (canale 304). Entrambi i canali tematici sono Patrocinati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Cinema.

Per saperne di più abbiamo intervistato Cosetta Lagani, Channel Director di Sky 3D

cosetta lagani

Arriverà nel mese di ottobre su Sky un progetto mai tentato prima, Sky 3D Vintage. Di cosa si tratta e come nasce questa idea?

È un progetto che volevo realizzare da circa 4 anni e su cui stiamo lavorando in modo dedicato da oltre 2 anni. Quando abbiamo cominciato a lavorarci insieme a Sky Cinema ci sembrava un’impresa impossibile, ma abbiamo voluto comunque tentare. Ed oggi mi sembra quasi incredibile vedere finalmente prendere forma e vita all’idea.

L’idea nasce nel 2012 quando uscirono al cinema le versioni 3D restaurate di Il Delitto Perfetto di Alfred Hitchcock e di Totò 3D. Anch’io, come molti, associavo nel mio immaginario la nascita del 3D cinematografico alle sperimentazioni degli anni ’80 (da Lo Squalo a Venerdi 13 e Nightmare) e la sua consacrazione negli anni 2000 con Avatar.

Il fatto che grandi nomi del cinema degli anni ‘50, come Hitchcock e Totò, si fossero cimentati con il 3D mi sorprese e decisi di approfondire. Sembra semplice a dirsi ma in realtà fu abbastanza complicato, perché la storia del cinema in 3D è molto poco documentata. Così come non erano semplici da reperire le informazioni sulle pellicole realizzate in 3D prima dei fatidici anni ’80 e se e dove fossero oggi custodite.

Ma più approfondivamo (con Alessia Ratzenberger, di ADR distribution, che ha reperito nel mondo dopo oltre due anni di ricerche la maggior parte dei titoli che mostreremo sul canale) più mi appassionavo all’idea del progetto che stava prendendo forma: un canale interamente dedicato a un’impresa mai tentata prima, far splendere le pellicole che dagli inizi del ‘900 hanno fatto la storia del cinema in 3D e che nessun contemporaneo (a parte rare eccezioni) ha mai visto nel loro formato originale, il 3D appunto.

E insieme ai film, si fece strada l’idea di raccontare di questo cinema così poco documentato, di questi uomini visionari che, con poca tecnica e molta immaginazione, sin da quando esiste il cinema e sin dagli inizi del ‘900, immaginarono un cinema senza i limiti dello schermo piatto.

Da qui nasce Viaggio nel Cinema in 3D – una Storia Vintage, prodotto da Sky e Stand be Me. Ho trovato in Simona Ercolani e nel team di Stand by Me (tra cui Andrea Felici, Jesus Garces Lambert, Simona Meli) il partner ideale per l’ardua impresa di ricostruire e raccontare la storia di questo cinema dimenticato, andando alla ricerca in tutto il mondo, nel senso letterale del termine, di tutti i reperti, le storie, i testimoni di questo racconto.

L’operazione Sky 3D Vintage, ovvero il canale dedicato a queste pellicole e il documentario che ne racconta la storia, ha ottenuto il Patrocinio del MIBACT – Direzione Generale Cinema, in virtù della testimonianza storica rappresentata dall’aver collezionato, raccontato e messo in onda questo pezzo di storia del cinema.

Quanto è stato difficile reperire le varie opere e in base a quale criterio avete scelto quali inserire?

Non esagero se dico che è stato difficilissimo. Non capisco come mai la storia abbia dimenticato questo cinema e le pellicole che furono realizzate siano andate in molti casi disperse. Ci abbiamo impiegato 2 anni e mezzo per trovare 24 pellicole, dagli inizi del ‘900 agli anni ’80, su oltre 140 film prodotti in 3D in questo lasso di tempo.

Li abbiamo cercati tutti, i 140 film, scoprendo che di tanti titoli non c’è più traccia del materiale 3D.

Ne abbiamo trovato 24 che manderemo in onda, dopo mesi di restauro tecnico per renderli compatibili con i moderni formati trasmissivi.

Ci può anticipare quali film troveremo nel canale dedicato?

Certo! Quelli di cui vado più fiera, li inseguivo sin dall’inizio e sono felicissima di essere riuscita a ritrovarli dopo questo lungo lavoro in archivi e cineteche, che ha toccato molti paesi del mondo: il corto del treno di Louis Lumière e il calderone infernale di Georges Méliès, Il Delitto Perfetto di Alfred Hitchcock, Il Mostro della Laguna Nera (un 3D spettacolare!), la Maschera di Cera, il musical Baciami Kate e i Viaggi di Gulliver (una stupefacente animazione 3D degli anni 30!).

Una pellicola iconica quale L’Arrivée d’un train, che quando fu proiettata per la prima volta suscitò talmente tanto realismo da far alzare in piedi gli spettatori – all’epoca non ancora abituati ai prodigi della settimana arte – come potrebbe essere accolta oggi? Crede che qualcuno si sposterà dalla poltrona cercando di evitare l’impatto col treno?

Io mi sono spostata! E non solo per il treno: il 3D di questi film è così realistico da lasciare senza parole e senza fiato, soprattutto pensando all’epoca in cui furono realizzati!

Tra i vari progetti editoriali di questa iniziativa rientra anche Viaggio nel Cinema in 3D – Una Storia Vintage, arricchito da testimonianze storiche. Ci può anticipare cosa troveremo di inedito nel documentario Sky?

Il documentario è stato realizzato per Sky da Stand by Me e rappresenta un tassello che non esisteva nella storia del cinema in 3D. È stato presentato in anteprima al Festival di Venezia e sono grata al Festival della prestigiosa vetrina offerta a questo progetto. Il documentario è frutto di un’accuratissima ricerca della redazione di Stand By Me, molti dei racconti sono inediti e sorprendenti.

Quello che mi ha più colpita è scoprire che, non solo Méliès nel 1903 avesse ideato il primo film in 3D della storia del cinema senza saperlo (il Calderone Infernale), ma che la scoperta di questo film in 3D risalisse ad oltre un secolo dopo, il 2007, durante il restauro della pellicola ad opera di Serge Bromberg della Lobster film.

Per restaurare la pellicola francese rovinata, Bromberg si fece spedire la copia custodita negli Usa e sovrapponendo le due pellicole si accorse che non combaciavano…capì allora che non si trattava di una copia ma di due pellicole girate contemporaneamente da due angolazioni diverse, incredibile! E poi è stata un’emozione poter accedere al Sacro Graal del cinema in 3D: la pellicola originale in 3D stereoscopico del treno dei Lumière (anche questa raccontata nel documentario)! L’interpretazione di Castellitto conferisce poi al racconto un’emozionalità e coinvolgimento unici. Ringrazio di cuore Sergio per essersi appassionato e aver preso parte a questo progetto.

Continuando a parlare di Viaggio nel Cinema in 3D – Una Storia Vintage, oltre a Sergio Castellitto, che sarà la voce narrante del documentario, quali altri attori e critici hanno dato il loro contributo artistico?

Gli interventi nel documentario sono davvero moltissimi, tra l’Italia, la Francia e gli USA. Tra le principali testimonianze ci sono Alberto Barbera – direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia e del Museo Nazionale del Cinema di Torino; Thierry Frémaux – direttore del Festival del Cinema di Cannes e dell’Institut Lumière di Lione; Serge Bromberg  – fondatore della Lobster Film di Parigi; il professor Gianni Canova, storico del cinema e celebre volto di Sky Cinema. E poi Dario Argento, il cast di Lo Squalo 3D, Steven De Rosa, scrittore ed esperto di Hitchcock, Paul Morrissey e la consulenza cinematografica di Steve della Casa. Davvero un lavoro corale, accurato e inedito.

I primi rudimenti del cinema tridimensionale iniziano ad affiorare negli anni ’20, ma è solamente nel nostro secolo che il 3D ha avuto successo, rappresentando in alcuni casi un escamotage per riproporre pellicole degli anni passati. Alla luce di ciò, quando il 3D dà un plus alla pellicola e quando invece risulta superfluo o addirittura nocivo?

In realtà il primo film in 3D della storia del cinema è datato 1903! Cui sono seguiti gli esperimenti degli anni ’20-’30 per arrivare negli anni ’50 ai primi grandi film in 3D della storia (come ad esempio la Maschera di Cera, pellicola col maggiore incasso al botteghino nel ’53). A mio avviso il segreto per un buon 3D è la storia che si racconta: deve esserci una storia, la sceneggiatura non può puntare solo sugli effetti speciali garantiti dalla tecnologia. Deve esserci una storia pensata nell’ottica di poter essere resa più coinvolgente, emozionale e completa grazie al 3D. È questo a mio avviso ‘il segreto’ per un 3D che possa conferire davvero un valore aggiunto al film.

Sempre in riferimento all’uso del 3D, la storia ci insegna che spesso gli artifici sono stati abbandonati anche a causa di tempi storici non esattamente floridi. Considerando il particolare periodo nel quale ci troviamo a vivere, quale sarà secondo Lei il futuro del 3D?

La storia del 3D è di continui cicli e ricicli storici in cui l’uso di questa tecnologia arriva alle stelle, per poi scomparire, per poi riaffiorare sotto nuove forme e tecniche. Quello che questo percorso e ricerca storica ci hanno insegnato è che il sogno di uscire dallo schermo piatto esiste sin da quando esiste lo schermo stesso, anche quando la tecnica a disposizione era davvero poca e si poteva contare solo sull’immaginazione e la visionarietà. E da allora questo sogno ha accompagnato e guidato le evoluzioni tecnologiche camminando sempre di pari passo con la storia del cinema, a volte in primo piano (penso ad Avatar, ad esempio) a volte più defilato. Non credo che questo ‘sogno ancestrale di superare i limiti dello schermo’ si potrà fermare. Negli ultimi anni noi stessi abbiamo sperimentato il 3D applicato al racconto di documentari sull’arte e quest’applicazione si è dimostrata di gran successo e molto giusta per il 3D e per conferire alla pellicola un valore esperienziale inedito e potentissimo. E poi c’è la Virtual Reality 360° 3D che si sta diffondendo sempre di più

Quali altre produzioni e progetti ci riserverà Sky 3D in futuro?

Abbiamo appena finito di girare il nostro quarto film d’arte cinematografico, Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D, il primo film-documentario mai realizzato sull’artista urbinate. Un connubio tra digressione artistica autorevole, immagini di grande impatto visivo grazie alle tecniche cinematografiche in 3D/4K e raffinate ricostruzioni storiche in cui Raffaello è interpretato dal bravissimo Flavio Parenti.