Caccia a Ottobre Rosso: la storia vera che ha ispirato il film con Sean Connery

Caccia a Ottobre Rosso non è solo un magnifico film, ma anche un tragico evento storico che ha rischiato di essere perso per sempre.

Caccia a Ottobre Rosso è uno dei tanti film che hanno fatto la storia del cinema americano, ed anche degli attori che hanno preso parte a questo capolavoro. Il film, diretto da John McTiernan e tratto dal romanzo di Tom Clancy intitolato La Grande Fuga dell’Ottobre Rosso, è uscito nelle sale cinematografiche nel 1990 e ci ha fatto conoscere per la prima volta la figura di Jack Ryan, qui interpretato da un fascinoso Alec Baldwin.

Nel film, in cui si ripercorrono le vicende dell’ammutinamento della Storoshevoy, fregata battente bandiera “URSS” della flotta del Baltico, abbiamo potuto ammirare un cast grandioso, tra cui ha spiccato un impeccabile Sean Connery nei panni del capitano Marlo Ramius. Oltre a lui e ad Alec Baldwin possiamo riconoscere  anche Stellan Skasgard, Peter Firth, Sam Neil, Tim Curry

Quello che però non tutti sanno è che Caccia a Ottobre Rosso non  è soltanto la trasposizione cinematografica di uno dei romanzi più famosi degli anni ’80, ma anche un’incredibile storia vera.

Caccia a Ottobre Rosso: la storia vera

L’8 novembre del 1975 Il capitano di Terza Classe Valery Mikhailovich Sablin ed Alezander Shein danno inizio a quello che sarà considerato uno dei più grandi ammutinamenti della storia e base per Caccia a Ottobre Rosso.

Tutto ha inizio quando la Storozhevoy arriva nel porto di Riga, per partecipare ad una cerimonia commemorativa sulla rivoluzione d’ottobre. Per Sablin è il momento giusto per agire, così, insieme al suo assistente, Alexander Shein, decide di mettere in atto il suo piano. E’ sera quando Sablin avvisa il comandante Putorny che alcuni uomini dell’equipaggio stanno festeggiando, bevendo a bordo della nave.Il comandante, deciso a far rispettare le regole, si reca nella cabina indicata da Sablin come il luogo in cui stavano avvenendo i fatti, ma con sua sorpresa non trova nessuno. In un attimo Sablin è dietro di lui e prontamente lo chiude dentro la cabina.

Sablin allora raduna tutti gli ufficiali della Storozhevoy, ormai senza capitano, ed inizia ad aizzare la ciurma con un accorato appello sulla necessità di una nuova rivoluzione. Dei 16 ufficiali presenti 8 decidono di partecipare all’ammutinamento, mentre gli altri 8 vengono separati dal resto della ciurma.

Il piano originale, che prevede che la Storozhevoy lasci il porto la mattina successiva, viene però bloccato a causa di una disattenzione. Un giovane guardiamarina della Storozhevoy riesce infatti a scappare ed avvisare i superiori dell’ammutinamento in corso, così Sablin decide di partire subito verso Leningrado.

Proprio mentre la Storozhevoy esce dal porto di Riga, Sablin trasmette il suo messaggio rivoluzionario via radio, in cui vorrebbe incitare gli abitanti di Leningrado a ribellarsi, ma l’operatore della radio della Storozhevoy, invece di inviare il messaggio su tutte le frequenze, lo trasmette solo su quelle militari. A sentire il messaggio rivoluzionario di Sablin sono quindi le flotte della marina ed i suoi superiori.

Da quel momento inizia la caccia allo Storozhevoy. 13 navi da guerra e 10 aerei partono all’ inseguimento della nave con lo scopo di bloccare Sablin, ma lui non ha la minima intenzione di cedere. Dopo aver fatto spegnere il radar per tutta la notte, la Storozhevoy naviga in un banco di nebbia, infilandosi nello stretto di Irben. Questo tipo di navigazione però, in un punto così pericoloso, non può essere condotta senza radar, e così Stablin deve riattivarlo.

Ci vogliono solo pochi minuti prima che la flotta e gli aerei ritrovino la Storozhevoy. Il tempo però è poco e la nave sta per entrare in acque internazionali, quindi l’esercito russo decide che l’unico modo per fermarla è bombardarla.

Caccia a Ottobre Rosso: la fine della rivoluzione

Viene sganciata una bomba da 500 libbre proprio in poppa, che esplode vicino la fregata. Il muro d’acqua prodotto si abbatte sulla nave, danneggiandone il timone. Con difficoltà di movimento ed ormai in gabbia, i marinai decidono di liberare il comandante Putorny che, dopo aver sparato a Sablin, comunica con l’aiuto della radio di aver finalmente ripreso il controllo della nave.

Sono le 10 del mattino quando la Storozhevoy viene abbordata dalla marina URSS: mentre la flotta viene tenuta sotto sorveglianza, la nave viene riportata nella base navale russa più vicina. Solo 3 mesi dopo, in seguito alla condanna di tutti i membri della flotta, Sablin viene segretamente condannato a morte tramite fucilazione.

Decisamente diverso dal film Caccia a Ottobre Rosso, ma siamo comunque grati a Tom Clancy prima, e a John McTiernan per averci fatto scoprire una storia simile, che altrimenti sarebbe stata dimenticata per sempre.