Blackberry: la storia vera dietro al film sulla creazione del popolare smartphone

Nonostante i tratti satirici e alcune licenze artistiche, BlackBerry riesce a catturare lo spirito di un’epoca e di una rivoluzione tecnologica.

Il film BlackBerry, diretto da Matt Johnson, racconta l’ascesa e la caduta di uno dei marchi tecnologici più iconici degli anni 2000. Ma quanto c’è di vero nella storia portata sullo schermo? A metà tra biopic e satira, il film ripercorre le vicende dei fondatori del BlackBerry e dell’azienda canadese che lo ha prodotto, la Research In Motion (RIM), svelando le tensioni interne, le scelte audaci e, infine, gli errori che hanno decretato la fine di un impero mobile. Dietro le esagerazioni cinematografiche, la pellicola è radicata in una vicenda reale sorprendente.

La nascita di un gigante della tecnologia

Blackberry - cinematographe.it

La storia di BlackBerry comincia con due giovani universitari canadesi, Mike Lazaridis e Douglas Fregin, fondatori della RIM. Lazaridis era l’ingegnere visionario e riservato, mentre Fregin era il partner entusiasta e creativo. Insieme svilupparono l’idea di un dispositivo mobile che permettesse la ricezione di email in tempo reale: un’innovazione assoluta all’epoca.
Nel film BlackBerry, l’ingresso in scena dell’imprenditore Jim Balsillie – interpretato da Glenn Howerton – segna la svolta. Balsillie, descritto come aggressivo e spregiudicato, propone un accordo: in cambio di una quota della compagnia, porterà il prodotto sul mercato. Da lì, l’avventura industriale si trasforma in una corsa sfrenata verso il successo globale. Anche se alcune caratteristiche dei personaggi sono volutamente accentuate per fini narrativi, il nucleo della storia è basato su eventi realmente accaduti.

Il successo globale del BlackBerry

Alla fine degli anni ’90 e per gran parte dei 2000, BlackBerry divenne sinonimo di status e produttività. Amato da dirigenti, celebrità e politici (incluso Barack Obama), lo smartphone con la tastiera QWERTY fisica e il servizio di messaggistica BBM conquistò il mondo. Al culmine, contava oltre 70 milioni di utenti e il 50% della quota di mercato statunitense.
Il nome “BlackBerry” non nacque, come suggerisce il film, da una camicia macchiata di more. Fu invece frutto di uno studio di branding: i tasti della tastiera ricordavano i semi di fragola, ma si optò per “BlackBerry” per il colore scuro del dispositivo.

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Invenzioni narrative e verità storiche

Il film BlackBerry gioca spesso con la realtà. Ad esempio, la scena in cui il primo prototipo viene costruito in una sola notte è un’esagerazione. In verità, i dispositivi erano in lavorazione da mesi. Anche il modo in cui viene rappresentato Mike Lazaridis è stato criticato: nella realtà, era un leader carismatico e stimato dai colleghi, non l’ingegnere impacciato mostrato nella pellicola. Douglas Fregin, rappresentato come un eterno ragazzo, era in realtà una figura influente anche se più riservata.

Nel film, la rottura tra Lazaridis e Fregin è resa drammatica, mentre nella realtà i due mantennero buoni rapporti. Fregin lasciò la società nel 2007, vendendo le sue azioni, ma non fu estromesso con la brutalità suggerita dalla pellicola.

Il crollo e il ruolo dell’iPhone

La pellicola identifica l’arrivo dell’iPhone come la minaccia principale alla sopravvivenza di BlackBerry, ma i fondatori dell’azienda inizialmente sottovalutarono il pericolo. Sicuri del loro predominio, non riuscirono a innovare abbastanza velocemente. Il tentativo di rispondere con il BlackBerry Storm, un dispositivo touchscreen, fu un disastro.
In pochi anni, BlackBerry perse la leadership. Dal 50% di quota di mercato nel 2007, crollò al 3% nel 2013. L’arroganza e l’incapacità di adattarsi al cambiamento segnarono la fine dell’azienda come la si conosceva.

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Conseguenze legali e vite post-BlackBerry

Il film mostra anche come Balsillie manipolò le stock option per attrarre nuovi talenti. Questo comportamento portò a un’indagine della Ontario Securities Commission. Nessuno fu arrestato, ma BlackBerry dovette pagare una sanzione e Balsillie fu costretto a dimettersi.
Dopo l’uscita dalla compagnia nel 2012, Lazaridis e Fregin fondarono Quantum Valley Investments, focalizzata sulle tecnologie quantistiche. Balsillie, invece, si dedicò alla promozione dell’innovazione in Canada, fondando una scuola di affari internazionali e un think tank.

Una satira “realistica”

Nonostante i tratti satirici e alcune licenze artistiche, BlackBerry riesce a catturare lo spirito di un’epoca e di una rivoluzione tecnologica. Come The Social Network o Tetris, il film non solo racconta la nascita di un prodotto, ma mette in scena l’ambizione, i compromessi morali e le dinamiche umane dietro ogni innovazione di successo.