Ant-Man and the Wasp: Quantumania – 15 motivi per cui è il peggior film del MCU

Ant-Man and the Wasp: Quantumania presenta diversa criticità sia come tassello del MCU che come film [SPOILER]

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è arrivato nelle sale e con esso maggiori preoccupazioni per il futuro del Marvel Cinematic Universe. Sembrava impossibile che gli studios potessero scendere più in basso dopo Thor: Love and Thunder, eppure ci sono riusciti. Il terzo atto sull’uomo formica è, a nostro avviso, il peggior film dell’universo del MCU; se dovessimo stilare una lista sarebbe all’ultimo posto. Questo perché presenta degli evidenti problemi strutturali, nonché errori cinematografici. Non è a cuor leggero che ci accingiamo a descrivere le varie problematiche di questo capitolo, in quanto grandi appassionati del genere.

Leggi anche Ant-Man and the Wasp – Quantumania: recensione del film Marvel

Se l’inizio sembrava promettere una buona storia, successivamente è stata chiara la deriva che il film stava per intraprendere. La comicità, per quanto facente parte del DNA marveliano, viene qui asservita a scene che non ne richiedevano l’intervento, andando così a sminuire personaggi e avvenimenti di rilievo. Love and Thunder è stato un campione in questo, ma essendo un’opera slegata dal nuovo indirizzo rimaneva fine a sé stesso. Per quanto concerne invece Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ci troviamo davanti al primo film della Fase 5, nonché film chiave per il futuro del franchise. Inoltre, fa qui la sua comparsa il nuovo Thanos, ossia il Kang di Jonathan Majors, futuro boss finale della saga del multiverso.

Ant-Man and The Wasp Quantumania - cinematographe.it

Insomma, almeno l’assetto narrativo del film doveva presentarsi inattaccabile, perfetto nel delineare un personaggio così pericoloso da richiedere l’intervento di tutti gli Avengers. Purtroppo questo è soltanto uno dei tanti aspetti che hanno reso difficoltosa la visione del film. Non staremo qui a parlare del declino del MCU, di cui si discute fin da Avengers: Endgame, ma ci concentreremo solamente sulle criticità presentate da Ant-Man and the Wasp: Quantumania e sui possibili risvolti che queste potranno avere nelle produzioni future. Ed è senza altri indugi che ci accingiamo ad analizzare nel dettaglio questa nuova pellicola. L’articolo contiene SPOILER sulla trama del film e se ne consiglia la lettura post visione.

1 Lontani dagli esordi della saga legata ad Ant-Man

Ant-Man; Cinematographe.it

Prima di tutto bisogna partire da una grossa premessa: il primo Ant-Man è un piccolo gioiellino all’interno del MCU. Ogni aspetto del film si presentava interessante, divertente e visivamente d’impatto. Portava in scena un protagonista carismatico, complesso e funzionale al proprio ruolo. Scott Lang è un ingegnere dotato, nonché un ladro provetto che, come un moderno Robin Hood, ha sfidato i giganti dell’industria. Tale aspetto verrà totalmente dimenticato nelle produzioni future, compreso Ant-Man and the Wasp.

Il secondo capitolo, per quanto differente dal precedente, si mateneva all’interno dello standard del franchise, al di là di uno dei villain più sciapi dell’universo cinematografico Marvel. Quantumania va oltre, stravolge quanto fatto in precedenza: i personaggi, il loro background e il taglio della narrazione. Questo è un vero peccato, anche se sarebbe stato difficile replicare la sceneggiatura di Edgar Wright. Abbiamo anche avvertito la mancanza del trio comico composto da Luis, Dave e Kurt; l’anima delle precedenti pellicole.

2 La premessa con cui inizia Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania; cinematographe.it

Partiamo ora con l’analisi vera e propria di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e nel particolare sull’assunto che dà il via al racconto. Cassie Lang (Kathryn Newton) è l’ennesima ragazza irriverente, intelligente e dotata, una replica in serie di personaggi come Shuri, Riri Williams e Kate Bishop. La figlia di Scott, aiutata dal nonno adottivo Hank Pym, costruisce con pezzi di scarto un avanzato radar per mappare il regno quantico.

La premessa si discosta già ampiamente da una certa fattibilità nella realtà, ma non è questo l’aspetto peggiore del tutto. Quando Cassie presenta il marchingegno alla famiglia, Janet si appresta a spegnarlo, impaurita dalle conseguenze del suo utilizzo. Tuttavia, questo si riaccende trasportando tutti nel regno quantico. Il motivo è che MODOK aka Darren Cross ha captato il segnale riuscendo così a rapire la ant-family. Intorno a tale scelta gravitano diversi quesiti, il primo dei quali è come da semplice radar si sia trasformato in un portale. Il secondo è che se MODOK è stato in grado di aprire un portale trascinando Scott & co. nel regno quantico perché non ha fatto l’esatto opposto liberando sé stesso e Kang?

Non c’è risposta alla domanda, la sceneggiatura non si pone il problema, proseguendo dritta per la sua strada. Sul marchingegno di Cassie ci torneremo anche più avanti, in quanto lo stesso problema di utilizzo si presenterà anche alla fine del film. Voi direte “va bene, ma è un cinecomic, bisogna adottare un po’ di sospensione dell’incredulità”. Il problema è che la mancanza di appigli ad una certa fattibilità delle scene va a minare la loro credibilità, presentandosi così come criticità per tutto Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

3 Il grande segreto di Janet Van Dyne

MIchelle Pfeiffer è Janet Van Dyne; Cinematographe.it

Questo è a nostro avviso uno dei problemi maggiori di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Possiamo comprendere il trauma della donna, la sua rabbia, la sua paura e il profondo senso di colpa che l’attanaglia nell’aver aiutato Kang il conquistare. Tuttavia, il silenzio di Janet risulta essere poco credibile, considerando il pericolo di tale nemico e il campo di studi del marito: l’energia quantica. Non solo, la donna ci viene presentata come una vera e propria eroina e il suo abbandonare il popolo del regno quantico al giogo di un conquistatore dovrebbe andare in contrasto con tutto ciò che un eroe dovrebbe rappresentare.

Janet sceglie di dimenticare e così facendo condannare un universo intero. Inoltre, Kang nel corso del tempo avrebbe potuto trovare comunque un modo per uscire, a prescindere dall’aiuto di Janet o meno. Il villain dovrebbe, almeno sulla carta, essere uno scienziato proveniente dal futuro, capace di costruire ogni arma e artefatto. Nel film, invece, sembra servirgli la mano di una scienziata umana del passato. La trama, già a questo punto vacilla come un castello di carte.

Il secondo aspetto che ci è sembrato curioso è il fatto che non l’abbia detto a Scott, essendo questi un membro attivo degli Avengers. Una minaccia come quella di Kang non può essere presa sottogamba, e un piano di prevenzione per una sua fuga sarebbe stato d’obbligo. Non solo, Janet non si pone neanche il problema che Hank Pym o qualcun altro possa trovare il modo di entrare nel Regno Quantico, consentendo magari a Kang di scappare. Ci sarebbero potute essere cento se non mille motivazioni diverse per dar forma alla storia, mai Marvel Studios hanno scelto quella che riteniamo la peggiore per Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

4 Viaggiare nel tempo, nessuno ci ha pensato?

Avengers Endgame; Cinematographe.it

Fin dalla scoperta dell’esilio di Kang ci siamo chiesti perché non fosse scappato utilizzando i tanti citati buchi temporali all’interno del Regno Quantico. In Ant-Man and the Wasp Janet avverte Scott di tenersi alla lontana dai portali e in Avengers: Endgame il gruppo di supereroi ne farà uso per recuperare le Gemme dell’infinito. A questo punto viene da chiedersi: se degli scienziati del ventunesimo secolo sono stati in grado di capire come viaggiare nel tempo come mai non ci riesce anche Kang che proviene dal futuro?

Nessuno sembra porsi tale problema, tanto che il suo esilio tanto restrittivo non ci sembra. È come incarcerare una persona all’interno di una stanza con le finestre aperte. Il villain avrebbe potuto tranquillamente tornare indietro nel tempo – o avanti dipende da come la si guardi – e rubare a sé stesso il meccanismo per la sedia temporale. Facile no?

5 Il regno quantico

Ant-Man and the Wasp: Quantumania: 15 motivi per cui è il peggior film del MCU; Cinematographe.it

Il regno quantico è semplicemente una riproduzione della galassia di Star Wars ma senza il contesto spaziale. Siamo difronte ad una scopiazzatura di un altro franchise di cui la Disney detiene i diritti. Non ci sé sforzati nel creare qualcosa di totalmente nuovo, d’impatto e suggestivo. Il pubblico viene trattenuto all’interno di una comfort zone visiva, attingando ad un immaginario collettivo già rodato. Abbiamo trovato ben realizzate e divertenti le case viventi e corazzate, come se fossero uscite da Guida galattica per autostoppisti. Per quanto riguarda invece i nativi di questa dimensione non sembra esserci nessuna regola.

Se in Star Wars la moltitudine di razze è dovuta al fatto che provengano da pianeti differenti, qui non sembra esserci una coerenza. Sono nate spontaneamente nelle varie zone del regno quantico? Sono finite lì per via dei portali? Non ci viene fornita nessuna bussola affinché si possa comprendere lo spazio d’azione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Non è tutto, le truppe di Kang si presentano tutte identiche, nell’altezza quanto nella stazza. Sembrano dei cloni o dei robot stampati in serie e non delle persone arruolate al suo servizio.

Tuttavia, se fossero dei robot creati da Kang a che scopo fare un discorso d’incoraggiamento prima di lasciare il Regno Quantico? Avrebbero seguito comunque i suoi ordini. Sembra che al tavolo di scrittura non si siano sforzati minimamente di dare coerenza ad un mondo di loro stessa invenzione; è così punto e basta, l’arancione regna sovrano.

6 Ant-Man and the Wasp: Quantumania e la ribellione contro Kang

Ant-Man and the Wasp: Quantumania: 15 motivi per cui è il peggior film del MCU; Cinematographe.it

Che la Marvel riutilizzi scene o scelte di scrittura di altri film del franchise è ormai assodato, ma qui hanno creato un cocktail niente male. La struttura narrativa di Ant-Man and the Wasp: Quantumania è palesemente tratta da Thor: Ragnarok. Pensateci: Thor e Loki finiscono in un nuovo pianeta in cui vivono le più disparate creature e nel quale un tiranno spadroneggia su tutto. Il gran Maestro viene spodestato da una ribellione, il cui fulcro sono proprie le azioni dei protagonisti. Le scene comiche si sprecano e i personaggi secondari funzionano da semplici comedy relief. Nel terzo capitolo di Ant-Man succede esattamente la stessa cosa, soltanto che il Gran Maestro viene scisso in due figure, Kang e il Krylar di Bill Murray.

La ribellione si riduce a un ammasso di personaggi senza spessore, al sercizio di battute cringe e scene discutibili. Una scelta dedita al solo scopo di annacquare il calderone, un po’ come la Coca-Cola nei Fast Food.

7 L’arco narrativo del MODOK di Corey Stole

Ant-Man and the Wasp: Quantumania: chi è MODOK? - Cinematographe.it

Abbiamo cercato di non pensarci, ma è stato impossibile. MODOK è uno dei personaggi peggiori di Ant-Man and the Wasp: Quantumania nonché di tutto il Marvel Cinematic Universe. Stiamo parlando di una testa fluttuante, certo, ma la messinscena l’abbiamo trovato davvero sopra le righe. Il faccione dell’attore viene letteralmente stretchato all’interno della tuta, dandogli un aspetto raccapricciante, ma non nel modo voluto. Il poco tempo dato ai lavoratori della VFX del MCU ha portato ad un’abbondante serie di critiche. La CGI è un aspetto fondamentale dei Cinecomic e non può essere trascurata in funzione di una maggiore proliferazione contenutisca; basti pensare al tanto criticato She-Hulk.

Come molti aspetti del film, anche il citato villain sembra esser uscito fuori da Spy Kids. Il suo arco narrativo non fa altro che accentuare la pessima riuscita del personaggio, che passa dall’essere un’arma micidiale al servizio di Kang ad una mera macchietta comica. La scena della morte, consecutiva ad una redenzione repentina quanto assurda, ha messo a dura prova la nostra tolleranza. Ai fini della trama, la presenza o meno di MODOK si è rivelata superflua.

8 Una protagonista che tale non è

Evangeline Lilly è Hope Van Dyne nel Marvel Cinematic Universe; Cinematographe.it

Stiamo parlando di Hope Van Dyne aka Wasp. Il nome compare nel titolo del film e questo dovrebbe farci intendere che la sua presenza all’interno della pellicola sia pari a quella della sua controparte maschile, ossia Scott Lang. Eppure, per tutto il film, Evangeline Lilly pronuncerà si e no quattro battute. La sua portata per tutto Ant-Man and the Wasp: Quantumania è irrilevante. Come per MODOK, la sua presenza o meno non avrebbe cambiato il risultato. Il suo ruolo sarebbe potuto essere interamente ricoperto da Cassie e non ce n’è saremmo accorti.

Il personaggio è stato scritto con pigrizia, rendendolo bidimensionale quanto il Regno Quantico stesso. La troviamo una grossa presa in giro, un finto mezzuccio per far credere che in casa Marvel siano inclusivi risultando invece paternalistici. Ogni personaggio è stato appiattito in funzione dell’azione, a partire dallo stesso Scott per arrivare ad un Hank Pym sotto funghetti allucinogeni. Il brillante scienziato viene relegato a semplice anziano prossimo alla demenza senile. L’arco narrativo di Scott si esaurisce invece in nulla di fatto, è la stessa persona come abbiamo visto all’inizio del film. Lo stesso vale per il rapporto con la figlia, la cui dimensione valoriale rimane intatta senza nessuna possibilità di crescita.

9 Ant-Man and the Wasp: Quantumania e una CGI non all’altezza

Ant-Man and the Wasp: Quantumania - Cinematographe.it

Abbiamo stretto i denti per gran parte della visione, anche difronte a scelte estetiche di dubbia fattura. Chi ha visto il film sa di cosa stiamo parlando. Partendo dalla scena nel “deserto quantico” nel quale il fondale in green screen è visibile a un chilometro di distanza si arriva a Scott e Cassie in versione miniaturizzata e successivamente ciclopica.

Nel primo caso ci riferiamo alla scena di combattimento nell’accampamento dei ribelli, nel quale le movenze degli eroi sono visibilmente scattose e posticce. Nel secondo caso l’abbraccio tra padre e figlia in modalità giganti non fa nulla per darci la sensazione della loro grandezza, né attraverso la solita voce amplificata o i movimenti rallentati. L’ambiente circostante è pressoché neutro e potrebbero essere tranquillamente a fattezze naturali. Insomma, l’impegno qui scarseggia.

10 Un mix di generi decisamente sballato

attori debutto mcu 2023 Cinematographe.it

Con la sua sceneggiatura Jeff Loveness ha voluto imitare Taika Waititi, scimmiottare Star Wars e prendersi sul serio allo stesso tempo. Il risultato è un film senza capo né coda, nel quale non si riesce a distinguere un atto dall’altro. Abbiamo un primo atto e un secondo, in un flusso senza sosta e senso, nel quale i protagonisti ci mettono un’ora e mezzo ad arrivare dal cattivo. Lo stesso vale per l’innesto comico, in netta contrapposizione con una certa serietà che il film dovrebbe avere, almeno per la sua valenza all’interno della saga del multiverso.

Kang è il nuovo Thanos, il nemico ultimo degli Avengers, eppure la sua importanza viene continuamente sminuita da personaggi comici dalla strampalata origine. Ogni elemento del Regno Quantico va in netta contrapposizione con la pericolosità del nemico. Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un film dai tempi comici sballati, nel quale le battaglie sono prive di pathos e l’ambiente ci conduce ad una perdita dell’orientamento; la sensazione è stata quella di un’astronauta perduto nello spazio, nel quale non esiste il sopra e il sotto.

11 Il Kang di Jonathan Majors in Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Regno Quantico Ant-Man and the Wasp Cinematographe.it

L’attore di Creed III fa del suo meglio, ma si nota come la sceneggiatura lo imbrigli a dei vincoli insormontabili. La recitazione è forzata, piegata da una scrittura che relega il personaggio ai confini del Regno Quantico, a personaggio di poco conto rispetto alle scenette comiche. Kang ne esce fuori sconfitto, all’interno della storia quanto nella realtà. La sua sconfitta mina completamente il timore che il pubblico dovrebbe avere della sua potenza.

Tale aspetto è facilmente collegabile ad un altro che abbiamo riscontrato nel finale ed è inerente ai leak riguardanti la trama di Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

12 Quanto i leak hanno cambiato il finale del film?

Mesi fa è trapelata online l’intera trama di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e rileggendola oggi ci rendiamo conto di quanto fosse veritiera, almeno fino all’ultimo secondo. Nel leak, infatti, il film si sarebbe dovuto concludere diversamente da quanto mostrato. Kang sarebbe dovuto fuggire dal Regno Quantico, lasciando intrappolati Scott e Hope, mentre Cassie avrebbe cercato un modo di riportarli indietro.

Come sappiamo nel film succede l’esatto opposto, ma la messinscena è stata talmente estraniante da farci pensare che sia stato modificato il finale in virtù dei leak; così da spiazzare lo spettatore e andare contro ogni previsione. Lo dimostra il fatto che il ritorno sulla Terra ssembri scollegato dal resto del film, frettoloso e privo di senso logico. Quest’ultimo aspetto è dipeso dal citato marchingegno di Cassie e che vedremo più avanti. Il film sembra concludersi nel momento in cui i due protagonisti si rendono conto del loro fallimento. Il montaggio scorre veloce con una strana transizione, proseguendo con il ritorno a casa grazie all’intervento di Cassie. Qual è il problema? Vediamolo subito.

13 Il ritorno sulla Terra alla fine del film

Ant-Man and the Wasp: Quantumania: 15 motivi per cui è il peggior film del MCU; Cinematographe.it

Veniamo finalmente al grosso problema del finale, lo stesso dell’inizio del film. Il portale dimensionale viene creato dalla tecnologia di Kang, dalla potenza della propria tecnologia. Come sappiamo sulla Terra ne sono sprovvisti, tant’è che il marchingegno di Cassie è un semplice radar quantico, non uno strumento per aprire squarci nell’universo. Quando il portale viene distrutto uccidendo Kang, Scott e Hope dovrebbero, a rigor di logica, rimanere bloccati nel regno quantico. Invece Cassie, attraverso la sua strumentazione apre comunque un portale riportandoli indietro.

Viene da chiedersi come ci sia riuscita, anche perché non ci viene mostrato nessun salto temporale sulla Terra. Cassie ha effettivamente aperto il portale in quel momento. Non solo, l’effetto grafico utilizzato è lo stesso del portale dimensionale di Kang. Il finale di Ant-Man and the Wasp: Quantumania sembrerebbe esser stato rimaneggiato in corso d’opera, proprio in virtù dei leak prima citati.

14 Le formiche di Hank Pym

Questo è uno degli aspetti che più ci hanno fatto storcere il naso di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Sembra che al tavolo di scrittura si siano domandati come i protagonisti potessero sconfiggere un nemico semi-divino come Kang e la risposta sia stata: facciamolo fare alle formiche intelligenti di Hank Pym. Un piano così geniale da sembrare assurdo e ridicolo. Le formiche sono state attirate nel portale dimensionale aperto da MODOK, hanno viaggiato diversamente dai protagonisti così da avere il tempo di creare un’avanzata società tecnocratica e soprattutto sono arrivare nella dimensione con fattezze ingigantite.

Tutto molto comodo, tanto da sembrare il piano di un bambino per risolvere in modo fantasioso la battaglia dei propri giocattoli. L’abbiamo trovata una scelta di pessimo gusto, di quelle che prendono sgradevolmente in giro lo spettatore; qualcuno ha anche gridato alla rivoluzione socialista da parte della Marvel.

15 Le scene post credit di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania - il concilio dei Kang; Cinematographe.it

La seconda scena post credit di Ant-Man and the Wasp: Quantumania non presenta molte criticità, per quanto il discorso si intersechi alla prima, la più problematica. Siamo difronte alla scena nel quale ci vengono mostrati i volti del vero nemico dei Avengers: Kang Dinasty: le varianti di Kang. Jonathan Majors impersona Immortus, Rama-Tut e una variante inventata di sana pianta.

Qual è il problema? Sono molti. Partiamo dal trucco e dai costumi, usciti sembrerebbe da X-Men: Apocalypse o dal già citato Spy Kids. Inoltre, Jonathan Majors ha dovuto accentuare le varie personalità, ma nel farlo è scaduto nel caricaturale. La recitazione è sopra le righe e le voci scatenano ilarità ad ogni sillaba. Siamo lontanissimi dalla scena post-credit nel quale vedevamo Thanos raccogliere la sfida e impadronirsi del guanto dell’infinito. Qui tutto scade nel ridicolo, finanche l’adunata dei Kang che sbraitano in un’arena a suon di grida come se fossimo ne Il pianeta delle scimmie.

Jonathan Majors nei panni di Kang; Cinematographe.it

Ciò che funziona in un medium non è detto che possa funzionare in un altro. Nelle pagine a fumetti gli abiti vistosi di eroi e cattivi non perdono di credibilità, a differenza invece di una loro versione lice action. Il Marvel Cinematic Universe ha sempre cercato di rendere credibili i propri protagonisti, ma sembra che ad oggi sembri più interessata al fans service e alla mera citazione. Per concludere, Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un disastro non solo nel mantenimento del MCU ma proprio in quanto opera cinematografica. È come se Peyton Reed e Jeff Loveness avessero letto un manuale di cinema e poi fatto l’esatto opposto. Forse a Kevin Feige non basta spostare l’uscita dei film, ma rivedere completamente la formula. Certo, da un punto di vista critico il film è un fiasco, tuttavia il botteghino parla da sé: i fan vanno lo stesso al cinema, a prescindere dalla qualità.

Leggi anche Ant-Man and the Wasp ha il punteggio più basso di sempre per Marvel, ma gli incassi sono da capogiro!