Annie Parker: la storia vera del film con Samantha Morton

Una storia vera di una donna come tante altre, Annie Parker, che ha fatto della propria vita un manifesto di sensibilizzazione attraverso il suo esempio di forza e coraggio nella lotta al tumore al seno.

La mia vita era una commedia.
Dovevo solo imparare a ridere.

Annie Parker

Annie Parker è la storia vera di una donna forte, una donna coraggio, che nella sua vita ha lottato con tutte le sue possibilità fino alla stregua delle sue forze per comprendere le cause che affliggono le donne della sua famiglia. La vicenda di Annie si inserisce all’interno di un contesto sociale molto più ampio, rispetto a quello che riguarda la vita privata di questa donna, creando un forte impatto riguardo alla collettività e toccando sensibilmente la sfera femminile, attraverso una forte sensibilizzazione nei confronti del tumore al seno.

Il film, manifesto della forza femminile, è diretto dal regista Steven Bernstein e scritto da Adam Bernstein che con un tatto e una delicatezza unica trattano un argomento come la neoplasia, il tutto attraverso una storia ispirata a fatti realmente accaduti: quella di Anna Parker interpretata con freschezza da Samantha Morton.

La vita di Annie e della sorella maggiore Joan (Maley Shelton) è segnata dalla perdita di persone care fin da bambine; come all’età di undici anni, quando perde la madre, sorte che era toccata in precedenza anche alla nonna e alla zia. Joan raccontava alla sorellina di come la morte dormisse nella camera al piano superiore e dell’attenzione che dovevano avere per non svegliarla perché temevano di essere portate via, proprio com’era accaduto alle altre donne della famiglia; superstizione che Annie porta con sé fino all’età adulta. All’età di diciannove anni Annie vive la dipartita del padre, però non è sola perché accanto al suo fianco ha sempre la sorella e Paul (Aaron Paul), ragazzo dal bel fondoschiena che sposa e dal quale ha un figlio.

Annie Parker: la storia vera di una donna coraggio

annie parker cinematographe

Tuttavia, la morte nella stanza al piano superiore viene svegliata nuovamente e si porta via Joan; Annie, sempre attenta alla prevenzione, nel 1975 si accorge che qualcosa non va e dopo poco anche a lei viene diagnosticato il tumore al seno. Annie lotta con tutte le sue forze contro la malattia che non la sopraffà e la sconfigge; ciò la spinge a indagare le ragioni per cui il cancro abbia devastato la vita di un’intera famiglia, situazione che il marito però non accetta.

Le prove della vita, tuttavia, non si fermano qui e una nuova forma di tumore maligno avanzato alle ovaie viene diagnosticato; così, la rimozione del male e la cura chemioterapica contribuisce in questa ultima ed energica battaglia.

Alla storia personale e individuale di Anna si interseca quella di studio e di ricerca di un’altra donna, la dottoressa Mary-Clay King (interpretata da Helen Hunt) e del suo team di ricerca della Berkeley, Università della California, che indaga su una causa, di tipo genetico ed ereditario, in casi di tumori al seno all’interno di nuclei familiari sensibili. Infatti, il destino di queste due donne le porta a incrociarsi nel loro percorso di vita: l’una toccata dalla malattia e mentre l’altra dalla vita votata all’investigazione. Quest’ultima è arrivata all’individuazione e alla scoperta scientifica del gene BRCA-1, denominata proteina di suscettibilità al cancro della mammella tipo 1, tali mutazioni sono frequenti nel carcinoma mammario.

Annie Parker e Mary-Clay King: la storia vera di due donne forti e coraggiose, in una lotta all’ultimo gene.

annie parker cinematographe

La dottoressa ha vinto per questa scoperta il Weizmann Science Award e il Peter Gruber Foundation Genetics Award ed è stata eletta membro della National Academy of Science.

Mentre Annie Parker è stata tra le prime ad essere sottoposta al test del gene BRCA-1, da cui risulta l’effettiva ereditarietà all’interno della sua famiglia; tale esperienza l’ha portata a mettersi in prima linea a sostegno di altre donne colpite dalla malattia. Tuttavia le prove della vita non si fermano qui, perché nel 2005, ad Annie è stato nuovamente diagnosticato, per la terza volta, il cancro. Ma nuovamente lei ha vinto!

Lei è una donna notevole Anna Parker” queste le parole di incoraggiamento e di stima della dottoressa King nei confronti di Annie, a rappresentare quel sodalizio comune di cui hanno fatto della loro reciproca esperienza individuale una ragione di vita.

Interessante il valore che la dottoressa King affida a uno strumento di uso comune, l’orologio, attraverso un forte significato simbolico come quello della memoria; la presenza di vari marcher a intervallo di dodici minuti ricordano, infatti, la frequenza con cui le donne muoio di tumore al seno negli Stati Uniti, una su nove.

Io sì! Credevo nei miei geni e nei miei cromosomi. Credevo nella mia elica e credevo nella mia predisposizione. Fede! Potrebbe non sembrare fede, non come si può pensare, ma lo è.

Forse quello che dicono che la fede ci sostiene hanno ragione e forse non importa in cosa abbiamo fede. Finché abbiamo fede in qualcosa, come il futuro.