7500: il film di Patrick Vollrath con Joseph Gordon-Levitt è ispirato a una storia vera?
7500 è ambientato interamente nella cabina di pilotaggio di un aereo dirottato: il film è ispirato a una storia vera?
Distribuito direttamente su Prime Video nel corso del 2020, 7500 è un action thriller diretto da Patrick Vollrath e con protagonista Joseph Gordon-Levitt. L’attore interpreta Tobias Ellis, un giovane co-pilota americano in servizio su un Airbus A319 diretto da Berlino a Parigi. Insieme al comandante Michael Lutzmann e alla fidanzata Gökce, assistente di volo, affronta un volo che si preannuncia come ordinaria amministrazione. Ma appena raggiunta la quota di crociera, un gruppo di terroristi tenta di dirottare l’aereo, introducendosi con la forza nella cabina di pilotaggio. Michael viene ferito gravemente, lasciando Tobias da solo a fronteggiare l’assalto e a mantenere il controllo dell’aeromobile, mentre comunica con la torre di controllo usando il codice d’emergenza 7500. Da quel momento inizia una lotta claustrofobica e psicologicamente logorante tra Tobias e i dirottatori.
Il film 7500 è ispirato a una storia vera?

Il film 7500 non è basato su una storia vera. È basato su una sceneggiatura originale scritta dal regista Patrick Vollrath. Dopo il successo del suo cortometraggio Everything Will Be Okay, candidato agli Oscar, il filmmaker tedesco è stato contattato da diversi produttori per realizzare il suo primo lungometraggio in carriera. In quel periodo, il regista aveva in mano una prima bozza della sceneggiatura di 7500. Per prepararsi al film, Patrick Vollrath ha letto resoconti di dirottamenti avvenuti realmente e ha dovuto familiarizzare con gli aspetti tecnici di un aereo e con i protocolli richiesti per i piloti. Carlo Kitzlinger, l’interprete del Capitano Michael Lutzmann, ha avuto un ruolo di rilievo per per rendere le scene più realistiche possibile. L’attore in passato ha lavorato come pilota professionista per la compagnia Lufthansa, facendo da chioccia a Joseph Gordon-Levitt, il quale prima delle riprese ha dovuto sottoporsi ad un intenso addestramento al simulatore.
Oltre a realizzare un film che lasciasse il pubblico senza fiato, Patrick Vollrath ha voluto aggiungere in 7500 maggiore profondità e profondità ai personaggi. Nel scrivere la storia, il regista non ha voluto creare una linea di demarcazione netta tra il bene e il male, astenendosi perciò dallo stereotipare i ruoli. Pur concentrandosi sulla pressione a cui è sottoposto il co-pilota Tobias Ellis, nel racconto del film il personaggio di Vedat assume un ruolo fondamentale, offre uno sguardo approfondito sulla paura provata dal giovane nel momento in cui si ritrova coinvolto in una situazione più grande di lui. “C’è stato un periodo nel 2015 in cui molti ragazzini, per lo più europei, hanno lasciato le loro case e hanno cercato di unirsi all’ISIS. Ho visto un reportage su un ragazzo di 18 anni che è tornato dopo essersi unito all’ISIS, totalmente disilluso e de-radicalizzato. Ho sentito il bisogno di fare un film su un ragazzo che si de-radicalizza nel momento in cui si ritrova con le mani sporche di sangue. E da lì in poi ho voluto raccontare la storia di un ragazzo che lo stava diventando. Ma non è solo una vittima, è un carnefice o un mix di entrambi. È proprio questa linea sottile che mi interessava davvero”, ha dichiarato il regista a Variety.
Nell’esplorare questo tipo di territorio, il regista di 7500 si è reso conto che il bisogno di vendetta crea una spirale infinita di violenza. “Mentre scrivevo, ci sono stati gli attacchi di Parigi e gli attacchi in Germania. Ho smesso di scrivere e mi sono chiesto: “Dovrei continuare a raccontare questa situazione?”. Mi sono risposto che dobbiamo cercare di dare una risposta su come uscire da questa spirale. Come possiamo spezzare questo circolo vizioso di violenza contrastata con altra violenza“, ha dichiarato.