7500: recensione del thriller drammatico di Patrick Vollrath

Recensione del film con Joseph Gordon-Levitt disponibile sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video dal 19 giugno 2020.

 

Finisce sempre così, con la morte.
Prima però c’è stata la vita,
nascosta sotto i bla, bla, bla, bla, bla.
È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore:
il silenzio e il sentimento,
l’emozione e la paura,
gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza
e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile.


Davvero singolare come l’epilogo de La grande bellezza racchiuda il significato profondo di 7500, film del 2019 diretto da Patrick Vollrath. Un paragone ardito quello tra le due pellicole, completamente diverse nell’estetica, sceneggiatura, sinossi e svolgimento, ma che trova la sua raison d’être nel concetto di umanità, motore immobile di entrambi i lungometraggi. 

7500: la trama del thriller drammatico

7500 cinematographe.it

7500, thriller disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video dal 19 Giugno 2020, è ambientato in Germania e segue le vicende di Tobias Ellis, giovane americano che vive con la compagna a Berlino e lavora come pilota d’aerei di linea assieme alla partner che invece è una hostess.

Completati i controlli e messe in atto tutte le misure di sicurezza, il protagonista e il copilota Michael Lutzmann si preparano per la consueta tratta Berlino – Parigi e, dopo aver dato il benvenuto ai passeggeri, decollano in completa tranquillità. Nulla sembra poter turbare il viaggio fino a quando un gruppo di terroristi insorge e tenta di dirottare l’aereo. Fortunatamente Tobias, seppur con una profonda ferita al braccio, riesce a tenere chiusa la cabina di comando e spera di poter effettuare un atterraggio d’emergenza prima che gli assalitori riescano ad impadronirsi del velivolo. 

Analisi stilistica e recensione del film con Joseph Gordon-Levitt

Come già detto in apertura di articolo, leggendo la trama del film potrebbe risultare stridente il paragone tra 7500 e La grande bellezza. Tuttavia, conclusa la visione dell’opera tedesca è evidente che l’obiettivo fondamentale non sia tanto quello di narrare una storia specifica ma di restituire un senso di umanità che per sua stessa natura è universale, incapace di fare distinzioni, pronto a parlare al cuore di tutti. Un concetto così semplice, scontato, è drammaticamente sepolto sotto sovrastrutture sociali, convinzioni ideologiche che, per quanto possano apparire valide, molto spesso con i loro estremismi allontanano l’individuo da quella che è una verità banale ma non per questo meno potente: siamo tutti ontologicamente uguali. Tale messaggio permea l’intera lungometraggio ponendolo ad un livello superiore rispetto ad analoghe pellicole di cui condivide molti aspetti nella messa in scena della storia. 

Action movie, thriller ad alta quota, la lista è davvero lunga ma questo genere così redditizio soffre, almeno in parte, di alcuni ‘difetti di fabbricazione’ che si possono riassumere in: eroismo poco realistico, scarsa caratterizzazione dei personaggi e demonizzazione di un determinato credo religioso. La pellicola tedesca non cede ai facili pietismi e alle classiche modalità d’azione e decide di operare per sottrazione, di far emergere il dramma non dal trambusto ma da un agghiacciante silenzio, il silenzio della cabina di pilotaggio, il silenzio del cuore che, sopraffatto dalla paura, smette quasi di battere in attesa di scoprire il proprio destino. Tutto in 7500, il titolo si riferisce al codice transponder selezionato in caso di atti illegali a bordo, contribuisce a restituire quel senso di angoscia e incertezza che rende il film emozionante e coinvolgente. La fotografia nitida, pulita, sperimenta tutte le gradazioni del blu, il colore freddo per eccellenza, gelido come la tragedia che si sta consumando. Colonna sonora e sceneggiatura sono ridotte all’osso ma proprio per questo efficaci, l’impianto narrativo si erge sui movimenti di macchina, incredibile come questo sia il primo lungometraggio di Patrick Vollrath, e la straordinaria interpretazione di Joseph Gordon-Levitt, attore dotato di grande espressività.

7500: i messaggi nascosti e il significato del film 

7500, Cinematographe

Il lungometraggio non mira a stupire lo spettatore, ben consapevole di ciò che accadrà, ma desidera accompagnarlo in uno straziante viaggio, doloroso quanto scontato. Il film già nelle prime scene fornisce indizi sull’imminente futuro e tramite questo artificio riesce a creare un climax di tensione che tortura lo spettatore, impotente di fronte al fato e al tal punto distrutto da attendere con trepidazione l’epilogo così da mettere fine al supplizio. Detto, fatto. I terroristi insorgono e la tragedia si consuma. Il regista decide però di raccontare, in parte, il carattere degli assalitori, non per giustificare un gesto assolutamente inaccettabile o sottendere una particolare critica sociale, ma per mostrare la complessità degli esseri umani. È facile infatti ripartire questi ultimi tra Buoni e Cattivi, presentare gli scellerati come prodotto del male cosmico e lontani dalla nostra natura, ma tale suddivisione non fa altro che aumentare la distanza tra un individuo e l’altro rendendo così impossibile il dialogo e lasciando spazio solo alla cieca rabbia.

Se il film non ha sicuramente come obiettivo principale quello di veicolare un particolare messaggio politico, è anche vero che alcuni elementi della trama (il protagonista è americano, la compagna di Tobias è una perfetta tedesca ma di origini turche, l’assalitore con i tratti somatici che più si avvicinano allo stereotipo dell’islamico estremista in realtà è nato e vissuto a Berlino e non è pienamente convinto di voler compiere l’attentato) sono volti a stimolare riflessioni sull’integrazione etnica e religiosa. Strazianti scene scorrono inesorabili e l’orrore lascia spazio allo sgomento, ad un dolore sordo. Tuttavia, prima della tragedia, della morte, c’è stato l’uomo, la sua umanità ma, concludendo con la citazione di Gandhi con cui si apre 7500, An eye for an eye and the world goes blind ovvero Occhio per occhio e il mondo diventa cieco.

 

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Sonoro - 2
Recitazione - 2.5
Emozione - 2.5

2.2