Chi era Douglas Trumbull, il Méliès del cinema contemporaneo

Era un ometto semplice, Douglas Trumbull: non ha mai ecceduto nel mostrarsi in pubblico, pochi sono i suoi riferimenti e le sue uscite pubbliche, lasciando più spazio a colleghi e amici reputati più competenti di lui. Come quella volta che George Lucas gli propose, agli albori dell’ascesa dell’Industrial Light and Magic, il comparto degli effetti speciali della Lucasfilm, di diventarne il direttore esecutivo ed artistico, facendo invece il nome del suo amico e assistente John Dykstra: avrebbe vinto lui l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali di Star Wars – Una nuova speranza.

È morto ieri, all’età di 79 anni uno dei maggiori effettisti cinematografici delle ultime decadi del ‘900, quello che a detta di molti può essere considerato un moderno Méliès e che ha contribuito ad apportare molte innovazioni a livello tecnico e tecnologico nel settore degli effetti speciali applicati al cinema dal vero. Specializzato nella realizzazione di  VFX  nel cinema fantascientifico, è conosciuto dai più per essere stato supervisore e realizzatore degli effetti speciali in 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, Blade Runner di Ridley Scott e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Steven Spielberg.

Candidato a tre Premi Oscar, non ne ha vinto neanche uno, ma il suo apporto nel mondo cinematografico gli ha dato meriti impliciti che esulano da premi meritocratici e ufficiali.

La vita di Douglas Trumbull. Una passione infantile per alieni, congegni ed effetti speciali

Douglas Trumbull cinematographe.it

Douglas Trumbull è appassionato fin dalla tenera età da mostri, alieni, disegni e congegni meccanici: ha rivelato più di una volta di aver avuto fin da bambino la passione per i film apocalittici e di invasioni aliene, per la costruzione di congegni meccanici ed elettrici, per l’illustrazione e gli effetti speciali. Forse perché suo padre, Donald Trumbull, era anch’egli un effettista: era lui l’ideatore di tutti gli effetti speciali de Il mago di Oz del 1939.

Sognava di fare l’architetto o il disegnatore, magari coniugando il tutto con l’ambito cinematografico: questo lo portò ad essere assunto dalla piccola casa di produzione Graphic Films di Los Angeles, che produceva piccoli spot per la NASA e la Air Force. Questo lavoro lo avrebbe portato alla ribalta nel mondo degli effetti speciali.

Douglas Trumbull e l’incontro con Kubrick per 2001: Odissea nello Spazio 

2001: Odissea nello spazio

Durante una presentazione del corto To the Moon and Beyond nel 1964 alla New York World’s Fair Stanley Kubrick notò il piccolo studio e decise di coinvolgerlo nella realizzazione di 2001: Odissea nello Spazio. Dopo aver trasferito la produzione a Londra, Kubrick tagliò i rapporti con la Graphic Films, ma Trumbull, deciso a far parte del progetto, cercò in tutti i modi di seguire il regista e di continuare a lavorare con lui come suo diretto dipendente.

Stanley Kubrick diede piena libertà creativa a Trumbull: la nascita del grande effettista ha origine proprio da questa scelta. Per 2001 Trumbull si occupò principalmente di animazioni minori, come quella dei numerosi monitor della navetta Aries e del Discovery, realizzate attraverso la riproduzione fotografica di tabelle e grafici prese da riviste di settore, implementate all’interno del compositi visivo in modo da dare l’idea che fosse computer grafica. La veemenza e l’impegno di Trumbull furono ripagati, diventando alla fine della produzione uno dei quattro supervisori degli effetti speciali del film. Sua è la supervisione della scena madre di 2001: Odissea nello Spazio, quella della Star Gate, in cui ha progettato e sperimentato un nuovo tipo di ripresa basata sulla fotografia a fessura ( slit-scan), precedentemente utilizzata per esempio da Hitchcock in Vertigo. In questo caso specifico una fessura a scorrimento viene posizionata tra la macchina da presa e il fondale illuminato, in modo da riprodurre gli ormai iconici fasci di luce della sequenza in movimento.

La tecnica dello slit-scan, ripresa e modificata quindi da Trumbull, venne utilizzata in modo ancora più spettacolare in Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Spielberg: Trumbull era succeduto a Robert Abel dopo problemi connessi alla produzione Paramount, apportando una serie di modifiche sostanziali che andarono a incidere sull’estetica voluta Spielberg. Gli effetti speciali dell’Enterprise sono stati aggiunti in post-produzione su pellicola, ricreando quell’estetica artigianale propria dei film di inizio ‘900, in quanto il film era girato in pellicola 35 mm in anamorfico. Vennero anche sperimentati dei piccoli inserti in CGI, scartati però per il budget troppo esiguo.

Una tecnica che anticipa il 3D: lo Showscan

Uno degli apporti maggiori al comparto degli effetti speciali Douglas Trumbull lo ha definito grazie alla sperimentazione del processo cinematografico chiamato Showscan: utilizzando una pellicola 70 mm proiettata a 60 fotogrammi al secondo si sarebbe potuto ovviare alla problematica della poca definizione della pellicola 35 mm. La quantità di fotogrammi al secondo è pari a 24, aumentandone la frequenza si ridurrebbe la percezione del cosiddetto motion Blur, andando al contempo a definire l’immagine con una pellicola di grana maggiore e permettendo all’occhio dello spettatore di godere di un’immagine fluida e definita. Questa nuova tecnologia doveva essere alla base della produzione del suo secondo film come regista, Brainstorm, ma venne rifiutato per via della necessità di dover installare dei dispositivi ingombranti e costosi in ogni sala di proiezione. Da quel momento in poi venne utilizzato per la produzione di cortometraggi innovativi di matrice avanguardista legati ad una fruizione immersiva con sedili con simulatori di movimento.

La rivalsa del sistema Showscan sembra essersi imposta quando James Cameron, durante la produzione di Avatar, affermò di voler realizzare un film con una frequenza di fotogrammi maggiore per la resa migliore degli effetti in CGI e 3D e di voler adottare alcune innovazioni apportate proprio dalla tecnica di Trumbull.

Realizzatore e supervisore degli effetti speciali di film del calibro di Blade Runner, Star Trek (1979), e negli anni 2000 The Tree of Life e L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot, regista di 2002: la seconda Odissea e il già citato Brainstorm, Douglas Trumbull ha influito considerevolmente sullo sviluppo di tecniche che sarebbero state poi alla base di sperimentazioni future nel campo degli effetti speciali prima e di quelli visivi ora, imponendosi non solo come effettista, ma anche come pioniere delle nuove tecnologie digitali applicate al cinema.