Zootropolis: una colonna sonora dalle mille facce e colori

L’accoppiata Michael Giacchino – film d’animazione ci sta abituando a risultati piacevolissimi, basta citare Gli Incredibili, Ratatouille, Up e Inside Out. Zootropolis (qui la nostra recensione) è il primo lungometraggio Disney per il compositore, che si è avvalso ancora una volta della collaborazione di Tim Simonec, che ha diretto un’orchestra di 80 elementi, tra i quali spicca anche il veterano Emil Richards alle percussioni: perché la colonna sonora di Zootropolis ha una grandissima varietà di suoni, colori, sapori, in cui strumenti tradizionali e percussioni giocano un ruolo fondamentale, per creare il vasto immaginario attribuibile alle diverse specie animali che vivono nella grande città. Il regista Rich Moore ha affermato:

Zootropolis è una metropoli fiorente abitata da animali di tutto il mondo, e la musica di Michael ha catturato un meraviglioso spirito internazionale che si sposa alla perfezione con le immagini. Non vedo l’ora che il pubblico viva l’esperienza di questo incredibile mondo che abbiamo creato insieme”.

E il regista Byron Howard ha aggiunto, cogliendo lo spirito con il quale Giacchino viene ormai descritto da tutti:

“Per un mondo vasto come quello di Zootropolis, avevamo bisogno di qualcuno che fosse in grado di scrivere una colonna sonora esotica e potente, ma allo stesso tempo intimista. Noi raccontiamo storie con le immagini, mentre Michael le racconta con la musica. Zootropolis è un film maestoso e ricco di temi emotivamente profondi, e Michael era la scelta perfetta per dare vita alle sonorità di questo straordinario mondo animale”.

Zootropolis: assaggi di musica dal mondo in un cuore emotivo

“Ci sono assaggi di musica da tutto il mondo sparsi dappertutto. Ma nel suo cuore, la partitura segue sempre la storia emotiva di Hopps e Nick. (Michael Giacchino)”

La colonna sonora mostra una grande varietà non solo di strumenti, ma anche di linguaggi: si va dai più consueti accompagnamenti emotivi, alle tracce d’azione che ogni tanto si ispirano al mickey-mousing; dai momenti più sperimentali, quasi graffianti e ‘giungleschi’ alla Lost (la traccia d’apertura “Stage fright”, poi “Case of the manchas” e “Some of my best frinds are predators”), agli assaggi internazionali. E in questo caso, oltre a tutto ciò che si trova disseminato nel corso del film, abbiamo in particolare “Tickets to write” dal sapore sudamericano, “The naturalist”, con le sue influenze indiane che ci accompagnano nel tempio naturista, e il Sud Italia di “Mr. Big”. Tutti questi aspetti contribuiscono a dare alla colonna sonora di Zootropolis una grande profondità, proprio nel senso di ‘spessore sonoro’, in cui gioca un grande ruolo anche il basso di Norman Ludwin, che in molti casi porta avanti delle linee funk assolutamente accattivanti. Non c’è un momento in cui la colonna sonora non sappia essere adatta e coinvolgente. Qui avete la playlist delle tracce di Zootropolis:

Non mancano poi le divertenti scene con musica diegetica, come quella della recita all’inizio del film e quella di Judy che, dopo la prima deludente giornata di lavoro, non fa che trovare alla radio solo canzoni deprimenti (“Everybody hurts”, “All by myself”, “I’m a loser”) e, ovviamente, il concerto finale di Gazelle/Shakira che canta “Try Everything”, la canzone scritta da Sia e Stargate appositamente per il film e già incontrata durante l’arrivo di Judy a Zootropolis.

La colonna sonora di Zootropolis è come il film: divertente, ma anche incentrata su temi di grande impatto e spessore emotivo. Per realizzarla, non si poteva non partire proprio dalle emozioni e dalle relazioni umane, come ci racconta Rich Moore:

“Il processo di lavorazione con Michael è unico poiché non assomiglia a un processo. Sembra più una visita a un amico d’infanzia. Abbiamo iniziato a parlare del film – i temi, il tono, i personaggi, i momenti emotivi. Abbiamo parlato di cosa ci ispirasse, e delle nostre speranze per il film. E da quelle conversazioni, Michael ha iniziato a costruire la partitura. Quando abbiamo ascoltato insieme il suo lavoro, è successa una cosa sorprendente. In qualche modo, Michael aveva preso quelle conversazioni e le aveva trasformate in musica. È una collaborazione creativa, pura e semplice”.

Giacchino ci spiega la genesi e lo sviluppo del suo lavoro:

“Ci siamo divertiti molto a lavorare insieme e i registi sono stati un sostegno meraviglioso per me durante l’intero processo, dandomi un’incredibile quantità di libertà per esplorare realmente il tono e il lato emotivo della storia. Sono davvero orgoglioso di essere parte di questo film. È uno di quei film con un gran cuore, dei personaggi scritti alla perfezione e una storia che, oltre a essere incredibilmente divertente, getta uno sguardo onesto sul nostro mondo e sulle importanti questioni che nascono in una società così variegata. Questo è davvero ciò che mi ha attratto del film – l’opportunità di scrivere delle musiche che riflettessero queste sfide”.

Byron Howard aggiunge:

“Michael ha un approccio alla composizione che parte dall’intuito e dall’emozione che prova personalmente, ma, allo stesso tempo, i suoi temi e il suo racconto musicale sono completamente universali. Ci si innamora della musica nello stesso istante in cui la si ascolta”.