Le 5 colonne sonore candidate agli Oscar 2015

Ci avviciniamo alla cerimonia dell’87esima edizione degli Oscar, che si terrà il 22 febbraio. Quella della Migliore Colonna Sonora rimane spesso una categoria in penombra, forse rivolta più agli esperti di musica, ai musicisti e ai più appassionati. Esprimere la propria preferenza per questo premio richiede la conoscenza dei diversi livelli che la musica può acquisire in un film, che vanno riscontrati proprio nell’integrazione con le immagini, non solo attraverso l’ascolto delle tracce (come spesso succede nelle recensioni). Qui voglio presentarvi le osservazioni che ho potuto rilevare in questi lavori, nel modo più oggettivo possibile; benché sia chiaro che poi, ognuno, può avere reazioni emotive diverse. Una cosa però viene data come certa, tra chi studia musica seriamente: che questa non sia una cosa soggettiva – lo dice anche Andrew Neiman (interpretato da Miles Teller) in Whiplash (guardatelo, davvero).

Ecco quindi i film candidati come Migliore Colonna Sonora:

The Grand Budapest Hotel – Alexandre Desplat

Alexandre Desplat è un veterano della musica per il cinema, e in questo lavoro ha saputo approcciarsi allo spirito del film e alla sua originalità. La musica si presenta soprattutto lungo le sequenze, ad amplificare le riprese e il montaggio ben curati, oppure in momenti di climax. Ha fatto uso di strumenti etnici dell’Europa dell’est per dare un gusto retrò e a tratti eccentrico, adatto alla pellicola; inoltre vi sono numerose citazioni classiche e a generi da ballo. Purtroppo la musica si apposta quasi sempre su toni ironici, mancando quindi di sensazioni più varie e profonde e risultando a lungo andare un po’ piatta emotivamente. Offre comunque un ottimo sfondo all’ambientazione.

The Imitation Game – Alexandre Desplat

Qui Desplat adotta un modo di comporre per il cinema più tradizionale. La musica presenta molti ostinati che si srotolano lungo le scene emotive, di raccordo e come sottofondo durante dialoghi di tensione. Accompagna lo studio di Turing in modo lirico, come a sottolineare la sua intelligenza e solitudine. Anche nelle scene che mostrano la distruzione durante la guerra la musica resta sempre su toni delicati e sommessi. In generale è una colonna sonora che non sovrasta le immagini e resta per gran parte del tempo in secondo piano, ma visto l’argomento del film e la grande carica e qualità della recitazione, è stata una buona scelta.

Interstellar – Hans Zimmer

Hans Zimmer è un altro dei più grandi compositori attuali, e con Interstellar non si smentisce. La colonna sonora è maestosa e sempre presente (forse un po’ troppo, a volte ‘sfida’ i dialoghi). Si presenta con lunghi ostinati limpidi, con enfasi su pianoforte, archi e organo. Crea grandi sequenze liriche, ma che lasciano sempre un po’ di sospensione e ansia, perché la musica non si muove armonicamente. È un lavoro ben curato nei dettagli e nei colori, molto sperimentale e dal profumo minimalista, che accompagna le emozioni dello spettatore soprattutto in alcuni punti isolati (come quando Cooper si attracca all’Endurance), ma comunque integrata alle immagini risulta ottima.

Mr. Turner – Gary Yershon

Gary Yershon è forse poco conosciuto come compositore cinematografico, poiché lavora soprattutto per il teatro, la radio e la televisione inglese. In Turner pone l’accento sul timbro degli strumenti, regalando lunghi momenti solistici legati all’intimità del personaggio. Purtroppo, questi intermezzi risultano spesso un po’ troppo pesanti e opprimenti. Sono sicuramente più caldi ed emozionanti, invece, i diversi momenti musicali diegetici presenti, con pianoforte e voce. Solo da metà film, in alcuni brevi momenti, la musica si fa meno tagliente; questa caratteristica, comunque, si adatta bene al carattere burbero del pittore.

La Teoria del Tutto – Jóhann Jóhannsson

Jóhann Jóhannsson, anche lui ancora poco conosciuto nel mondo del cinema, ha composto una colonna sonora calda, ricca di colori e vibrazioni, in cui non traspare mai la negatività della malattia di Hawking. L’ostinato, molto mosso e dinamico, che si ripete con varie sfumature nel corso del film, ha infatti la funzione di esprimere sempre la positività del fisico. Inoltre, la scelta di non sovraccaricare alcune scene emotivamente molto forti con la musica, preferendo il silenzio, si è rivelata accorta. Sa essere emozionante di per sé, ma lascia spazio alle immagini. (La recensione completa della colonna sonora è stata proposta in questo articolo).

Tre di questi film sono stati una costante nella categoria Migliore Colonna Sonora nei principali premi cinematografici: Interstellar, La Teoria del Tutto e The Imitation Game. Tra questi, solo Jóhann Jóhannsson è risultato vincitore (ai Golden Globe), mentre in altri premi hanno vinto Alexandre Desplat per Grand Budapest Hotel (ai BAFTA) e Antonio Sánchez per Birdman (ai Critics’ Choice Movie Awards). Anche la colonna sonora di Gone Girl era stata nominata due volte, ma non rientra nelle nomination agli Oscar, dove compare per la prima volta, invece, quella di Mr. Turner. La corsa sembra quindi restare aperta: aspettiamo allora la notte degli Oscar.

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