Smallfoot: il mio amico delle nevi – 5 ricette a prova di Yeti

Cosa mangia uno Yeti? Ci abbiamo pensato su e alla fine ci sono venute in mente 5 ricette gustosissime, da provare dopo aver visto Smallfoot: il mio amico delle nevi.

Cosa succederebbe se gli uomini fossero considerati esseri mitologici e pericolosi, tanto da poter minacciare l’armonia dei Bigfoot, pacifici e organizzati abitanti delle montagne? Ce lo racconta Smallfoot: il mio amico delle nevi, il film 3D della Warner Animation, uscito proprio in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane e d’oltreoceano. Lo Yeti Migo (Channing Tatum), vive in una pacifica comunità tra i suoi simili, che seguono le leggi di antiche pietre cucite sulla veste del loro sacerdote guida. Nessuno di loro si sognerebbe di oltrepassare la coltre di nubi sulla quale poggia la loro montagna, tanto meno Migo, che crede fortemente nel valore delle loro leggi. Eppure quando un giorno incontra il documentarista Peter (James Corden), uno “Smallfoot”, decide di voler scoprire molto di più.

A dare un plus alla pellicola le voci italiane di Lodovica Comello (Miki); Lorenzo Licitra (Migo) e il duo Me contro Te (Brenda e Thorp).

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Per sapere come si svolgeranno le avventure dei protagonisti di Smallfoot: il mio amico delle nevi non resta che andare al cinema. Nel frattempo, è possibile prepararsi all’evento assaporando gustose ricette tipiche dei luoghi dei presunti avvistamenti di Bigfoot e Yeti, dall’Oregon a Washington, fino alle montagne del Nevada.

Smallfoot: il mio amico delle nevi e le cinque ricette amate dagli Yeti

Il nord-America è famoso per le pietanze a base di carne e pesce, nonché per la cucina rustica tipica delle zone rurali. I cibi della tradizione americana ben si sposano con le preferenze di questi esseri mitologici, infatti le leggende raccontano che i Bigfoot venivano spesso avvistati in prossimità dei ranch per rubare e mangiare il bestiame. Ripercorrendo i luoghi dei più famosi avvistamenti, ecco qui cinque ricette da provare assolutamente.

Bigfoot burger

bigfoot burger

La realtà folkloristica dietro a questo personaggio delle montagne è tale che ha portato alla creazione del Bigfoot burger. Si tratta di un hamburger a base di manzo, bacon, formaggio ceddar e uova con aggiunta di pomodori, insalata e salse. La sua particolarità è il pane a forma di “big foot”, grande quasi quanto due panini, perciò è necessario preparare l’impasto in casa e dargli la forma adeguata prima della cottura in forno.

Cedar-plank salmon

cedar-plank salmon

Questa ricetta è tipica dello stato di Washington, altra zona prediletta dai Bigfoot, i quali sicuramente non avrebbero mai disdegnato del buon salmone affumicato. Interessante in questo caso è la cottura del salmone su una tavola in legno di cedro, messa precedentemente in ammollo nel vino.

Marionberry pie

marionberry pie

Che cosa sono le marionberry? Se non si è abitanti delle montagne dell’Oregon come i nostri amici dai piedi grandi, è difficile conoscerle. Si tratta di una varietà di mirtilli molto dolci e senza semi che viene utilizzata come farcitura di torte e crostate. In alcune varianti, la Marionberry pie viene preparata con crema al formaggio e un po’di succo di limone, oppure con dei semplici mirtilli, visto che questi frutti di bosco sono molto difficili da reperire.

Carré di agnello

rack of lamb

Sulle montagne del Nevada il “rack of lamb” è una vera e propria specialità. Viene preparato in diversi modi ma gli americani lo preferiscono il più semplice possibile. Per la ricetta classica sono necessari solamente rosmarino, timo, aglio, pepe e olio. Il segreto per preparare un buon carré di agnello sta infatti nella cottura lenta e nell’utilizzo di un termometro per la carne per monitorarne la cottura.

Sidro di ghiaccio

cider

Grazie al loro folto pelo, gli Yeti non hanno bisogno di bevande idro-alcoliche per scaldarsi, ma gli altri abitanti che visitano le loro zone ne necessitano eccome. Tipico del nord-America e di alcune aree del Canada è il sidro di ghiaccio. È un vino ottenuto dalle mele ghiacciate poiché in queste zone le estati sono brevi, mentre gli inverni sono molto rigidi. Le mele infatti non vengono congelate artificialmente ma raccolte in inverno a una temperatura di -15°.