La fuggitiva dove è stata girata? Le location della fiction Rai

Tra architetture d'avanguardia e bellezze naturali, 'La fuggitiva', fiction Rai con protagonista Vittoria Puccini, ci offre molti spunti per scoprire Torino e il Piemonte. Prendiamo appunti, in attesa di tornare a viaggiare.

Debutta su Rai Uno in prima serata La fuggitiva, fiction in otto episodi diretta da Carlo Carlei con protagonista Vittoria Puccini nella parte di Arianna, moglie dell’assessore all’urbanistica di un piccolo comune dell’hinterland torinese. Dopo l’improvvisa morte del marito, sospettata di averlo ucciso per gelosia, la donna fa perdere le sue tracce alimentando il mistero sulla sua vera identità.

La riprese della fiction sono state effettuate dal 9 settembre al 7 ottobre dello scorso anno e, nonostante le molteplici limitazioni dovute all’emergenza COVID, si sono articolate tra location diverse. Di Torino, città magica per eccellenza, sospesa tra un passato lontano di fasti regali e un passato vicino di cultura operaia, gli autori hanno prediletto gli ambienti post-industriali e le aree riqualificate architettonicamente attraverso soluzioni d’avanguardia. Ecco quali sono.

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Dove è stata girata La fuggitiva? Alla scoperta della Nuova Torino

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La Nuvola Lavazza

Alcune scene hanno luogo nel quartiere Aurora, in particolare presso la Nuvola Lavazza, sede direzionale della storica Luigi Lavazza S.p.A., l’azienda produttrice di caffè fondata nel 1895. La struttura, progettata dall’architetto milanese Cino Zucchi e aperta al pubblico nel 2018,  comprende, oltre agli uffici in cui lavorano manager e dipendenti dell’azienda, un museo, un sito archeologico, un ristorante, un bistrot, uno spazio eventi, una palestra riservata, un parcheggio interrato e una piazza-giardino di raccordo tra i diversi elementi.

Il Parco Dora è una delle location della fiction con Vittoria Puccini

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Il Parco Dora

Altri luoghi di ripresa della fiction sono quelli in cui, nell’area Spina 3, fino agli anni Novanta del secolo scorso, sorgevano gli stabilimenti Fiat e Michelin e dove oggi si trova, invece, il Parco Dora, un parco postindustriale che prende il nome della Dora Riparia, affluente del fiume Po che attraversa il Piemonte e bagna anche Torino. Frutto degli interventi coordinati dell’architetto Jean-Pierre Buffi e del paesaggista Andreas Kipar, il parco è stato completato nel 2014 e oggi rappresenta il secondo polmone verde della città per estensione (il primo è il Parco della Pellerina).

Cosa vedere a Torino? Tra i luoghi da visitare anche il Castello del Valentino, usato come set per La fuggitiva

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Il Grattacielo Intesa San Paolo

Progettato da Renzo Piano, questo grattacielo deve il suo nome a Intesa San Paolo ed è espressione della ferma volontà di Enrico Salza, ex presidente del consiglio di gestione del gruppo bancario. Inizialmente, quando era ancora in fase progettuale, fu avversato per il modo in cui avrebbe modificato lo skyline cittadino e per come avrebbe rivaleggiato in altezza con la Mole Antonelliana, da cui oggi lo separano – in difetto – soltanto 25 cm.

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Il Campus Einaudi

Di un’area industriale dismessa (ex Italgas), Norman Foster, uno dei più importanti architetti britannici al mondo, ha fatto un campus universitario di grande impatto visivo, vera e propria meraviglia avveniristica. Sito lungo le sponde del fiume Dora, a poca distanza dalla Mole Antonelliana, il Campus ospita la sede della Scuola di Scienze giuridiche, politiche ed economico-sociali, con i relativi dipartimenti: Culture, Politica e Società; Economia e Statistica Cognetti de Martiis; Giurisprudenza.

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Il Castello del Valentino

Antica residenza sabauda acquisita nel 1850 dal Demanio e poi assegnata al Politecnico di Torino per farne il dipartimento di Architettura, il Castello del Valentino (sorge nel parco pubblico del Valentino, nel quartiere San Salvario) è patrimonio Unesco. Deve il suo aspetto attuale a Cristina Maria di Borbone-Francia, la Madama Reale – era sorella di Luigi XIII – andata in sposa a Vittorio Amedeo I, scomparso prematuramente. Rimasta vedova, la duchessa e reggente di Savoia trasformò il palazzo, ricevuto in dono per le sue nozze, in una maison de pleasance d’ispirazione transalpina. Anche in questo scenario sontuoso, testimone di un’epoca storica in cui Torino era politicamente centrale, hanno avuto luogo le riprese della fiction con protagonista Vittoria Puccini.

La fuggitiva: tra le location della serie anche Verbania e le isole Borromee

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Verbania

Nata per volontà di Benito Mussolini nel 1939 dall’unione di due comuni, Intra e Pallanza, Verbania è un comune sparso nonché il più grande centro urbano che si affaccia sul Lago Maggiore e, dal 1992, il capoluogo della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Qui, tra le frazioni di Suna, Fondotoce, Ghiffa e Pallanza, La fuggitiva ha trovato una delle sue ambientazioni più suggestive.

Verbania sorge su un promontorio a forma di triangolo al centro del Lago, nell’estremità settentrionale del golfo Borromeo: le isole attorno – Isola Bella, Isola Madre, Isola dei Pescatori – affascinano per i loro giardini, le loro ville, i loro borghi deliziosi. Tra queste, solo l’ultima (l’Isola dei Pescatori, detta anche Isola Superiore) è sempre accessibile, mentre le altre sono visitabili solo durante la stagione estiva.

Cosa mangiare in Piemonte? I piatti tipici da gustare tra Torino, Verbania e dintorni

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Vittoria Puccini è Arianna, protagonista della fiction Rai La fuggitiva

A Verbania, anche in virtù per la sua vicinanza al confine svizzero, sono particolarmente rinomati i formaggi d’alpeggio (l’Ossolano d’Alpe, il Bettelmatt, laToma del Mottarone, solo per citarne alcuni) e i salumi (la mortadella Ossolana è, ad esempio, presidio Slow Food).

Se invece si sceglie di passare qualche giorno a Torino, soprattutto nelle stagioni più fredde, è vietato non provare come antipasti la bagna cauda, salsa per intingoli composta da acciughe dissalate e aglio, da consumarsi rigorosamente alla giusta temperatura, o, in alternativa, la bagnèt verd, una salsa verde di acciughe, aglio, abbondante prezzemolo e mollica di pane bagnata in aceto, da accompagnare al tomino. Come primi piatti, imprescindibili sono gli agnolotti e i tajarin (entrambi sono versioni di pasta all’uovo), mentre il brasato al Barolo è la prelibatezza per la cena da non perdersi per nulla al mondo: si tratta di uno stracotto di Fassone marinato nel Barolo per almeno 24 ore insieme ad erbe aromatiche e spicchi d’aglio. Per concludere, non privatevi del bonet, il budino tipico del Piemonte preparato con uova, zucchero, latte, cacao e Fernet.