Antonino Cannavacciuolo: intervista allo chef di Cucine da incubo

Per lo chef Antonino Cannavacciuolo cucinare è un viaggio verso l’isola che non c’è! La star di Cucine da incubo, che rivedremo su FoxLife dal 26 maggio 2015, è infatti fermamente convinto che nel mondo in cui ha scelto di vivere non ci sia mai un punto d’arrivo e che, proprio quando pensi di aver raggiunto il top, ecco che sbuca fuori una nuova cosa da imparare.
La sua avventura nei panni del Gordon Ramsay italiano ha trasformato il patron  bi-stellato di Villa Crespi, alla guida anche del Boscareto, in un attore armato di coltello e padelle, pronto a battersi contro il male che si nasconde nelle cucine italiane, con la stessa eroicità con la quale gli Avengers fronteggiano Ultron.

Ma come fa a stare in bilico tra un soffritto al profumo di pesce e la telecamera?

Semplicemente essendo me stesso – risponde lo chef Cannavacciuolo – al quale la televisione ha dato modo di focalizzare l’attenzione sulla realtà della ristorazione italiana: un settore difficile da gestire – continua il “gigante buono” – specie in una situazione economica poco rosea come quella attuale. Per quanto riguarda le gestioni familiari, spesso è facile che all’interno di questi sistemi si creino situazioni complicate, che poi inevitabilmente pesano sull’amministrazione generale. Non è facile affrontare tutte le difficoltà stando al passo con i tempi. Ho visto alcune situazioni che mi hanno davvero colpito dal punto di vista umano: chi ama il nostro lavoro e non riesce a superare queste difficoltà, soffre davvero tanto.

Facciamo un passo indietro: ha abbandonato la sua terra d’origine giovanissimo per apprendere l’arte culinaria presso gli chef più rinomati. Cosa l’ha portata ad intraprendere questa carriera e cosa le è rimasto impresso delle importanti esperienze compiute agli esordi?

Credo che per chi desidera crescere professionalmente in questo settore, sia fondamentale cercare nuovi orizzonti per scoprire gli ingredienti, i sapori e la lavorazione delle materie prime differenti da quelle utilizzate nella terra d’origine. Penso che esperienze di questo tipo, siano dettate dall’istinto e contribuiscano a formare in maniera indelebile il proprio percorso.

Antonino Cannavacciuolo

È forse per questo che nei suoi piatti scorre un fil rouge che amalgama armoniosamente il sud al nord del Bel Paese?

Amo e mi affeziono profondamente alle materie prime, alla loro freschezza e le uso rispettandole al 100%. Così, vivendo in Piemonte da tanti anni, mi viene spontaneo abbinare i prodotti di questa terra, sinonimo del mio presente, con quelli che portano dritto a Vico Equense, dove ho passato la mia infanzia, e in cui albergano i miei ricordi. Il mio itinerario gustoso spazia dalla passione per i formaggi delle malghe alla pesca dei polpi; dalla caccia ai funghi, che amo fare con i miei figli, alla pesca di lago, per poi dileguarsi nel profumo dei limoni colti direttamente dalle piante.

Sorvoliamo il tasto sfogliatella; so che ha un debole sia per la riccia che per la frolla, ma ha anche un amore particolare per l’olio d’oliva, giusto?

Proprio così; credo che nessuna pietanza può farne a meno o, almeno, io lo adoro con tutto.

Se invece parliamo di cinema, quale serie ama più di tutte?

Adoro Gomorra, la serie tratta dal libro di Saviano. Anzi, non vedo l’ora che esca il seguito!

Il cibo è un’opera d’arte?

Lo diventa quando, oltre a soddisfare un bisogno, sa anche regalare e raccontare emozioni.

Antonino Cannavacciuolo

Adios!!!