Anna dove è stata girata? Le location siciliane della serie TV Sky di Niccolò Ammaniti

Palermo, Bagheria, Messina e le vette dell'Etna sono alcune delle location di Anna. Scopriamole tutte nel nostro itinerario nella Sicilia di Niccolò Ammaniti.

Quello di Anna, la serie TV di Niccolò Ammaniti in onda su Sky e NOW dal 23 aprile 2021, è un mondo che sta andando alla deriva sotto i colpi di una pandemia inarrestabile. Popolato da bambini e adolescenti destinati a non crescere mai, si avvinghia allo sguardo dello spettatore con la stessa ferocia di un animale affamato per poi mollare la presa senza preavviso e inondarci di semplice bellezza: selvaggia, incontaminata e incontrollata come un fiume in piena, assorbe il rumore di tutte le cose che accadono, anche quelle brutte, consegnandoci la mappa di una Sicilia realmente surreale. Una Trinacria che è isola e penisola, è degrado e bellezza, schiaffo e carezza.

Come abbiamo già sottolineato nella recensione, è interessante notare come Ammaniti riesca a sfruttare anche ideologicamente l’immagine della Sicilia, soprattutto nell’episodio finale di Anna. Il regista riesce a darci i dettagli di un tragitto reale in un tempo futuro, ma con una concezione dei confini ferma almeno al secolo scorso. Lo fa intercettando palazzi antichi e scrostati, luoghi dismessi, strade di campagna e riserve naturali, lo fa nei luoghi di confine, per rimarcare l’esistenza di un precipizio, di un equilibrio perenne tra ciò che è stato, è e sarà.

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Quali sono le location di Anna, la serie TV Sky? Esploriamo la Valle del Belice

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Nello scovare le location in cui è stata girata Anna intraprenderemo un itinerario nella Sicilia occidentale a partire dalla Valle del Belice, che abbraccia le province di Palermo, Trapani e Agrigento. Ricca di tantissimi reperti archeologici e attraversata dal fiume Belice, questa zona è costellata da piccoli borghi, la maggior parte dei quali distrutti a causa del famoso terremoto del 1968 e in parte ricostruiti. È il caso del comune di Gibellina, il cui nome deriva dall’unione dei termini arabi “gebel” e “zghir”: “piccola altura”. Fondato sicuramente in epoca medievale e distrutto dal già citato sisma, intorno agli anni ’80 è divenuto un’opera di land art, portando notorietà all’artista Alberto Burri, che proprio in questa zona ha edificato il famoso Cretto di Burri. La sua intuizione fu infatti quella di cementificare le macerie, rivalutandole artisticamente e provvedendo al contempo a lasciare nel territorio un’impronta indelebile dell’accaduto.

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Salemi

Proprio come nell’intuizione di Burri, anche nel caso della serie TV questa location tradisce l’immagine tradizionale della Sicilia, dirottandoci in scenari freddi e quasi futuristici, decisamente allineati col mondo che si trova a fronteggiare la giovane Anna interpretata da Giulia Dragotto. Ma chiaramente la macchina da presa di Niccolò Ammaniti si insidia anche in altri borghi molto più caratteristici come ad esempio Salemi (circa 20 minuti in auto da Gibellina), situata alle pendici del Colle delle Rose, tra colline e vigneti, uno dei borghi più belli d’Italia (entrato a far parte del famoso club nel 2016) è una bomboniera sulla quale la storia ha stratificato la bellezza. Fondata dagli Elimi (artefici anche della fondazione di città come Erice, Segesta, Iaitas ed Entella), Salemi è stata attraversata nei secoli da romani, goti, bizantini, arabi, normanni, svevi e borboni, fino alla fatidica unità d’Italia che la vede al centro della spedizione dei Mille. Qui infatti Garibaldi fece tappa, il 14 maggio 1860, ponendo il tricolore sulla torre del castello Normanno-Svevo e dichiarando la città capitale d’Italia (lo fu per un solo giorno).

Oltre al castello costruito tra il 1070 e il 1130, dal quale è possibile avere una visuale panoramica su tutta la città, una delle bellezze a cielo aperto di Salemi è l’ex Chiesa Madre, andata in frantumi dopo il terremoto del 1968. Di questa costruzione a tre navate oggi resistono solo gli altari e un paio di colonne: una visione che profuma di meraviglia e distruzione e che non ci stupisce abbia catturato l’attenzione della troupe. Tuttavia, se vi trovate in questo borgo, è di particolare rilevanza l’attuale Chiesa Madre, caratterizzata da un ingresso incorniciato da quattro colonne Salomoniche, oltre a essere obbligatoria una visita presso il Museo del Pane Rituale, in cui sono esposte particolarissime forme di pane (ghirlande, animali, attrezzi di lavoro), ognuno collegabile a un preciso periodo dell’anno. E chiaramente per gli amanti della buona tavola la visita nella Valle del Belice è l’occasione ideale per gustare la famosa oliva Nocellara del Belice e il profumato olio che con essa viene prodotto.

Tra le location usate per la serie TV Sky Anna spicca Santa Ninfa (siamo sempre nella provincia di Trapani), anch’essa in parte distrutta dal terremoto e resa famosa dalla letteratura per la presenza del Castello di Rampinzeri, citato ne Il Gattopardo. Non siamo certi se proprio questa struttura è stata usata (almeno per quanto concerne gli esterni) per ricreare la casa in cui vivono Anna e Astor. A dispetto del nome, infatti, quello di Rampinzeri è in verità una masseria sorta alle pendici del Monte Finestrelle dalle ceneri di un antico casale saraceno edificato intorno al 1130 e più volte rimaneggiato nel corso del tempo. Il castello è inoltre la sede della Riserva Naturale Integrale Grotta di Santa Ninfa, un’area gessosa in cui si rintracciano i segni del passaggio umano nella presenza di una necropoli di origine protostorica e i segni della natura in torrenti e grotte di spiazzante bellezza. Tuttavia Santa Ninfa vanta diversi palazzi, molti in restaurazione, tra cui Palazzo Mauro, Palazzo Patti e Palazzo Di Stefano.

Sempre in questa zona si trova un’altra riserva naturale, quella di Grotta di Entella, sita nel comune arbëresh Contessa Entellina. In quest’ultimo resiste una minoranza etnico-linguistica fondata intorno al 1450, quando gli albanesi si stanziarono sull’isola per sfuggire all’avanzata turca. La particolarità di questa comunità è uno dei tanti motivi per cui amare la Sicilia. Gli arbëreshët e Siçilisë (ovvero gli albanesi di Sicilia) parlano ancora oggi l’antica lingua albanese, usando la lingua anche dal punto i vista legislativo, insieme all’italiano.

Palermo e dintorni: ecco dove è stata girata Anna, la serie TV con Giulia Dragotto

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I Pupi Siciliani esposti a Palazzo Branciforte

Se i piccoli comuni e i paesaggi naturali della Valle del Belice hanno fornito lo scenario perfetto per le ambientazioni post-apocalittiche di Anna la cosmopolita Palermo non ha lesinato bellezza, facendo da supporto reale alla serie.

La città disegna i punti di ritrovo perfetti per dei bambini sperduti in un mondo devastato dalla Rossa, a partire dal suggestivo Palazzo Branciforte, che si scorge verso le ultime puntate, quando Astor incontra un altro bambino lungo il suo cammino, venendo altresì a contatto con la magica arte dell’opera dei pupi, che proprio in questa sede, risalente al XVII secolo e nei secoli più volte ristrutturata, trova lo spazio ideale per non essere dimenticata. Tra le altre esposizioni ospitate all’interno di Palazzo Branciforte, che annovera al suo interno reperti archeologici, monete antiche, francobolli risalenti al Regno delle Due Sicilie, sculture e pregiate maioliche, quella riservata ai pupi siciliani è la più caratteristica poiché trasmette allo spettatore l’importanza di un’arte prettamente isolana, nata a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento e nel tempo mai abbandonata. Ammaniti sa fare un uso sapiente dell’opra re pupi (come si dice nel dialetto siciliano) innescando, contestualmente alle movenze delle marionette, la macchina dell’immaginazione, della nostalgia e dell’importanza di ricordare le proprie radici. 109 pupi sono custoditi tra queste mura (su progetto di Mimmo Cuticchio) e per raggiungerli, anche nella realtà, bisogna attraversare quell’ingorgo di altissimi corridoi e le scaffalature in legno che costituiscono l’area del Monte dei Pegni di Santa Rosalia, ovvero quella parte del palazzo in cui un tempo venivano riposti i tessuti lasciati in pegno al Senato palermitano. Una simpatica storia, inoltre, racconta che per arrampicarsi in questi scaffali e recuperare le pregiate stoffe e i corredi venivano ingaggiati uomini agili e minuti proprio come le scimmie, a cui veniva pagata un’indennità (da qui, l’indennità della scimmia).

Percorrendo via Roma e oltrepassando lo storico mercato della Vucciria – che appare in un breve flashback nel corso della serie TV – da Largo Gae Aulenti (in cui si trova Palazzo Branciforte) si raggiunge in una passeggiata di circa un quarto d’ora il martoriato Palazzo Sammartino di via Lungarini, risalente al Settecento e un tempo frequentato dalla nobiltà palermitana. Ridotto a un vero e proprio relitto a causa dell’impossibilità da parte del comune di ristrutturarlo, è stato venduto in tempi recenti a dei privati (non senza difficoltà).

Nei paraggi, tra le altre location della serie, si annota l’immensa area verde che dà sul lungomare di Palermo, ovvero il Foro Italico Umberto Primo (o passeggiata della Marina), all’interno del quale si trovano dei piccoli gioielli architettonici, come quella “muraglia” composta dalle facciate dei palazzi in cui un tempo passeggiavano le donne rimaste vedove (che si tenevano lontane dalla zona più centrale del Foro); per tale ragione ancora oggi si chiamano Mura delle Cattive (laddove “cattive”, in siciliano, sta a significa proprio “vedove”, dal latino “captivae”, cioè “prigioniere”, chiaramente del dolore).

Sempre a Palermo il cast ha sfruttato gli spazi della Fiera del Mediterraneo e quelli dell’Ippodromo La Favorita, nonché l’area del porto e i cantieri navali (in cui i due fratelli avvistano la nave petrolifera Saipem) e il Liceo Classico Internazionale G.Meli, che vediamo in uno dei tanti flashback che costellano Anna, trasformato in una scuola elementale (si riconosce la scacchiera sul pavimento in cui Anna e Astor aspettano invano l’arrivo della madre).

Villa Valguarnera e Palazzo Cutò tra le meravigliose location di Anna, la serie TV Sky diretta da Niccolò Ammaniti

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Per rintracciare lo scenario perfetto a dare l’idea dell’anarchia giovanile piombata sulla Sicilia il regista ha scelto di spostarsi nella vicina Bagheria (la patria di Giuseppe Tornatore), a mezz’ora da Palermo. Nella sontuosa Villa Valguarnera Ammaniti ha trovato l’habitat perfetto per i Blu (i ragazzi manipolati dalla perfida Angelica, che tiene incatenata la Picciridduna), utilizzando a suo vantaggio tutti gli spazi della villa settecentesca, dagli esterni agli interni che, seppur occultati dall’obbligo narrativo della penombra, lasciano intravedere anche allo spettatore più distratto le maioliche che lastricano i pavimenti e gli affreschi che ricoprono le pareti.

Usata anche da Ferzan Ozpetek in occasione delle riprese de La Dea Fortuna, la villa è stata abitata da personaggi illustri e sorprende per via della sua particolare conformazione: l’ingresso della tenuta, infatti, è sito nei pressi della piazza centrale di Bagheria, dunque il visitatore che si accinge a raggiungere il monumentale cancello della villa lo fa dopo aver attraversato la silenziosa poesia campestre. E all’improvviso si viene accolti da scalinate che, come braccia, avvolgono l’intera struttura, invitandoci a entrare e ad ammirare quel rincorrersi di stucchi, statue e dorature declinati con stile ai simbolismi esoterici e neoclassici.

Ancora oggi posseduta dagli eredi dei principi Valguarnera (i Principi Alliata di Villafranca), che ne commissionarono la costruzione, vanta una vista imbattibile sul golfo di Termini Imerese e ha dato dimora a illustri personaggi, tra cui la scrittrice Dacia Maraini.

Nella serie con Elena Lietti l’ingresso della villa appare alle volte sommerso da abiti colorati che vanno a creare un’enorme maschera carnevalesca, ma c’è un’altra dimora settecentesca di Bagheria che vediamo sommersa di abiti dismessi, sicuramente meno centrale nella narrazione di Anna, ma non per questo meno impattante. Parliamo di Palazzo Cutò (che in auto si raggiunge abbastanza rapidamente), caratterizzato dalla presenza di alcune palme ornamentali e da statue allegoriche. La presenza delle grandi rampe interne che conducono al piano superiore lo differenziano rispetto alle altre abitazioni, ma si lascia ammirare anche e soprattutto per gli affreschi interni che ritraggono scene tratte dalle scritture bibliche e dalla mitologia.

Dall’Isola delle Femmine a Messina

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Palazzo Cutò

Se da questa località volete raggiungere la location in cui è stata ricreata la casa di Pietro, nota nella serie come “il canneto”, il posto da cercare è la Diga Rosamarina di Caccamo, sempre nei pressi di Palermo (a circa 40 minuti da Bagheria). Si tratta di un laghetto artificiale, il più grande della Sicilia, per la verità non di facile raggiungimento, costruito a pochi chilometri da Caccamo per compensare la richiesta idrica locale. Peccato che la sua costruzione è costata la vita a un ponte medievale del 1300, voluto da Manfredi Chiaramonte, ma in compenso la vista dall’alto è magnifica.

Tra i luoghi in grado di togliere il fiato per bellezza naturalistica si annovera poi l’Isola delle Femmine, isolotto incantevole avvolto da una miriade di leggende. Forse la più suggestiva è quella che lo vuole fondato da sette prigioniere, giunte qui per caso dopo essere state allontanate dai loro cari.

Per girare Anna la troupe si è spinta anche nel messinese, appropriandosi del Pilone di Torre Faro, il traliccio che svetta sullo Stretto e della Chiesa di San Vito a Mare (Mazara del Vallo), edificata nel 1776 sui ruderi dell’antica chiesa normanna, sullo scoglio in cui, secondo la leggenda, il giovane San Vito si imbarcò alla volta di Roma, dove trovò il martirio e la morte. Mentre la strada boscosa intrapresa dai protagonisti verso la fine del loro viaggio che li condurrà in Italia è un tratto della provinciale 25 di Pollina che da Messina conduce a Trapani attraversando Palermo e Contrada Visicari.

L’Etna vista da Anna

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Anche un Autogrill abbandonato ha fatto da sfondo alla serie (parliamo, per l’esattezza, di quello presente sulla A18 Messina-Catania, nel come di Santa Teresa di Riva) insieme, chiaramente, alla magica e suggestiva Etna: il luogo in cui le anime, secondo l’immaginazione di Pietro, si staccano da corpo e fluttuano libere nel mondo.

Il più grande vulcano attivo d’Europa, dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, ha offerto le sue dune di pietra lavica ad alcune delle scene più emozionanti, che volendo si possono “replicare” in una delle tante escursioni turistiche. Per l’esattezza la troupe si è spinta a tremila metri d’altezza, raggiungendo i Crateri Barbagallo, che si trovano sul versante sud, mentre la strada che conduce verso la vetta dell’Etna si trova a Pedara.

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