Yuku e il fiore dell’Himalaya: recensione del film d’animazione belga

Yuku e il fiore dell'Himalaya è stratificato come i migliori film d'animazione e parla a più livelli.

Godi ogni istante e sentirai l’eternità“. È questo il messaggio di fondo del bel film d’animazione belga, Yuku e il fiore dell’Himalaya, che merita più considerazione – anche da parte del pubblico adulto – di quanto gliene si potrebbe dare a prima vista. Diretto da Arnaud Demuynck e Rémi Durin e arrivato nelle sale italiane il 26 ottobre, il film d’animazione racconta la storia della topolina Yuku che, per salvare dall’oscurità senza fine la nonna ferita da un gatto, parte alla ricerca del mitico fiore dell’Himalaya che offre luce pura ed eterna. Il viaggio e gli incontri che la protagonista farò non avranno un significato solamente letterale, ma anche metaforico: rappresentano il percorso di crescita che ognuno deve compiere. Un viaggio doloroso e difficile, ma necessario.

Yuku e il fiore dell’Himalaya, un viaggio a ritmo di musica

Yuku e il fiore dell'Himalaya; Cinematographe.it

Come in ogni fiaba, anche in Yuku e il fiore dell’Himalaya la protagonista può contare su diversi aiuti esterni: non ci sono solo gli animali, ma anche uno strumento musicale, l’ukulele. È lo strumento che Yuku usa per accompagnare i racconti della nonna e che nel corso del viaggio l’aiuta a superare gli ostacoli più impervi. Prima di tutto, infatti, Yuku e il fiore dell’Himalaya è un musical punteggiato di canzoni davvero ben scritte e musicate (si va dal blues al rap, dalla ballata allo swing) che accompagnano gli spettatori e sono il veicolo principale dei messaggi che il film vuole trasmettere: pensare al presente senza tormentarsi per il domani, non cedere alla paura e all’ansia e via dicendo. È il repertorio classico di motivi che il cinema d’animazione ha spesso intessuto alle proprie narrazioni, ma che qui si trova (fortunatamente) slegato dal modello principale, cioè quello disneyano-statunitense. Grazie alla sua autonomia, Yuku e il fiore dell’Himalaya acquista maggiore brio e risulta meno didascalico e melenso.

Sono le storie che ci tengono uniti per sempre

Yuku e il fiore dell'Himalaya; Cinematographe.it

Yuku e il fiore dell’Himalaya è un film che celebra anche il potere delle storie (che siano raccontate a voce o per musica poco importa). Ed è curioso, pur trattandosi evidentemente di un caso, che in questi stessi giorni ci sia nelle sale italiane un altro film che a suo modo celebra il potere della narrazione, cioè Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese. Il fiore dell’Himalaya che Yuku deve portare alla nonna offre il frutto della narrazione: la luce eterna che esso garantisce è la luce della memoria, che è appunto eterna. È attraverso l’investitura di cantastorie ricevuta che la protagonista può infatti eternare il ricordo della nonna quando questa scompare.

Yuku e il fiore dell’Himalaya: valutazione e conclusione

Yuku e il fiore dell'Himalaya; Cinematographe.it

Yuku e il fiore dell’Himalaya è stratificato come i migliori film d’animazione e parla a più livelli. Grazie alla colonna sonora estremamente brillante, si distingue dai classici film di genere e arriva più in profondità. I messaggi che veicola sono all’insegna dell’ottimismo e invitano a guardare alle difficoltà e agli inciampi della vita sotto una luce comunque positiva: l’importante è ricordare che ciò che conta è l’istante che stiamo vivendo. Arnaud Demuynck e Rémi Durin hanno realizzato un piccolo film dal cuore grande. In poco più di un’ora sono stati in grado di compendiare i temi cari al cinema per bambini, senza però dimenticare di offrire la loro pellicola anche a un occhio più maturo. Come nella migliore tradizione europea e orientale.

Il film è al cinema dal 26 ottobre 2023, distribuito da Trent Film.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 3.5

3.5