Youssef Salem a du succès: recensione del film di Baya Kasmi

La recensione della divertentissima commedia sociale con Ramzy Bedia e Noémie Lvovsky, opera seconda della sceneggiatrice e regista transalpina Baya Kasmi. In anteprima italiana alla 14esima edizione di France Odeon.

C’è chi come Martin Kazinski, l’uomo qualunque al centro di Superstar, l’adattamento cinematografico firmato da Xavier Giannoli del romanzo Il privilegio di essere una star di Serge Joncour che si sveglia un giorno come tanti per andare al lavoro e scoprire di essere diventato famoso in tutto il Paese ignorandone il motivo, poi c’è chi non desidera altro che il successo e chi ancora, paradossalmente, lo rifugge volendone stare alla larga. A questa terza categoria appartiene il protagonista di Youssef Salem a du succès, secondo lungometraggio da regista della sceneggiatrice Baya Kasmi, tornata dietro la macchina da presa a distanza di sette anni da Je suis à vous tout de suite per raccontare le tragicomiche di uno scrittore emergente del panorama letterario parigino, nato in una modesta  famiglia del sud della Francia di origini algerine alla quale si è ispirato per scrivere il suo ultimo romanzo. Sapendo quanto sono permalosi i suoi parenti, a partire dal padre e dalla madre, ha tenuto nascosta la pubblicazione del libro che contro ogni pronostico diventa un clamoroso caso editoriale, arrivando a vincere un prestigioso premio letterario. Il ché lo fa balzare alle cronache, costringendolo a fare i conti con la sua fonte d’ispirazione.

Youssef Salem a du succès è un film sul non detto, che parla di tutto ciò di cui non si parla o non si può parlare all’interno del proprio focolaio domestico

Youssef Salem a du succès cinematographe.it

Per la sua opera seconda, presentata in anteprima italiana nel fuori concorso della 14esima edizione di France Odeon, la regista transalpina torna a raccontare, con la complicità in fase di scrittura del sodale Michel Leclerc (anche suo compagno nella vita), di legami familiari con una commedia sociale che allarga i propri orizzonti ad altre tematiche universali come i tabù, la religione, la gestione della popolarità e il peso del non detto. Proprio quest’ultimo rappresenta il baricentro narrativo e drammatugico su e intorno al quale ruota e si sviluppa la trama. Youssef Salem a du succès è infatti un film che parla di tutto ciò di cui non si parla o non si può parlare all’interno del proprio focolaio domestico. Da qui la Kasmi tesse i filamenti di una trama che regala una sequela di situazioni comiche che con capacità di immedesimazione, descrizione sociale,  ritmo, dialoghi brillanti, battute esilaranti e tanto umorismo non può non conquistare la platea di turno. Lo fa con uno humour sottile e intelligente, lo stesso che consente all’autrice di maneggiare una materia non ignifuga e quindi facilmente infiammabile. La storia purtroppo insegna.

Youssef Salem a du succès è un’opera che rispecchia e nel quale specchiarsi, che riflette e che fa riflettere

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La regista Baya Kasmi sul palco del Cinema La Compagnia di Firenze durante la presentazione di Youssef Salem a du succès a France Odeon 2022

Si tratta di un modus operandi che se approcciato senza prese di posizione a monte e pregiudizi non può che confermare tutto il rispetto, la creatività e l’intelligenza dell’autrice, già ampiamente dimostrati nei lavori precedenti sia come regista che come sceneggiatrice. In assenza di un corretto percorso di avvicinamento della controparte chiamata in causa, i pericoli di una male interpretazione delle intenzioni e dei contenuti sarebbero elevatissimi, a cominciare da quello di urtare la suscettibilità o offendere il mondo arabo, la sua cultura e la sua religione, notoriamente terreno minato pronto a implodere se non attraversato con la giusta attenzione. La Kasmi in realtà parte da quella fetta di mondo e da chi la popola, ma lo “usa” come punto di partenza per trattare temi universali che riguardano tutto e tutti. Nel protagonista di Youssef Salem a du succès albergano e si manifestano le paure, le incertezze e le debolezze comuni all’essere umano, indipendentemente dalla razza, dal ceto, dall’orientamento sessuale, dal livello di istruzione, dalle proprie origini e dalla fede. In lui e nel ventaglio delle sue emozioni è facile immedesimarsi, perché in un modo o nell’altro appartengono a tutti noi. Il ché fa della pellicola in questione un’opera che rispecchia e nel quale specchiarsi, che riflette e che fa riflettere. E come se non bastasse fa anche sorridere e commuovere. Il ché non è cosa da poco e per nulla scontata.

La qualità del cast a disposizione è uno dei valori aggiunti di Youssef Salem a du succès

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La regista Ramzy Bedia e l’attrice Noémie Lvovsky ospiti di France Odeon 2022.

Meriti, questi, che vanno ampiamente ripartiti tra chi ha lavorato dietro la macchina da presa e chi invece ha agito davanti, dando corpo e voce ai personaggi di questa commedia al vetriolo. Quel qualcuno è il nutrito cast voluto dalla regista francese, che ha potuto contare su attori di grandissimo livello come Ramzy Bedia e Noémie Lvovsky, qui rispettivamente impegnati nelle vesti del protagonista Youssef e della sua editrice. Sono loro la ciliegina su una torta davvero deliziosa.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

4.1