Yaya e Lennie – The Walking Liberty: recensione del film d’animazione di Alessandro Rak

Il regista Alessandro Rak torna a dirigere una storia d'animazione dall’animo poetico con Yaya e Lennie – The Walking Liberty.

Ci saranno solo quattro giorni di tempo per poter vedere su grande schermo Yaya e Lennie – The Walking Liberty, terza fatica di Alessandro Rak firmata insieme agli animatori di Mad Entertainment. Il lungometraggio animato, infatti, è al cinema distribuito da Nexo Digital solo dal 4 al 7 novembre 2021.

L’opera del regista napoletano, già apprezzato autore di L’arte della felicità e Gatta Cenerentola, riporta nuovamente lo spettatore nel capoluogo partenopeo, anche se il panorama si è fatto irriconoscibile. La Napoli di Yaya e Lennie è una Napoli post apocalittica, con le strade scomparse, i monumenti distrutti e gli edifici crollati. Al loro posto, ora, vi è una giungla, una foresta verde che ha soffocato ogni precedente creazione umana in un abbraccio che sa di rinascita.
Tra i suoi corridoi di rami e foglie, corrono liberi Yaya e Lennie: la prima è un’adolescente sveglia e vispa, dagli occhi grandi e dalla bocca larga, dalla quale non di rado escono urla e risate; il secondo è un ragazzone alto e grosso, con un ritardo mentale e il cuore candido da bambino. Insieme i due formano una coppia all’avventura, dove l’uno fa la spalla dell’altra, alla condizione di vivere sempre liberi.
La paura, infatti, è quella di essere presi dai soldati dell’Istituzione, l’ente governativo che, in questo tempo distopico, pretende che gli essere umani ancora vivi si conformino alle sue regole e siano impiegati nei suoi campi lavoro. Ma non Yaya e Lennie: loro vogliono continuare a correre nella giungla, vivendo di ciò che la natura ha da offrirgli e dormendo esausti sotto le stelle.

Yaya e Lennie – The Walking Liberty: il tema ambientale nel cuore del film

Yaya e Lennie - The Walking Liberty

La voce di Lina Sastri culla lo spettatore da fuori campo, parlando nel nome della Terra ferita e ora vendicata, dell’umanità perduta che stenta a ritrovarsi, di una zia scomparsa che continua però a vegliare sui propri cari. Parole poetiche così come l’anima di questo Yaya e Lennie – The Walking Liberty, che, come i precedenti lavori di Alessandro Rak, veicola messaggi ben più profondi di quelli che si imprimono sullo schermo. Attingendo a un immaginario cinematografico e culturale a lui caro – dai resti di alcuni degli edifici simbolo di Napoli a Il grande dittatore di Chaplin, passando per un revolucionario Maradona – Rak parla di libertà e giustizia, di rispetto e di civiltà, enfatizzando infine la tematica ambientale, che non può essere solo sfondo ma vera e propria protagonista.

I personaggi di questo cartone animato – che hanno le voci, tra gli altri, di Ciro Priello, Fabiola Balestriere, Francesco Pannofino, Massimiliano Gallo e Tommaso Ragno – vivono in questo ambiente distrutto da una non ben precisata causa, ognuno portando avanti le proprie ragioni, chi della testa e chi del cuore. Così come avviene nel mondo attuale, anche in Yaya e Lennie – The Walking Liberty sembra esserci un dissidio insanabile tra chi appartiene a questi due fronti. Nel mezzo, un tentativo di rivoluzione, una sorta di volontà di capovolgimento delle dinamiche della società che però, alla fine, risulta essere più apparenza che sostanza.

La soluzione, se non è possibile vincere il caos con la presunta razionalità della società civile, è allora forse quella di accettarlo, di abbracciarlo e di fondersi con esso. Di capire che l’uomo non può tutto. Di ricordare che non importa cosa facciamo, perché, alla fine, nel ventre della Terra, vera Madre di tutti, noi nasciamo e poi moriamo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.1