Way Down – Rapina alla Banca di Spagna: recensione del film Sky Original

La pellicola approdata negli USA su Netflix con il titolo The Vault, arriva in Italia come Sky Original. Un heist movie ad alto tasso adrenalinico, che vi terrà incollati allo schermo fino ai titoli di coda.

Way Down – Rapina alla Banca di Spagna è il nuovo film targato Sky Original in prima visione lunedì 18 ottobre e disponibile on demand. Un heist movie in piena regola, che mescola azione ed adrenalina in una trama ricca di colpi di scena, basata su un incredibile – quanto romanzata – storia vera.

Walter Dealer (Liam Cunnigham), responsabile di una società specializzata in recupero di beni preziosi, riesce a mettere le mani su un tesoro inestimabile celato nei fondali delle acque spagnole, salvo poi vederselo portare via per questioni legali e burocratiche. Mosso quindi dal desiderio di vendetta e da una passione smodata per la “caccia” a ciò che è ritenuto perduto – nel tesoro sono contenute anche tre monete con incise le coordinate per raggiungere ricchezze ancora più grandi – decide di mettere insieme una squadra per espugnare uno dei luoghi più sicuri al mondo: il caveau della Banca di Spagna. Assolda così Tom, giovane studente di ingegneria deciso a risolvere uno degli enigmi più complessi mai esistiti. Il colpo avverrà durante la finale dei Mondiali del 2010, vinti proprio dalla Spagna. Un perfetto diversivo, che però dura soltanto 105 minuti.

Way Down – Rapina alla Banca di Spagna: una pellicola divisa in due parti

Way Down - Rapina alla Banca di Spagna - Cinematographe.it

Jaume Balaguerò, noto soprattutto per pellicole di genere horror (la saga Rec, Bed Time, La settima musa) cambia completamente registro per raccontare una storia dal grande potenziale cinematografico. Gli ingredienti per il perfetto heist movie ci sono tutti: un colpo impossibile, una squadra di sconosciuti che dovrà imparare a fidarsi l’uno dell’altro,  un piano meticoloso da mettere in atto in un tempo molto ristretto, rancori sopiti ed interessi personali. E del resto il film non ha paura di giocare con un genere dalla grande e ricca tradizione, ponendosi volontariamente tra le sue fila e dichiarando apertamente le sue intenzioni, attraverso rimandi e citazioni (“Io non sono Danny Ocean” afferma Tom, riferendosi al protagonista della celebre trilogia di Steven Soderbergh). Allo stesso tempo, però, il regista cerca di approfondire la psicologia dei propri personaggi, raccontandone il background e cercando di far empatizzare il pubblico con loro. Come il genere vuole, la riuscita di un colpo impossibile dipende solamente dal grado di fiducia che lega i membri della squadra. Ma – sembra volerci suggerire Balaguerò – è altrettanto importante la fiducia del pubblico nella storia e nei suoi protagonisti. Ed è per questo che la pellicola sembra divisa nettamente in due parti, con la prima tesa proprio a raccontare le motivazioni dei singoli, messe al servizio della collettività.

La vicenda raccontata, quindi, comincia dal principio, nelle aule di tribunale in cui Walter vede portarsi via il tesoro. Ci si sposta poi in Inghilterra, a Cambridge, dove troviamo Tom, studente di ingegneria brillante e dotato, conteso da tutte le migliori compagnie petrolifere del mondo il quale però deciderà di votarsi ad una causa impossibile poiché per la prima volta sente di essersi appassionato a qualcosa. In realtà, la costruzione dei personaggi riguarda principalmente i due protagonisti, mentre gli altri membri della squadra li conosciamo successivamente, durante la stesura del piano che verrà spiegato nei minimi dettagli. Al centro dell’organizzazione, il dilemma-ossessione di Tom per quella cassaforte apparentemente impossibile da aprire, costruita settant’anni prima e inespugnabile persino con le nuove tecnologie.

Il colpo e il suo racconto funzionano grazie all’incastro di più elementi

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Dopo aver fatto conoscenza del resto della squadra – composta da Lorraine, dall’amico fidato di Walter, James, dall’esperto informatico Klaus e da Simon – e aver trovato una soluzione all’enigma, Tom è pronto a guidare il team verso il colpo. Inizia così la seconda parte del racconto, ricca di adrenalina e colpi di scena. La rapina subirà battute d’arresto ed imprevisti, il tempo della partita di calcio sembra troppo poco per compiere un’impresa così complessa e il responsabile della sicurezza – come in molti heist movie – farà dello sventare il colpo una propria battaglia personale. Ma, alla fine, tutto si risolverà per il meglio, grazie ad una calibrata combinazione di più elementi. E, esattamente come la storia che racconta, il film funziona grazie all’incastro di moltissimi fattori differenti. Il primo, come accennato, è sicuramente il taglio che viene dato alla trama. La pellicola riesce sempre a mantenersi in equilibrio fra i moltissimi stilemi del genere che riprende e una sua originalità, data soprattutto dall’ambientazione europea e dalla natura stessa della rapina che racconta, basata soprattutto su un intricato problema da risolvere. La sceneggiatura, quindi, riesce a trasformare un colpo di 105 minuti in una pellicola ad alto tasso di tensione, conservando un ritmo costante nonostante la netta divisione in due tempi e alcune trovate a volte prevedibili. Contribuiscono a questo risultato il montaggio – che riesce ad alternare in maniera efficace situazioni e tempistiche – e il cast, composto da volti noti del cinema e della televisione. Su tutti, spiccano Freddie Highmore, grazie ad una versatilità sempre più evidente, (The Good Doctor, Bates Motel, Leonardo) e Liam Cunnigham, noto soprattutto per il suo ruolo ne Il trono di spade. Completano il cast Sam Riley, Àstrid Bergès-Frisbey, Alex Stein e Luis Tosar.

Way Down – Rapina alla Banca di Spagna riesce quindi nel suo scopo: intrattenere ed emozionare. Lasciandosi anche la – velata – opportunità di un sequel. Perché se è vero che la pellicola è basata su una storia realmente accaduta, è anche possibile che la fantasia superi la realtà. E le avventure di un piccolo gruppo di rapinatori possono declinarsi verso mille strade differenti.

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Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5