Wash Me In The River: recensione del film action su Prime Video

Wash Me In The River rappresenta un tentativo di portarci al delta del fiume per farci riflettere sul tema della salvezza, quella salvezza che è liberare o proteggere...

Idillio e romanticismo seguiti da action e revenge. Con il film d’azione Wash Me in the River, disponibile dal 28 dicembre 2022 in anteprima esclusiva su Prime Video, si sale a bordo della motocicletta nera di Shelby John (John – non a caso – come John Rambo), che sembra uscito anche lui da un thriller di David Morrell. Ma c’è di più, perché, nel cast del nuovo lungometraggio diretto da Randall Emmett, accanto a Jack Huston (The Irishman, House of Gucci) appaiono due grossi nomi: Robert De Niro e John Malkovich in una storia di vendetta grandiosamente deludente; rumorosa, con tanta azione brutale ed efferata, riferimenti biblici sprecati e cinematografici ( Taxi Driver, Rambo e Pulp Fiction) usati un po’ a caso.

Wash Me In The River: “La questione non è se qualcuno morirà oggi, la questione è chi…”

Le luci livide, le transizioni lente e le panoramiche veloci sono le costanti di Wash Me In The River. Ambientato nella cittadina sperduta di Waycross, un luogo abbandonato da Dio che sta lentamente morendo, dove “non ci sono bambini che giocano per strada“. Il montaggio alternato segue in primis la vita dello sceriffo Church (Robert De Niro). A Waycross, ogni giorno la polizia rinviene corpi di giovani deceduti per overdose. La droga continua a fare vittime. E lo sceriffo Church, purtroppo, ha perso suo figlio nelle stesse circostanze. Lo sguardo di Randall Emmett si sposta, poi, per farci conoscere, attraverso immagini intime e delicate, la coppia di fidanzatini “senza un soldo nelle tasche” , che a un certo punto decide di ripulirsi per coronare il sogno di sposarsi e formare una famiglia: il quarantenne Shelby John (Jack Huston) e la giovane Ruby Red ( Willa Fitzgerald). I due si amano alla follia, “girano come il mondo” per citare i loro sguardi; ma questa storia è segnata dall’abuso di stupefacenti. Provano a ricominciare, a salvarsi. Assistiamo alle crisi di astinenza sulle note di Dark cloud di Nevertel. Ruby però ci ricasca. Una dose le sarà fatale. Mosso dal desiderio di vendicarsi, Shelby John è determinato a uccidere uno dopo l’altro i responsabili della morte della sua compagna, e a spezzare definitivamente la catena del traffico di droga in città.

Jack Huston e un’occasione da action hero. Sprecata.

Wash me in the river, recensione, Cinematographe.it

Pesa la mancanza di decisione sul tono da adottare. Non è un thriller. Wash Me In The River ci fa capire esattamente dove ci porterà il “fiume”. Non è un film romantico. Contiene scene strappalacrime infarcite di inquadrature stucchevoli che avremmo voluto solo immaginare. Non è un poliziesco. Quali indagini? Il film mescola fondamentalmente dramma e azione, quest’ultima viene lanciata come un’atomica nella lunga sequenza finale. Con riferimenti biblici sulla dottrina cristiana della salvezza: dal titolo italiano all’altrettanto “Savage Salvation“; alla pratica del battesimo nelle acque. Un tentativo di portarci al delta del fiume per farci riflettere sul tema della salvezza, quella salvezza che è liberare o proteggere; che si acquisisce attraverso la fede che qui diventa soprattutto credere in qualcosa oltre l’aspetto materiale della vita (“come riabbracciare i cari che rincontreremo al di là del fiume – nell’oceano“). In quest’oceano iniziatico, però, anche la performance del seducente protagonista vacilla. Huston imbraccia un arsenale di armi, sempre più pericolose e ingombranti, ma il suo corpo non segue le velocità degli altri attori. Con il ruolo di Shelby John, ha avuto una grande occasione da action hero. Sprecata. Sulle sue tracce, nel film c’è sempre Church che inizia a corteggiare il pensiero della morte, e intanto è deciso a salvare dalla dannazione il protagonista (ex compagno di squadra del figlio perduto per sempre). Ma il tempo limitato della storia non ci lascia spazio per addentrarci nella psicologia dei personaggi. Avremmo voluto, ad esempio, conoscere meglio la mente e il passato dell’ormai insensibile sceriffo di Waycross…

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

2.7