Venezia72 – Viva la sposa: recensione

Viva la sposa è una storia che racconta tante altre storie. Al centro c’è la vita di Nicola, che passa il suo tempo bevendo e guadagnando qualche soldo organizzando spettacoli per bambini, con lui c’è Salvatore che è sicuramente figlio di Anna, ma forse non è figlio di Nicola. Nonostante questo Nicola lo cresce come se fosse il suo mentre Anna è al lavoro come prostituta, Nicola cerca di dargli il meglio di quel poco che ha da dare.
Per caso la storia di Nicola si incrocia con altre storie difficili, come quella di Sabatino che truffa le assicurazioni provocando incidenti, ma un giorno l’incidente con Nicola è mortale. E’ così che il protagonista nella camera mortuaria incontra Sasà, figlio di Salvatore che nella vita truffa le persone e fa esplodere auto per conto di un gruppo di persone che un giorno lo incastrerà.
La storia di Nicola incontra anche quella di Sofia (Alba Rohrwacher) sua amica, che sogna di andarsene da quel quartiere e da quelle storie, sogna di scappare in Spagna, ma alla fine rimane lì anche lei come tutti gli altri.

Viva la sposa è una storia di incontri fatalisti e casuali

Attorno a tutte queste storie difficili c’è una sposa americana che gira l’Italia in viaggio di nozze seguita dalle telecamere e rappresenta una via di fuga immaginaria per tutti questi personaggi incastrati in un’Italia complicata.

Viva la sposa, la sposa americana

La sposa americana in una scena del film

L’autore e attore Ascanio Celestini ha scritto questa storia seduto nei bar al Quadraro, Morena, Ciampino, quartieri che lui vive ogni giorno e ha ascoltato le donne che hanno avuto un fratello, figlio o padre che ha perso la vita per aver incontrato un agente in divisa. Infatti il film racconta anche questa storia e di come Sasà una notte finirà peggio di tutti nella sala della questura. Quello che succede a Sasà visto dagli occhi di Nicola e soprattutto sentito dal suo animo appare come un macigno insopportabile, un avvenimento drammatico che non fa altro che spingere di nuovo il protagonista verso l’alcol, l’unico a non fargli sentire nessun dolore.

Ascanio Celestini, viva la sposa

Ascanio Celestini- Nicola

Viva la sposa è un racconto di vite difficili in quartieri difficili, un racconto che non ha un lieto fine, come se per suoi protagonisti un lieto fine non possa esistere e guardare una sposa a spasso per l’Italia sembra essere l’unico possibile sollievo nelle loro vite.
Il film mette di fronte alla dura realtà della vita senza renderla più drammatica, ma senza neanche renderla più semplice. La fuga in Spagna di Sofia diventa una sorta di metafora del tentativo di cambiare, di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo. Ma alla fine Sofia non partirà per la Spagna e allo stesso modo nelle vite dei protagonisti nulla cambia, perché loro non fanno nulla per creare un vero cambiamento positivo.
Ascanio Celestini, teatrante e narratore romano è riuscito con questo film a raccontare tante storie incastrate tra loro e attraverso queste storie ha potuto fare una fotografia di un Italia che fatica, piena di bellezze viste dagli occhi di una sposa americana, ma nello stesso tempo piena di contraddizioni e di abusi di potere vissuti nei quartieri bassi della periferia.
Un film da vedere per riflettere sulla vita ai tempi di un paese bellissimo, ma complicato.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.2
Sonoro - 2.7
Emozione - 3.5

2.7

Voto Finale