Verso la notte: recensione del film di Vincenzo Lauria

La recensione dell’opera prima del regista lucano Vincenzo Lauria, che dopo l’anteprima al 66° Taormina Film Fest arriva nelle sale nostrane a partire dal 9 dicembre 2021. 

A dispetto di un titolo che potrebbe trarre in inganno suggerendo ammiccamenti al cinema di genere, Verso la notte percorre invece altre strade che portano dirette alle diverse sfumature del dramma: umano, sociale e sentimentale. Tre sfumature, queste, che si mescolano senza soluzione di continuità nella tavolozza dei colori a disposizione di Vincenzo Lauria, qui al suo esordio dietro la macchina da presa nel lungometraggio dopo esperienze sulla breve distanza, nel campo del documentario e come sceneggiatore. Un battesimo decisamente fortunato, quello del regista lucano, che prima dell’uscita nelle sale il 9 dicembre 2021 con Cineclub Internazionale Distribuzione ha già potuto festeggiare il Premio del pubblico vinto alla 66esima edizione del Taormina Film Fest.   

Verso la notte è la storia di due anime che s’incontrano e s’innamorano per le strade di Roma

Verso la notte cinematographe.it

Lauria ci porta al seguito di una regista venticinquenne iraniana di nome Maryam che sta realizzando un documentario su Anna, una donna di quarant’anni che vive per le strade di Roma e che l’ha colpita per il suo modo di parlare per visioni e presagi, oltre che per l’eleganza nei modi che stridono con la sua condizione di senzatetto. Ad affiancarla dietro la videocamera il connazionale ventisettenne Hesam. I due iniziano a lavorare insieme, finendo per innamorarsi e riconoscendosi come due anime che si sono finalmente ritrovate. Ma su questo idillio cominceranno presto ad affiorare le prime ombre. Ombre che si condensano e aleggiano sulla coppia, provocando una tempesta amorosa.

Il racconto di Verso la notte si sviluppa attraverso una progressione non lineare degli eventi che scandisce l’evoluzione del rapporto e quella interiore dei protagonisti

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La notte alla quale fa riferimento l’autore è quella che più volte i due protagonisti si trovano ad attraversare nel corso della loro parabola sentimentale, quella che dal coup de foudre porta a una dolorosa separazione per via di una gelosia che scatta per motivi non concreti ma immaginati. Nel mezzo quei Frammenti di un discorso amoroso dei quali scrisse mirabilmente Roland Barthes e che ci restituiscono i capitoli di un inteso romanzo d’amore. Una parabola che viene raccontata con un andamento in doppia direzione, con una base temporale al presente costituita da brevi scene, alternate da più lunghi flashback che costituiscono la maggior parte del film. La scrittura punta dunque su una progressione non lineare degli eventi sviluppata su più piani, che nel caso di Verso la notte appare funzionale e non accessoria, poiché scandisce al contempo l’evoluzione del rapporto e quella interiore dei protagonisti. Un modus operandi che riporta alla mente le narrazioni volute da Valerio Mieli per i suoi Dieci inverni e Ricordi?. Pellicole, queste, che come quella di Lauria fanno del tempo un elemento chiave e determinate.

Lauria lavora in sottrazione sposando un approccio alla materia di stile semi-documentaristico votato al più puro realismo

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Al calore di un sentimento che arde si contrappone invece il freddo glaciale di una messa in quadro spoglia e rigorosa, che lavora in sottrazione sposando un approccio alla materia di stile semi-documentaristico votato al più puro realismo. Tutto va nella direzione di una verità che l’autore insegue per l’intera durata della timeline, anche attraverso la recitazione autentica di Duné Medros (Maryam) e Alireza Garshasbi (Hesam). Da qui l’uso costante di una macchina da presa a mano, sempre attaccata ai personaggi, supportata da una fotografia livida fatta di contrasti, di luci ed ombre marcate, che contribuisce a restituire il paesaggio di una Roma sud ruvida e lontana da una visione cartolinesca, all’interno della quale si muovono Maryam e Hesam mentre vivono la loro storia e parallelamente raccontano quella della protagonista del documentario che stanno realizzando. Forse è in questa storia nella storia, non perfettamente messa a fuoco e sviluppata in fase di scrittura e nella sua trasposizione, che il film disperde un po’ di quelle emozioni e di quel coinvolgimento scaturiti dalla linea principale.

Verso la notte è un’opera prima matura nella forma e nei contenuti

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Ciononostante, a conti fatti, Verso la notte resta un’opera prima matura nella forma e nei contenuti, che porta sullo schermo un dramma nel dramma passando attraverso diverse tonalità e livelli d’intensità. L’asticella nel termometro sale e scende in maniera febbrile, accompagnando l’odissea amorosa di una coppia che si sgretola sotto i loro e i nostri occhi.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.2