Una commedia pericolosa: recensione del film con Enrico Brignano

Enrico Brignano, Gabriella Pession, Paola Minaccioni e Fortunato Cerlino sono i protagonisti di Una commedia pericolosa, il film di Alessandro Pondi che si diverte a mixare risate e cinema di genere. Dal 30 agosto 2023 nei cinema italiani.

La commedia italiana sta cercando di cambiar pelle. Una commedia pericolosa, regia di Alessandro Pondi, nelle sale italiane dal 30 agosto 2023 per 01 Distribution, prende parte a un processo che è insieme un ripensamento delle atmosfere, uno svecchiamento delle strutture narrative e un rinnovamento dei presupposti. Lo fa puntando sull’inedito accostamento di sapori; se un film è un cocktail, a far la differenza sarà la qualità degli ingredienti e la sapienza nel dosaggio. Una produzione Rodeo Drive con Rai Cinema.

Una commedia pericolosa cinematographe.it recensione

Una commedia pericolosa è umorismo, certo, ma non solo. Perché tra le pieghe della storia si intrufolano eredità, influenze, rimandi che parlano di un cinema diverso, italiano e non. Thriller, spionaggio, giallo in tutte le sue declinazioni, Hitchcock e James Bond: chi ha detto che con il genere non si ride?  Alessandro Pondi, che oltre a dirigere firma il soggetto con Paolo Logli e Riccardo Irrera e la sceneggiatura con il solo Logli, non è di quest’avviso. Gli danno manforte Enrico Brignano, Gabriella Pession, Fortunato Cerlino, Emanuela Ionica e Paola Minaccioni.

Una commedia pericolosa: l’hostess, l’aggressione fantasma e la finestra sul cortile

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Maurilio ha sette anni, vede al cinema un film di James Bond e a quel punto la sua vita, che a malapena è cominciata, cambia. Non ha alcun dubbio: da grande vuole fare, farà, l’agente segreto. Potenza dei sogni di gioventù, che con studiata malizia Una commedia pericolosa si diverte a disarcionare. Qualche anno più tardi Maurilio (Enrico Brignano), lontano anni luce dalle fantasie di un tempo, si occupa della sicurezza in un negozio di abbigliamento, interpretando il ruolo con grande scrupolo, con uno zelo forse eccessivo. La sua vita non è un granché. 007 mancato, si fa chiamare Agente Mao e per ingannare il tempo e affinare le sue abilità (comunque notevoli) di spia improvvisata, passa al setaccio le vite dei vicini di casa. È così che conosce Rita (Gabriella Pession).

La sorveglia, come fa con i tutti i vicini, impicciandosi dalla finestra sul cortile, con tanti saluti all’altrui privacy. Rita è una hostess avvenente con una malinconia di fondo che stuzzica l’Agente Mao; non riesce proprio a spiegarsela, se non pensando a chissà che intrighi. È arrivata da poco, ma lui è già molto preso. Una sera Maurilio, impegnato come al solito nell’attività di sorveglianza del vicinato, intravede Rita lottare con uno sconosciuto e teme il peggio. Si precipita a casa della donna, dopo aver avvertito la polizia nella persona del commissario Laneve (Fortunato Cerlino), convinto di trovarla morta. E invece Rita è viva e vegeta e non ha nulla di particolare da denunciare alle forze dell’ordine. Bizzarro, perché qualcosa nel suo appartamento è successo. Ma cosa?

Delle indagini se ne occuperanno, con comici esiti, proprio Maurilio e Rita, perché il commissario liquida la faccenda alla stregua dell’ennesimo delirio di un mitomane e non vuole averci niente a che fare. Come nella più consumata tradizione di genere, Una commedia pericolosa separa la verità, la verità vera, da una coltre di bugie, ricatti e ipocrisie nascosti dietro le apparenze di vite perfettamente normali. Cosa i due protagonisti scopriranno, dei segreti dell’aggressione fantasma, è meglio non svelarlo. Entrerà in gioco una furente Paola Minaccioni. Qualcosina da raccontare, ai protagonisti, ce l’ha Olga (Emanuela Ionica), che lavora a casa di Rita. Magari è coinvolta, magari no. Ma in cosa è coinvolta? Quale piano, quale cospirazione? Svelare il mistero è, per Una commedia pericolosa, un’occasione irresistibilmente umoristica.

Commedia e cinema di genere, un mix interessante

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Thriller, apprendistato spionistico, giallo all’italiana, giallo sentimentale, giallo commedia. La parola chiave però è commedia e a scanso di equivoci figura anche nel titolo, nel caso qualcuno se lo fosse scordato. Ogni intrigante deviazione del racconto punta a sorprendere lo spettatore, prima di tutto divertendolo. E l’imperativo, per una storia così – Alessandro Pondi se lo ricorda e questo è un bene – è lavorare sul ritmo. L’umorismo ha sempre molto a che fare con parole come intensità, dinamismo, rapidità; la battuta conta tanto quanto il modo con cui lo spettatore la riceve.

Una commedia pericolosa è un film costruito lavorando con un certo rigore sull’intensità, il mood incalzante e il dinamismo degli scambi e delle situazioni. Hitchcockiano, nella misura in cui il mistero è un ingranaggio che si svela con implacabile e perversa metodicità. Un pizzico di ambiguità esistenziale alla Kurosawa, con la moltiplicazione dei punti di vista e delle prospettive: la stessa storia, raccontata da diverse angolazioni, svela inedite parti di verità. Nei limiti di un cinema di puro intrattenimento e senza volare troppo alto, le influenze, i richiami e le eredità sono di notevole prestigio.

Il cast partecipa, c’è un abito su misura cucito per le esigenze di ciascuno, a questa operazione di svelamento della verità dagli esiti in ultima analisi molto buffi. Enrico Brignano smitizza fisicità e carisma arrogante dell’agente segreto con il suo detective improvvisato, dolcemente umoristico. Gabriella Pession si tiene a metà strada tra tempi comici e un’ombra di mistero e di inaccessibilità molto thriller. Fortunato Cerlino passa dalla parte della legge contraddicendo il suo passato televisivo con una buona dose di autoironia; Paola Minaccioni e Emanuela Ionica si fanno carico di trasportare i preziosi segreti della storia. Oltre la superficie, sarebbe a dire la fuga umoristica dalla realtà, il film dimostra di aver comunque fatto i compiti a casa.

Una commedia pericolosa: conclusione e valutazione

Una commedia pericolosa è una rarità nel panorama italiano: un film con intenzioni chiare a monte, concretizzate in modo coerente a valle. Senza esagerare, senza scordare che la vocazione è essenzialmente quella di intrattenere divertendo, senza innovare o cercare soluzioni spiazzanti, il film di Alessandro Pondi è un mix ben congegnato e dall’ottimo ritmo di umorismo e cinema di genere. In equilibrio tra il sapore antico delle citazioni e dei rimandi e il mix di influenze che è sempre una buona idea.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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