Un principe per Natale: Matrimonio reale: recensione del film Netflix

La nostra recensione di Un principe per Natale: Matrimonio reale, film originale Netflix seguito di Un principe per Natale

Un principe per Natale: Matrimonio reale è un film del 2018 diretto da John Schultz e con protagonisti Rose McIverBen LambAlice KrigeSarah Douglas, Simon DuttonHonor Kneafsey, Theo DevaneyJohn Guerrasio. Il film è disponibile su Netflix dal 30 novembre ed è un seguito diretto di Un principe per Natale, distribuito proprio sul celebre servizio di streaming un anno fa.

Il seguito della storia di Amber del Principe Richard in Un principe per Natale: Matrimonio realeUn principe per Natale: Matrimonio reale

Un anno dopo aver ricevuto la proposta di matrimonio da parte del Principe Richard (Ben Lamb), Amber (Rose McIver) fa ritorno nel principato di Aldovia per prepararsi alla cerimonia. Una volta giunta sul posto insieme al padre (John Guerrasio), la futura principessa si scontra però con la rigida etichetta imposta da Mrs. Averill (Sarah Douglas), diametralmente opposta all’approccio sciolto e moderno con cui Amber è solita raccontare la sua vita sul suo sempre più popolare blog. Aldovia è inoltre afflitta da una profonda crisi economica, di cui non si riesce a comprendere la causa. Con l’aiuto del padre, della piccola principessa Emily (Honor Kneafsey) e del cugino di Richard, Simon (Theo Devaney), Amber è così chiamata a salvare nuovamente Aldovia.

Un principe per Natale: Matrimonio reale

Dopo esserci espressi in termini tutt’altro che lusinghieri un anno fa a proposito di Un principe per Natale, le nostre aspettative a proposito del sequel Un principe per Natale: Matrimonio reale erano ai minimi storici. Mai però ci saremmo aspettati di trovarci di fronte a uno sfacelo tale da costringerci addirittura a rivalutare il primo film, che a confronto di questa nuova produzione originale Netflix ora ci appare quasi come un cult natalizio contemporaneo. Raramente infatti ci siamo imbattuti in un simile pasticcio cinematografico, che con i sempre intriganti pretesti delle atmosfere natalizie e di un matrimonio reale mette in piedi un racconto totalmente sconclusionato, che sfonda più volte nel ridicolo involontario e mette a dura prova la pazienza di qualsiasi tipo di spettatore.

Un principe per Natale: Matrimonio reale è un brusco e non riuscito cambio di rotta rispetto al predecessore

È passato un anno dalla romantica proposta ricevuta da Amber, coronamento di una favolistica storia d’amore e del rocambolesco reintegro di Richard come legittimo erede al trono di Aldovia. La vita della futura principessa è radicalmente cambiata: il suo blog è uno dei più letti del web, le trasmissioni TV fanno a gara per averla come ospite e ogni passeggiata corrisponde a un prevedibile assalto da parte di fotografi e fan.

Il cambiamento che ci salta maggiormente all’occhio è però un altro: il padre di Amber è un’altra persona. E non ci riferiamo soltanto al cambio di attore (Daniel Fathers ha lasciato il posto a John Guerrasio), ma all’intera caratterizzazione del personaggio, che nulla ha a che fare con l’umile e riservato ristoratore che avevamo intravisto nel primo capitolo. Il Rudy Moore che ci troviamo di fronte in Un principe per Natale: Matrimonio reale è infatti un’inattesa e totalmente non necessaria spalla comica, che appesterà l’intero film in maniera simile a quanto fatto dal personaggio di Jar Jar Binks in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, con continue battute fra il tremendo e l’imbarazzante e vari ammiccamenti alla fauna femminile locale. Un drastico cambio di rotta, decisamente irrispettoso e spiazzante per lo spettatore, sottolineato peraltro dalla stessa principessa Emily con una pretestuosa battuta.

Un principe per Natale: Matrimonio reale è affossato dai suoi macchiettistici personaggi secondari

Una volta spostata la scena ad Aldovia (cioè nel castello di Peleș, in Romania), Un principe per Natale: Matrimonio reale riesce però a fare addirittura di peggio. Non essendoci più né una storia d’amore da costruire, né un trono da riprendersi, storyline che, pur nella loro totale prevedibilità e con svariati stereotipi, avevano conferito un minimo di interesse al precedente film, lo sceneggiatore Nate Atkins e il regista John Schultz optano per incentrare il film su un’assurda indagine a proposito della crisi economica che affligge Aldovia. La protagonista Amber è invece tenuta impegnata per buona parte del racconto in attività secondarie (la lotta con l’etichetta del principato, con la conseguente cancellazione dei post del suo blog) o del tutto inutili ai fini del racconto, come la prova vestito con un eccentrico wedding planner o un’estemporanea avventura sulla neve, resa fra l’altro con una CGI da denuncia.

A prendersi la scena sono così delle vere e proprie macchiette, come il già citato padre di Amber, il colpevole della crisi di Aldovia (non vi diciamo chi è, ma lo capirete con almeno 40 minuti di anticipo sulla rivelazione finale), il redivivo cugino Simon, riciclatosi come esperto di criptovalute, e ovviamente la principessina Emily, che si rivelerà anche abile DJ e hacker provetta. Fra pillole di informatica for dummies, economia spicciola, inqualificabili siparietti di corte e le proteste degli aldoviani, messe in scena con una povertà di mezzi e di idee tale da provare imbarazzo e compassione per la troupe e per le comparse, si giunge alla prevedibile risoluzione della crisi economica di Aldovia e all’agognato matrimonio fra Richard e Amber, che per l’occasione indossa il peggior vestito da sposa mai visto in qualsiasi luogo o epoca.

Un principe per Natale: Matrimonio reale è uno dei peggiori film del catalogo Netflix

Gli ultimi minuti di Un principe per Natale: Matrimonio reale sono un mix di avanspettacolo e teatro dell’assurdo. Fra repentini innamoramenti, trenini di gruppo, lanci di bouquet e improvvisati DJ set, si ha la netta sensazione che sullo schermo possa succedere qualsiasi cosa, senza cambiare di una virgola il (non)senso del film. I titoli di coda, durante i quali scorrono i classici errori sul set, fungono da camera di decompressione, rendendo meno scioccante il nostro ritorno alla realtà dopo questi sfibranti 90 minuti, durante i quali ogni comparto tecnico, dalla fotografia al sonoro, passando per gli interpreti e la piatta regia, contribuisce al fiasco complessivo.

Un principe per Natale: Matrimonio reale

In definitiva, Un principe per Natale: Matrimonio reale si candida come uno dei favoriti nell’agguerrita corsa al peggiore titolo del catalogo Netflix, precipitando lo spettatore in un lungo vortice di involontaria comicità e disorientante assurdità. C’è comunque la concreta possibilità che questa saga non sia conclusa: in un parallelo con la famiglia reale inglese, dopo il Royal Wedding viene il Royal Baby, che ci aspettiamo quindi di trovare su Netflix per il Natale 2019, anche se il nostro pensiero, più che a William, Kate e prole va al Michele Apicella di Bianca, e al suo immortale motto “Va be’, continuiamo così, facciamoci del male“.

Regia - 1
Sceneggiatura - 0.5
Fotografia - 1.5
Recitazione - 1
Sonoro - 1.5
Emozione - 1

1.1

Tags: Netflix